Roma, la Capitale col centro storico più grande del mondo, riconosciuto e tutelato dall’Unesco.
Centinaia di monumenti, musei, chiese ma anche botteghe storiche, rioni, strade.
Migliaia di anni di storia racchiusi in una città.
Un patrimonio di complessa gestione, perché fa capo a tre entità: Stato italiano, Comune di Roma e Santa Sede e perché, in larga parte, il centro storico anziché essere un museo ad accessi limitati, è il cuore pulsante della vita cittadina, fatto di uffici, trasporto pubblico e privato, attività commerciali.
Ecco perché la città da oggi ha un «Piano di gestione del sito Unesco centro storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella città e San Paolo fuori le Mura».
Cosa cambia
Lo strumento, adottato nei giorni scorsi dal Comune di Roma attraverso una delibera del 29 aprile del commissario straordinario della giunta capitolina Francesco Paolo Tronca, è stato predisposto dal Campidoglio e costituisce un obbligo di legge necessario affinché il centro storico capitolino permanga patrimonio Unesco.
Obiettivo del Piano – le cui linee strategiche sono state concordate sia con il Mibact (al quale il Piano viene ora trasmesso) sia con la Santa sede – è quello di «garantire – si legge nella delibera del Campidoglio – la conservazione nel tempo dei valori che hanno motivato l’iscrizione del sito nella Lista del Patrimonio Mondiale ed è, altresì, lo strumento necessario per definire e rendere operativo il processo di tutela e sviluppo del sito, in forma condivisa dai diversi soggetti competenti».
In sostanza, il Piano si propone di dettare delle linee guida per la gestione del patrimonio capitolino alle quali si rifaranno tutte le istituzioni coinvolte.
Una sorta di strumento «unico» per creare un raccordo dei vari interventi nell’ottica di tutelare l’aspetto patrimoniale e al contempo valorizzarlo al fine di potenziare l’offerta turistica.
Quattro punti
Lo strumento si articola in 4 direttrici: Piano della conoscenza; Piano della protezione, tutela e conservazione; Piano della valorizzazione; Piano della promozione, formazione e comunicazione.
In base alle 4 direttrici, i soggetti coinvolti nel Piano di gestione hanno elaborato una serie di progetti da mettere in campo.
Sul fronte della «Conoscenza», si lavorerà alla predisposizione di un censimento completo del patrimonio, sia attraverso l’attivazione di un sistema Gis per integrare le varie banche dati, sia tramite la creazione di un distretto archivistico del centro storico.
Il passo successivo sarà quello di creare un portale web unico sul «sito Unesco centro storico di Roma».
Per quanto riguarda la «Protezione, tutela e conservazione», il piano elenca i maggiori interventi di restauro in programma o in corso di realizzazione, come l’allestimento del teatro Marcello e il restauro del Casale e della Torre del Sepolcro degli Scipioni, come anche gli interventi sul Colosseo e sulla fontana di Trevi.
Tra le azioni della «Valorizzazione» e della «Promozione», il Piano prevede di censire i locali, le edicole, gli alberghi e i negozi storici come pure le feste rionali e di creare itinerari specifici anche attraverso l’utilizzo di sistemi Gps.
Parallelamente, l’obiettivo è alleggerire la congestione nei siti storici più frequentati, come il Foro Romano e il Pantheon, puntando su nuovi asset turistici, come la Piazza del Tevere, i siti archeologici fuori Roma (Tivoli, Tarquinia, etc), la realizzazione di un secondo polo turistico congressuale.
Infine, la valorizzazione del centro storico romano passa anche attraverso il decoro, la legalità, l’accoglienza dei turisti.
Per questo, nel piano sono elencate una serie di proposte che vanno dall’elaborazione di un nuovo modello di raccolta di rifiuti in centro storico, la repressione e il contrasto all’abusivismo commerciale, la deforestazione della segnaletica stradale non più utile, la protezione paesistica di aree esterne al sito Unesco, come l’Appia antica.
In totale, come si legge nel Piano, il sito Unesco centro storico di Roma si estende su una superficie di 1.486 ettari, di cui 1.430 ricadenti nel territorio italiano e 38,9 in quello della Santa Sede: oltre al Vaticano ci sono siti extraterritoriali come le basiliche di San Paolo fuori le mura, San Giovanni, Santa Maria Maggiore e il palazzo della Cancelleria.
Un’ultima postilla è dedicata alle risorse da destinare alla valorizzazione, conservazione e tutela del patrimonio Unesco.
Il Piano prevede di predisporre un elenco pluriennale di finanziamenti pubblici, di potenziare le azioni per il reperimento di fondi europei e di finanziamenti privati.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 13 maggio 2016 sul sito online “Il Tempo.it”)