Prot. n. 5/2018 Alla Sindaca del Comune di Roma
Virginia Raggi
all’Assessore alla Città in Movimento
Linda Meleo
all’Assessore allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro
Adriano Meloni
p.c. al Presidente della Commissione Mobilità
Enrico Stefano
Oggetto – Servizio di Bike Sharing a flusso libero o finanziato dalla pubblicità.
Il 20 dicembre 2017 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è pronunciata riguardo al servizio di messa in contatto con conducenti non professionisti fornito da Uber ed ha sentenziato che rientra nel settore dei trasporti nell’ambito del servizio pubblico, per cui gli Stati membri possono di conseguenza disciplinare le condizioni di prestazione di tale servizio.
Per analogia la sentenza della Corte di Giustizia deve ritenersi pienamente applicabile anche al servizio di Bike Sharing a flusso libero, che dovrebbe essere pertanto disciplinato e soprattutto assegnato in gestione tramite apposito bando di gara nel rispetto della Direttiva 2004/18/CE sulla libera concorrenza e del D. Lgs. n. 163 del 12 aprile 2006 che l’ha recepita.
Invece verso la fine di novembre del 2017 la società di Singapore “O.Bike” ha introdotto nei Municipi I e II di Roma 1.200 biciclette in modalità “free floating” (flusso libero) senza nessuna autorizzazione da parte della Amministrazione Capitolina, il cui Assessore alla Città in Movimento Linda Meleo il successivo 13 dicembre 2018 ha partecipato addirittura di persona alla presentazione di un ulteriore servizio di Bike Sharing a flusso libero da parte della società di Hong Kong “Gobee.Bike” che ha introdotto ca. 400 biciclette nei Municipi I e IX di Roma.
Ma il successivo 15 febbraio 2018 con un comunicato stampa la “Gobee.Bike” ha annunciato l’intenzione di dover lasciare l’Italia e l’Europa per causa del vandalismo contro le proprie flotte di biciclette, che ha reso economicamente insostenibile la prosecuzione del servizio.
In considerazione della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che per assimilazione configura la decisione della “Gobee.Bike” come interruzione di un pubblico servizio, attestando contestualmente quanto la iniziativa di “sponsorizzare” pubblicamente in esclusiva una società privata sia stata estemporanea e sprovveduta, se non addirittura in violazione dell’obbligo non solo di assicurare una libera concorrenza che sia però incanalata nella disciplina di settore, ma anche e soprattutto la continuità di un servizio pubblico, questa associazione invita le SS.LL. – ciascuna nell’ambito delle rispettive competenze – a far sospendere nell’immediato il servizio tuttora in atto della “O.Bike” al fine di poter disciplinare qualunque futuro tipo di servizio di Bike Sharing per il tramite di un apposito bando di gara che ne detti le regole e che sia corredato dal maggior numero possibile di parcheggi per le bici, tale comunque da disincentivare il parcheggio selvaggio.
Nel novero di un prossimo ed auspicabilmente unico tipo di servizio di Bike Sharing che il Comune di Roma dovrebbe comunque assicurare ai cittadini, senza alcun rischio di interruzione di questo pubblico servizio, le SS.LL. debbono tenere nella dovuta considerazione anche la proposta di “Integrazione del servizio di Bike Sharing previsto nella riforma dei cartelloni pubblicitari di Roma con il servizio di Bike Sharing a flusso libero”, che è stata fatta dalle associazioni VAS e Basta Cartelloni con Nota VAS n. 14 del 27.09.2017, con lo scopo dichiarato di evitare il parcheggio selvaggio in ogni parte della capitale che potrebbe derivare dall’eventuale servizio privato di biciclette a flusso libero, oltre che di assicurare anche un servizio di bicicletta a pedalata assistita non previsto invece nel sistema di bici a flusso libero.
Alla suddetta proposta non è stato dato nessun seguito a distanza ormai di ben 5 mesi, malgrado i reiterati solleciti inoltrati con Note VAS prot. n. 26 e n. 27 del 29.11.2017, prot. n. 29 del 1 dicembre 2017 e prot. n. 34 del 19 dicembre 2017.
In considerazione della noncuranza, per non dire del disprezzo della normativa vigente in materia di obbligo di risposta da parte di una pubblica amministrazione, la presente vale anche come ennesima diffida.
Distinti saluti.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi
Roma, 26 febbraio 2018