Foto: X / @NikkiHaleyHQ
“Finish them“.
Ovvero, “eliminateli“, “finiteli“.
E poi, “America ama Israele, sempre“.
La firma è di Nikki Haley, ex ambasciatrice americana all’Onu ed esponente di spicco del partito repubblicano.
L’ha scritto con un pennarello su alcuni missili israeliani, appena sbarcata in visita tra Cisgiordania e Stato ebraico.
La sua foto mentre, china, scrive queste frasi è diventata virale sui social, attirando aspre critiche.
Le parole dell’ex governatrice del South Carolina erano presumibilmente rivolte ad Hamas.
Ma il giorno precedente c’era stata l’ennesima strage e dozzine di civili erano stati uccisi dagli attacchi aerei israeliani contro i campi profughi nel sud della Striscia.
Sono più di 36mila le vittime palestinesi dal 7 ottobre in avanti secondo i numeri del ministero della Sanità di Gaza.
Il messaggio di Haley riecheggia quanto disse dopo il 7 ottobre durante un’intervista a Fox News in cui condannava gli attacchi di Hamas e invitava Netanyahu a “finirli“.
L’ex ambasciatrice all’Onu ha anche riaffermato il suo impegno nei confronti di Israele, dicendo di “non ascoltare quello che viene detto dai media“.
“Vi rassicuro: l’America sta con Israele!“, ha aggiunto.
Haley ha visitato il Kibbutz Nir Oz, il sito del festival Nova, e Sderot.
“Finish them“, firmato Nikki Haley
A rilanciare le immagini su X anche il noto politologo statunitense Ian Bremmer, che aggiunge questo commento: “Il governo degli Stati Uniti ha fornito proiettili di artiglieria per gli attacchi israeliani a Gaza, ora firmati ‘Finish them’ da Nikki Haley in visita in Israele.
La politica americana su Israele è essenzialmente la stessa tra Biden e il partito repubblicano“.
Fino a qualche mese fa Haley era considerata “l’anti-Trump“, la repubblicana “perbene” a caccia del voto della destra “perbene” che non si riconosceva nell’ex presidente, supportata anche da alcuni esponenti del centro liberale europeo.
Poi si è ritirata dalla corsa presidenziale e si è schierata convintamente con Trump.
Gli attacchi del 7 ottobre di Hamas sono stati “orchestrati dall’Iran, aiutati dall’intelligence russa e alimentati da denaro arrivato dalla Cina, non si può negare” ha affermato Nikki Haley durante la visita oggi nei luoghi teatro degli attacchi di Hamas che l’ex candidata repubblicana alla Casa Bianca ha svolto accompagnata da un deputato del Likud.
Affermazioni non supportate, però, da alcuna prova.
La guerra continua
Mentre l’esercito israeliano è sempre più all’interno di Rafah, con carri armati visti al centro della città meridionale, Egitto, Qatar e Usa provano a rilanciare i colloqui per raggiungere una tregua a Gaza.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto nelle settimane passate che avrebbe limitato le forniture di armi a Israele se l’esercito fosse entrato nei “centri abitati” di Rafah, dove hanno trovato rifugio centinaia di migliaia di civili.
Ieri la Jihad Islamica palestinese ha pubblicato un breve video che mostra in vita uno degli ostaggi, Alexander Trufanov.
In 30 secondi, l’uomo si identifica e dice che nei prossimi giorni parlerà ancora.
Per Tel Aviv è solo propaganda, il video non è nemmeno datato.
Ma dentro Israele la pressione da parte dei familiari sul governo Nethanyau (consenso ai minimi) è ai massimi dal 7 ottobre: vogliono un accordo a ogni costo per il rilascio di chi è sopravvissuto a quasi 7 mesi di prigionia.
Israele afferma che ci sono ancora 130 ostaggi, un quarto di questi sarebbero morti.
Ma visti i bombardamenti a tappeto durati mesi, è possibile che il numero degli ostaggi deceduti sia più alto.
La Francia vuole risoluzione per fermare subito la guerra
La Francia ha chiesto alle Nazioni Unite di adottare una risoluzione per fermare subito la guerra a Gaza.
L’ambasciatore francese all’Onu Nicolas de Riviere ha messo in guardia da ogni ulteriore aggravarsi del conflitto a Rafah, dicendo che é “arrivato il momento” per il Consiglio di Sicurezza di “passare all’azione e adottare una nuova risoluzione“.
“Ci deve essere – ha dichiarato, parlando ai media – un immediato cessate il fuoco a Gaza e il rilascio incondizionato degli ostaggi.
Non c’è zona di sicurezza per i civili palestinesi a Rafah“.
Il rappresentante francese ha aggiunto che il Consiglio di Sicurezza “deve onorare il proprio mandato e agire ora“.
“Deve permettere alle Nazioni Unite – ha sottolineato l’ambasciatore – di svolgere il suo ruolo appieno nella Striscia di Gaza, in modo da rispondere alle stringenti necessità della popolazione“.
“La Francia – ha concluso – resta determinata a costruire uno Stato per i palestinesi e a garantire la sicurezza per Israele“.
(Articolo di A. M., pubblicato con questo titolo il 29 maggio 2024 sul sito “Today Mondo”)