È passato da poco un mese da quando con Deliberazione della Giunta Capitolina n. 325 del 13 ottobre 2015 sono stati approvati i Piani di Localizzazione che hanno individuato dove ed in che quantità dovranno essere installati a Roma gli impianti pubblicitari in modo fisso e duraturo.
Secondo la Relazione ai Piani di Localizzazione, così come per ora approvati, ci dovranno essere un domani a Roma in tutto 14.391 impianti per una superficie complessiva di 62.007,2 mq.: nella tabella seguente è riportata l’articolazione del dimensionamento complessivo nei 15 Municipi di Roma.
Ma a regime con questo nuovo assetto dell’impiantistica pubblicitaria si arriverà nella migliore delle ipotesi alla fine del prossimo anno, dal momento che – quand’anche nel periodo di commissariamento si riuscisse ad arrivare alla approvazione definitiva dei Piani di Localizzazione, come ci si augura – ad indire poi i bandi di gara per l’assegnazione della 1° gestione decennale di tutti i suddetti 14.391 impianti pubblicitari dovrà essere l’Assessore competente della nuova Giunta Capitolina che si insedierà a seguito delle prossime elezioni di primavera: per l’espletamento dei bandi, specie di quelli di livello internazionale, occorrerà ancora aspettare dai 4 ai 6 mesi di tempo, per cui – se non ci saranno ulteriori intoppi – si dovrebbe riuscire ad entrare finalmente a regime tra la fine del 2016 e gli inizi del 2017.
In tutto questo lasso di tempo è pienamente legittimo chiedersi quale sarà la situazione che ci dobbiamo aspettare a Roma sul fronte dei cartelloni pubblicitari.
Da ben prima che la Giunta Capitolina approvasse i Piani di Localizzazione molti comuni cittadini hanno espresso il loro parere nei commenti sul blog “Cartellopoli” o sul blog “diarioromano” (erede di “Basta Cartelloni”), denunciando l’avvenuta installazione di impianti pubblicitari che sono stati ritenuti da loro abusivi e che li hanno conseguentemente portati a sostenere che tra ieri ed oggi non sarebbe cambiato niente o che Roma stava addirittura tornando ad essere la cartellopoli dell’epoca del Sindaco Gianni Alemanno.
Anticipo subito in termini di “metodo” che quasi tutti i suddetti cittadini hanno travisato per ignoranza l’effettiva realtà dei fatti, dal momento che la quasi totalità delle installazioni da loro ritenute abusive erano invece pienamente legittimate dalla normativa vigente a quel momento, di cui non erano affatto a conoscenza.
Per chiarire meglio ad ogni modo in termini di “merito” la situazione che ci dovrebbe aspettare da qui alla fine quanto meno del prossimo anno, è più che opportuno fornire tutte le informazioni utili se non altro ad evitare per il futuro ulteriori equivoci, ma anche e soprattutto a far conoscere l’esatto quadro della situazione che ci dovremmo aspettare a Roma e conseguentemente come ci si possa e ci si debba nel caso anche comportare di conseguenza.
Cominciamo con il far sapere il numero degli impianti pubblicitari attualmente installati a Roma.
Secondo la Relazione ai Piani di Localizzazione (pag. 10) “nella Nuova Banca Dati, dunque, sono attualmente censiti circa 28.000 impianti ricadenti nelle tipologie disciplinate dal PRIP, per una superficie espositiva complessiva di oltre 166.000 mq.”: nella tabella seguente è riportata l’articolazione del dimensionamento complessivo nei 15 Municipi di Roma.
Ma alle pag. 17-18 della stessa relazione viene precisato che dei circa 28.000 impianti pubblicitari per una superficie espositiva complessiva di oltre 166.000 mq. “quasi 20.000 (oltre il 70%) sono su suolo pubblico corrispondenti ad una superficie di 119.500 mq.. Questi ultimi costituiscono quelli di diretto interesse per la redazione dei piani di localizzazione”: nella tabella seguente è riportata la distribuzione nei 15 Municipi di Roma.
Va considerato che la Nuova Banca Dati non può censire e quindi tener conto anche degli impianti installati del tutto abusivamente, che però oggi come oggi dovrebbero essere molto pochi.
Per un opportuno confronto con quanti fossero gli impianti pubblicitari censiti all’inizio nella Nuova Banca Dati, che è stata impostata nel 2009, basta rifarsi alla Relazione al Piano Regolatore degli impianti Pubblicitari (PRIP) adottato con Deliberazione della Giunta Comunale n. 3 del 2 febbraio 2011.
Vi si premette (alla pag. 10) che nei primi 9 mesi dell’anno 2010 sono stati rimossi 2.500 impianti e vi si riferisce che “a giugno del 2010 … risultano installati su tutto il territorio capitolino circa 32.700 impianti per 213.00 mq complessivi di superficie espositiva.”
Anche per questo censimento va considerato che la Nuova Banca Dati non poteva censire e quindi tener conto anche degli impianti installati del tutto abusivamente, che però a quell’epoca dovevano essere moltissimi.
Ne deriva ad ogni modo che agli inizi del 2010 ai 32.700 impianti di giugno debbono essere aggiunti i 2/3 dei 2.500 impianti rimossi, vale a dire 1.666 impianti circa, per arrivare a circa 34.366 cartelloni installati a Roma, presumibilmente per circa 233.00 mq. complessivi di superficie espositiva, che sono più o meno i 232.900 mq. di pubblicità autorizzata che si è trovata ad ereditare la Giunta del Sindaco Marino in generale e l’Assessore Marta Leonori in particolare. (vedi https://www.rodolfobosi.it/gli-importanti-provvedimenti-sugli-impianti-pubblicitari-che-la-giunta-capitolina-ha-gia-deliberato-ed-intende-approvare-entro-il-prossimo-2-novembre/).
Come si può ben vedere in termini di superficie espositiva complessiva siamo passati dai 233.00 mq. circa degli inizi del 2010 ai 166.000 mq. di oggi, con una riduzione quindi di più del 50%: se facciamo invece il paragone sempre tra ieri ed oggi ma in termini di numero complessivo di impianti pubblicitari rimossi, allora dopo quasi 5 anni siamo passati dai 34.366 cartelloni degli inizi del 2010 ai 27.911 di oggi, con una riduzione pertanto di 6.455 impianti che è pari a circa il 23%.
Una notevole quantità dei suddetti 6.455 cartelloni fa parte dei 5.000 impianti pubblicitari cosiddetti “senza scheda” di cui con Deliberazione della Giunta Capitolina n. 425 del 13 dicembre 2013 è stata prescritta la totale rimozione, che stando a quanto dichiarato lo scorso 20 ottobre dallo stesso Assessore Leonori sarebbe avvenuta per 4/5 senza che il Comune finora abbia dovuto anticipare alcuna spesa per rimozioni forzate d’ufficio, in quanto i cartelloni sono stati per la quasi totalità rimossi spontaneamente dalle ditte.
Ne deriva quindi che ci sarebbero ancora circa un migliaio di impianti “senza scheda” da rimuovere forzatamente d’ufficio, anticipandone le spese.
Se dunque dei 27.911 impianti pubblicitari censiti oggi nella Nuova Banca Dati prendiamo in esame solo i 19.345 impianti installati su suolo pubblico e da questi togliamo i circa 1.000 cartelloni “senza scheda” che vanno comunque prima o poi rimossi, arriviamo ad avere circa 18.000 impianti pubblicitari che fanno parte della cosiddetta “procedura di riordino”.
Per un opportuno confronto si porta a conoscenza che alla data del 9 maggio 1997, data di chiusura di tutte le domande di partecipazione alla “procedura di riordino”, gli impianti dichiarati come installati erano complessivamente 23.866, di cui 18.835 del tipo scheda “R”, 3.235 del tipo scheda “SPQR” e 1.796 del tipo scheda “ES”.
La riduzione di quasi 6.000 impianti facenti parte del “procedimento di riordino” si spiega presumibilmente con le ditte pubblicitarie storiche che sono negli anni sparite e soprattutto con quelle che nel frattempo sono fallite per causa della crisi economica.
Rispetto agli impianti del “procedimento di riordino” c’è da dare le seguenti informazioni per sapere alla fine quali e quanti di essi avranno il diritto di rimanere installati sul territorio di Roma per lo meno fino alla fine del 2016.
1 – CONCESSIONI ED AUTORIZZAZIONI RILASCIATE PRIMA DEL 1992 – C’è da tener presente anzitutto che per la quasi totalità degli impianti pubblicitari che fanno parte della “procedura di riordino” sono state rilasciate regolari “concessioni” quinquennali (per gli impianti su suolo pubblico sia privati che SPQR) e regolari “autorizzazioni” triennali (per gli impianti privati su suolo privato) prima del 1992, prima cioè che entrasse in vigore il nuovo Codice della Strada, emanato con D.Lgs. n. 285 del 30 aprile 1992, ed il suo Regolamento di attuazione ed esecuzione, emanato con D.P.R. n. 495 del 16 dicembre 1992, entrambi i quali hanno dettato una serie di distanze minime da rispettare di cui non hanno potuto tener conto soprattutto le “concessioni” rilasciate per impianti che si sono quindi trovati a risultare installati in violazione della nuova normativa.
Molti dei suddetti impianti pubblicitari della “procedura di riordino” si sono poi trovati in violazione anche dei vincoli paesaggistici, archeologici e storico-monumentali imposti con divieto tassativo di affissione pubblicitaria, ma sempre dopo il rilascio dei titoli autorizzativi.
Quando il Sindaco Valter Veltroni si dimise anticipatamente per candidarsi da premier alle elezioni nazionali (poi da lui perse), il 27 febbraio 2008 fu nominato Commissario Straordinario il Prefetto Mario Morcone che nelle veci del Consiglio Comunale ha approvato la Deliberazione del Commissario Straordinario n. 45 del 17 marzo 2008, con cui ha integrato la Deliberazione del Consiglio Comunale n. 193 del 25 ottobre 2004 n materia di limiti e deroghe del Codice della Strada e disposizioni relative ai vincoli, decidendo nel seguente modo:
“1. limitatamente agli impianti già autorizzati dall’Amministrazione, le cui concessioni sono in fase di rinnovo e fino alla redazione del Piano Regolatore e dei Piani Particolareggiati dell’impiantistica pubblicitaria, di avvalersi della facoltà prevista dall’art. 23 comma 6 del D.Lgs. n. 285/1992 e dall’art. 51 comma 2 e comma 4 del D.P.R. n. 495/1992 e, di conseguenza, consentire nelle strade urbane di quartiere e locali la permanenza degli impianti pubblicitari, a condizione che gli stessi non risultino collocati nello spazio di avvistamento di cui all’art. 79 del Regolamento di esecuzione del Codice della Strada, ad eccezione degli impianti installati sulle transenne parapedonali che, per la loro funzione di garanzia di sicurezza del pedone, sono ubicati nei pressi degli incroci;
2. consentire la permanenza degli impianti in attesa dell’esatta individuazione delle zone sottoposte a vincoli, procedendo nell’immediato alle rimozioni, con eventuale ricollocazione solo su specifiche richieste degli Enti tutori del vincolo.”
Dal momento che sono stati “redatti” sia il PRIP che i Piani di Localizzazione, le suddette deroghe non dovrebbero essere più vigenti, ma ciò nonostante si registrano a tutt’oggi molti impianti pubblicitari che rimangono installati in violazione tanto del Codice della Strada quanto dei vincoli paesaggistici, archeologici e storico-monumentali con divieto tassativo di affissione pubblicitaria ed in quanto tali destinati a zona “A” dal PRIP.
Alla suddetta problematica è stata data soluzione con la Deliberazione della Giunta Capitolina n. 325 del 13 ottobre 2015, con cui non sono stati soltanto adottati i 15 Piani di Localizzazione degli impianti pubblicitari, ma sono stati dettati anche “ulteriori indirizzi per la gestione temporanea degli impianti pubblicitari inseriti nella Nuova Banca Dati e per il rilascio di autorizzazioni su aree private”.
Riguardo alla suddetta problematica è stato deliberato che “gli impianti già inseriti nella Nuova Banca Dati permangono nell’ubicazione in cui si trovano alla data del presente provvedimento e si procede alla loro ricollocazione soltanto per contrasto al Codice della Strada, per lavori pubblici e per contrasto alla disciplina di tutela paesaggistica-architettonica-archeologica-ambientale come risultante dalla deliberazione Assemblea Capitolina n. 49/2014, su diffida dell’Ente tutore, escludendo spostamenti su iniziativa delle Società”.
Il suddetto indirizzo appare coerente anche con quanto disposto dal 9° comma dell’art. 34 del nuovo Regolamento di Pubblicità, approvato con Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014, secondo cui “gli impianti riconducibili alla procedura del riordino, già riconosciuti come validi nella Nuova Banca Dati, permangono sul territorio, nel rispetto del presente regolamento fino al 31/12/2014, senza possibilità di rinnovo o rilascio di nuove autorizzazioni, e comunque non oltre l’esito delle procedure di gara conseguenti alla redazione dei piani di localizzazione”.
Ne deriva che per rispetto tanto delle norme insuperabili del Codice della Strada quanto delle zone “A” individuate dal PRIP il nuovo Responsabile della Unità Organizzativa “Affissioni e Pubblicità”, Dott.ssa Monica Giampaoli, (vedi https://www.rodolfobosi.it/?p=27336&preview=true) dovrà individuare tutti gli impianti pubblicitari che non sono a norma e trasmettere alle ditte pubblicitarie che ne sono proprietarie l’invito a ricollocarli, ovviamente nel rispetto della zonizzazione del PRIP.
Come esempio significativo si portano gli 11 impianti pubblicitari installati lungo Viale di Tor di Quinto tra lo svincolo per via del Foro Italico (via Olimpica) ed il Poligono di Tiro, in zona soggetta a vincolo paesaggistico imposto il 9 novembre 1987, con divieto tassativo di affissione pubblicitaria: per tale motivo il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) destina quasi l’intera Viale di Tor di Quinto a zona “A”.
Foto tratta da Street View di Google Maps che mostra gli impianti pubblicitari che ad agosto del 2015 risultano installati lungo Viale di Tor di Quinto tra lo svincolo per la via Olimpica ed il Poligono di Tiro
Particolare della Tav. 1_07 del PRIP che mostra la zona “A” anche nel tratto ricompreso tra lo svincolo per la via Olimpica ed il Poligono di Tiro
2 – RICOLLOCAZIONI E SPOSTAMENTI – Sempre con la Deliberazione della Giunta Capitolina n. 325 del 13 ottobre 2015 è stato deciso al riguardo che “la moratoria di cui alla deliberazione Giunta Capitolina n. 380/2014, relativa ai procedimenti ivi dettagliati, è rinnovata fino all’approvazione finale dei Piani di Localizzazione predetti e, in ogni caso, per un tempo massimo di 180 gg. dalla pubblicazione del presente atto”.
Con la richiamata Deliberazione della Giunta Capitolina n. 380 del 30 dicembre 2014 è stato deciso “di disporre una moratoria, per un tempo non superiore a 180 giorni dall’approvazione della presente deliberazione, di tutti i seguenti procedimenti ad iniziativa di parte, anche in corso d’istruttoria, riferiti ad impianti pubblicitari insistenti su suolo pubblico capitolino:
– spostamento/ricollocazione degli impianti pubblicitari;
– adeguamento degli impianti pubblicitari;
– trasformazione/accorpamento degli impianti pubblicitari, ivi comprese le trasformazioni da monofacciali a bifacciali, con esclusione delle trasformazioni riguardanti l’adeguamento ai formati di cui all’art. 20 del Regolamento di Pubblicità (deliberazione Assemblea Capitolina n. 50/2014), senza spostamento sul territorio, e gli accorpamenti fra impianti già inseriti nella Nuova Banca Dati e dotati di identificativo, con esclusione dell’utilizzo dei modelli E relativi alla procedura di riordino degli impianti pubblicitari di cui alla deliberazione Consiglio Comunale n. 254/1994 e ss.”.
La Deliberazione della Giunta Capitolina n. 325 del 13 ottobre 2015 è stata pubblicata sul sito del Comune il successivo 22 ottobre: da questa data dovrebbero scattare quindi i 6 mesi di moratoria, fino cioè alla fine quasi del mese di aprile 2016, salvo un eventuale rinnovo della moratoria fino all’espletamento dei bandi di gara.
3 – TRASFORMAZIONE E ACCORPAMENTO – Il comma 13 dell’art. art. 34 del nuovo Regolamento di Pubblicità, approvato con Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014, detta al riguardo la seguente disposizione: “Fino all’entrata in vigore dei Piani di cui all’art. 19, allo scopo di armonizzare l’impiantistica pubblicitaria esistente e conseguentemente migliorare il decoro urbano, è consentito richiedere l’accorpamento e la trasformazione di più impianti già esistenti aventi formato diverso in nuovi impianti tutti del medesimo formato. La richiesta è consentita a condizione che il numero delle autorizzazioni e/o concessioni ed i relativi metri quadri di esposizione pubblicitaria risultanti dagli accorpamenti e dalle trasformazioni siano uguali o inferiori a quelli originari. Non sono ammesse ricollocazioni e/o spostamenti degli impianti interessati. Le richieste devono riguardare solo gli impianti già autorizzati all’esito della procedura di riordino. Sono fatti salvi, comunque, i limiti complessivi all’esposizione pubblicitaria stabiliti per legge e regolamento comunale.”
Allo stesso riguardo con la Deliberazione della Giunta Capitolina n. 325 del 13 ottobre 2015 è stato precisato che “gli interventi di trasformazione/accorpamento, già consentiti dalla deliberazione Giunta Capitolina n. 380/2014, continuano ad essere istruibili a condizione che gli impianti da trasformare/accorpare siano tutti ricompresi nella medesima zonizzazione di cui alla deliberazione Assemblea Capitolina n. 49/2014” e che “le procedure di trasformazione predette devono riferirsi ad impianti il cui formato non è più previsto dalla normativa vigente e che, soltanto al fine di completare il progetto di accorpamento, possono riguardare anche impianti con formati oggi ammessi, solo se accorpati a impianti con formati non ammessi”: è stato inoltre deciso che “gli impianti oggetto di trasformazione/accorpamento possono modificare la loro ubicazione solo se la posizione degli impianti originari non è idonea ad accogliere l’impianto risultante dall’accorpamento, a condizione che sia mantenuta la stessa zonizzazione o siano decentrati”.
4 – TRASFORMAZIONE DI IMPIANTI IN FORMATI CONSENTITI – A tal riguardo con la Deliberazione della Giunta Capitolina n. 325 del 13 ottobre 2015 è stato precisato che “gli impianti pubblicitari, già inseriti nella Nuova Banca Dati e di cui all’art. 34 comma 9 della deliberazione Assemblea Capitolina n. 50/2014, che presentano una dimensione inferiore a mt. 1×1, divenuti per tipologia e/o formato non più ammessi ai sensi dell’art. 20 della deliberazione Assemblea Capitolina n. 50/2014, possono essere trasformati nel formato mt. 1×1 palina SPQR su semplice richiesta della società ai fini del mantenimento sul territorio, a condizione che non sia modificata l’ubicazione al momento della trasformazione”.
Si dovrebbe trattare delle paline SPQR facenti parte della “procedura del riordino” di mt. 0,70 x 1,00 o di mt. 1,00 x 0,70, che l’art. 32 delle Norme Tecniche di Attuazione del PRIP non ammette, e che possono essere trasformati in paline di mt. 1,00 x 1,00.
5 – IMPIANTI SU PARETE CIECA – Con Determinazione Dirigenziale n. 1900 del 27 luglio 2009 il dott. Francesco Paciello e l’ing. Carlo Di Francesco hanno approvato ed assunto le “Norme tecniche attuative per la presentazione delle istanze relative a pubblicità su area privata”, riportate nell’Allegato “A”, sulla base del quale dal 15 settembre 2009 è stata predisposta anche la relativa modulistica.
L’Allegato “A” contiene un apposito paragrafo dedicato agli “impianti su pareti cieche”, per i quali è stato disposto che “saranno prese in esame soluzioni di impianti pittorici su pareti prive di finestrature con un unico impianto e unico messaggio che occupi tutto o parte della facciata, a seconda degli eventuali limiti specificati nei nulla osta delle Soprintendenze competenti ”, con la precisazione che “non potranno essere autorizzate contemporaneamente sullo stesso edificio pubblicità su pareti cieche e impianti pubblicitari su terrazzi”.
Con il nuovo Regolamento di Pubblicità, approvato con Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014, alla lettera q) del 1° comma (relativa a “impianti su terrazzi e pareti cieche ove consentite”) è stata aggiunta la seguente precisazione: “la parete cieca di cui alla lettera q) può presentare luci o vedute indirette”.
A tal riguardo sempre con la Deliberazione della Giunta Capitolina n. 325 del 13 ottobre 2015 è stato precisato che “l’esposizione pubblicitaria di cui all’art. 4 comma 1 lett. q), se ricadente su parete cieca, può prevedere la copertura di eventuali luci o vedute indirette solo se sussiste il consenso dei proprietari interessati, mediante soluzioni tecniche valutate adeguate dai medesimi interessati ed idonee ad assicurare il passaggio di aria e luce”.
Con la Deliberazione della Giunta Capitolina n. 325/2015 si è voluto ulteriormente precisare tale casistica.
Riportiamo di seguito un esempio di impianto pubblicitario su parete cieca (zona tangenziale est di Roma) che potrebbe essere applicato anche alle facciate dei vicini fabbricati.
6 – RILASCIO DI NUOVA AUTORIZZAZIONE PER PALINE PRIVATE DI MT. 1 X 1 – Con il nuovo Regolamento di Pubblicità, approvato con Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014 all’art. 34 è stato aggiunto un comma 3 bis con il seguente testo: “Fino all’entrata in vigore dei Piani di cui all’art. 19, è autorizzata la pubblicità pittorica di attività e di soggetti economici locali, fino ad un massimo di due unità per il medesimo committente, la quale è realizzata con impianti a tipologia di palina di formato metri 1 x 1 posti su spazio comunale – anche luminosi od illuminati e, comunque, diversi da quelli adibiti per le affissioni dirette, nel rispetto delle norme del presente Regolamento”.
A tal riguardo debbo mettere in evidenza che l’installazione di nuove paline di mt. 1 x 1 porta il comune cittadino che non è a conoscenza della norma suddetta che le consente a supporre erroneamente che si tratti di impianti abusivi ed a supporre conseguentemente che stia ritornando la cartellopoli di prima.
7 – ADEGUAMENTO DEGLI IMPIANTI DEL RIORDINO AI NUOVI FORMATI – Con il nuovo Regolamento di Pubblicità, approvato con Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014, sono stati ridotti i formati degli impianti pubblicitari, eliminando ad esempio il formato da mt. 1,00 x 1,40.
Come esempio significativo vo si porta di seguito la palina da mt. 1,00 x 1,40 che risultava installata su Lungotevere dei Vallati.
È stata sostituita con la seguente palina da mt. 1,00 x 1,00.
8 – CONVERSIONE CON CONTESTUALE RIMOZIONE DI TUTTI GLI IMPIANTI DI DIMENSIONI SUPERIORI AI 6 MQ. – Con il nuovo Regolamento di Pubblicità, approvato con Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014, è stato prescritto al 1° comma dell’art. 14 l’obbligo di convertire – a decorrere dal 1 gennaio del 2015 – tutti gli impianti pubblicitari di dimensioni uguali o superiori a 12 mq. (vale a dire tutti i cartelloni di mt. 4 x 3 o di dimensioni ancora maggiori) in impianti di mt. 3 x 2.
Nella presentazione degli ultimi provvedimenti decisi dalla Giunta Capitolina che l’Assessore Marta Leonori ha voluto far conoscere personalmente lo scorso 20 ottobre, tramite una serie di slide, è stato fra l’altro fatto sapere che la riconversione degli impianti di mt. 4 x 3 è terminata il 10 ottobre scorso, ma non è stato detto se tutte le ditte pubblicitarie abbiano ottemperato a tale obbligo. (per la relativa problematica vedi https://www.rodolfobosi.it/gli-impianti-pubblicitari-di-mt-4-x-3-che-entro-il-20-maggio-2015-non-sono-stati-convertiti-sullo-stesso-posto-in-impianti-di-mt-3-x-2/ e https://www.rodolfobosi.it/gli-ulteriori-cronoprogrammi-approvati-alle-ditte-pubblicitarie-che-entro-il-20-maggio-2015-non-hanno-convertito-i-propri-impianti-di-mt-4-x-3/).
Ne deriva che dovranno essere obbligatoriamente rimossi tutti gli eventuali impianti pubblicitari di mt. 4 x 3 o di dimensioni ancora maggiori che non fossero stati convertiti entro la data del 10 ottobre 2015.
Impianto pubblicitario di mt. 6 x 2 installato in via Cassia a ridosso dell’istituto “Bona Crux”
(Foto scattata il 17 novembre 2015)
Impianto pubblicitario di mt. 6 x 2 installato in via Cassia a ridosso dell’Ospedale Fatebenefratelli
(Foto scattata il 17 novembre 2015)
9 – RIMOZIONE DI TUTTI GLI IMPIANTI PUBBLICITARI “SENZA SCHEDA” – Come già detto, stando a quanto dichiarato lo scorso 20 ottobre dallo stesso Assessore Leonori la rimozione dei 5.000 impianti cosiddetti “senza scheda” sarebbe avvenuta per 4/5 senza che il Comune finora abbia dovuto anticipare alcuna spesa per rimozioni forzate d’ufficio, in quanto i cartelloni sono stati per la quasi totalità rimossi spontaneamente dalle ditte.
Ne deriva quindi che ci sarebbero ancora circa un migliaio di impianti “senza scheda” da rimuovere forzatamente d’ufficio, anticipandone le spese: a tal riguardo l’Assessore Leonori sempre il 20 ottobre scorso ha fatto sapere che erano in fase di aggiudicazione due lotti, ciascuno con importo lordo di 100.000 €, per la rimozione forzata degli impianti pubblicitari.
Quel giorno l’Assessore Leonori ha fatto sapere anche che si arriverà ad avere una rimozione di un impianto di mt. 3 x 2 che invece di 217 € verrà a costare soltanto 80 €: ne deriva che con i 200.000 € stanziati si potranno rimuovere ben 2.500 cartelloni di mt. 3 x 2, compresi quindi sicuramente il migliaio di impianti pubblicitari “senza scheda” da rimuovere forzatamente.
10 – RIMOZIONE DI TUTTI GLI EVENTUALI IMPIANTI PUBBLICITARI COMUNQUE ABUSIVI – Presumibilmente nella notte tra sabato e domenica 8 novembre 2014 è stato installato in maniera del tutto abusiva un impianto pubblicitario in via Aurelia Antica all’altezza del ponte dell’Olimpica (Villa Pamphili).
La sua natura abusiva si deduce anzitutto dal fatto di essere sprovvisto di targhetta con il numero di codice identificativo con cui dovrebbe risultare registrato nella Nuova Banca dati del Comune, dove peraltro con il codice ID n. 122 figura la S.r.l. “ROMANTECH PCTURES” che è stata dichiarata decaduta dal Dott. Francesco Paciello con Determinazione Dirigenziale n. 1345 del 16 maggio 2013.
Questo episodio è stato fatto oggetto di un articolo pubblicato l’11 novembre 2015 sul blog “diarioromano”, che lo considera un pessimo segnale (http://www.diarioromano.it/un-cartellone-abusivo-pessimo-segnale/) per le seguenti motivazioni :“Se alcune ditte hanno ripreso in queste ore a installare cartelloni senza alcuna autorizzazione lo hanno fatto perché ritengono che la riforma sia finita in qualche cassetto. Perché archiviata la giunta Marino e rimossa l’assessore Leonori, pensano che né il commissario, né il futuro sindaco completeranno il procedimento. Quindi – si saranno detti sfregandosi le mani – ricominciamo come prima. Freghiamocene del Piano Regolatore, delle sanzioni, dei canoni, del codice della strada. Riprendiamo a vivere alla giornata e a piantare cartelloni. Anche se restano solo per 4 o 5 mesi, intanto avremo incassato un po’ di soldi.”
L’articolo si chiude nel seguente modo: “Piccola cosa, dirà qualcuno. Ci hanno solo voluto provare! E invece non è affatto una piccola cosa. È un pessimo segnale che qualcuno sta lanciando alla città. Che tornino i camion bar ovunque, che si ripiantino cartelli irregolari, che appaiano le bancarelle sulle fermate dei bus a Termini! Qualcuno sta spingendo per una mini-restaurazione. La giunta Marino ha commesso molti errori ma le cose buone fatte non vanno vanificate. I cittadini resteranno vigili e se da parte del commissario Tronca ci sarà inerzia, non resteranno a guardare.”
Mi trovo sostanzialmente d’accordo con l’amico Filippo Guardascione che ha firmato l’articolo, ma che a quella data non poteva essere a conoscenza di due notizie importanti, quali sono l‘aggiudicazione avvenuta lunedì 16 novembre 2015 del 1° lotto di 100.000 € per la rimozione degli impianti pubblicitari abusivi e l’Ordinanza di quello stesso giorno con cui il Commissario Straordinario Francesco Paolo Tronca ha assegnato alla Dott.ssa Paola Sbriccoli l’incarico di dirigere la Direzione Sportelli Unici, da cui con Deliberazione della Giunta Capitolina n. 357 del 29 ottobre 2015 è stata fatta dipendere l’Unità Organizzativa Affissioni e pubblicità a capo della quale è stata messa la Dott.ssa Monica Giampaoli.
Al Dott. Francesco Paciello è stato assegnato invece l’incarico di direttore della Direzione Sviluppo economico locale e pianificazione delle attività produttive.
Da ieri la nuova struttura organizzativa figura sul sito del Comune di Roma.
Prima ancora quindi che al Commissario Tronca, spetta alla Dott.ssa Monica Giampaoli il compito di evitare che Roma torni ad essere la cartellopoli dell’epoca del Sindaco Alemanno ed in caso di inerzia da parte sua compete comunque alla Direttrice Paola Sbriccoli l’esercizio dei poteri sostitutivi.
In considerazione della disponibilità delle risorse economiche necessarie alla rimozione forzata d’ufficio di tutti gli impianti pubblicitari accertati come abusivi, non ci possono essere scusanti per ritardare sine die atti dovuti d’ufficio, come tutti quelli da me ricordati in ognuna delle 10 informazioni precedentemente fornite, né da parte della Dott.ssa Monica Giampaoli né da parte della Dott.ssa Paola Sbriccoli, anche perché le eventuali installazioni di impianti pubblicitari abusivi avverranno presumibilmente da parte di ditte che non hanno niente da perdere ed il cui unico scopo è di speculare il più a lungo possibile con lo sfruttamento di una pubblicità abusiva per tutto il tempo necessario alla materiale rimozione dei cartelloni.
Specialmente dopo che con Deliberazione della Giunta Capitolina n. 343 del 23 ottobre 2015 sono stati dettati i “criteri generali di ammissione alle procedure di assegnazione degli impianti S.P.Q.R.” (vedi https://www.rodolfobosi.it/la-giunta-capitolina-ha-approvato-la-delibera-con-cui-detta-i-criteri-generali-di-ammissione-alle-procedure-di-assegnazione-degli-impianti-pubblicitari-di-proprieta-del-comune-spqr/), le ditte pubblicitarie che hanno partecipato al “procedimento di riordino” rispettandone pienamente la disciplina non vanno a correre il rischio di essere escluse da ogni gara futura per causa di un impianto installato abusivamente ed in quanto tale equiparabile ad un “senza scheda”.
Ne deriva che sarà ben chiara e senza difficoltà l’eventuale opera di repressione degli impianti pubblicitari cha da qui in poi dovessero essere installati del tutto abusivamente.
Da tutto il quadro sopra descritto emerge in conclusione che non ci dovrebbe essere alcun rischio per Roma di tornare ad essere una cartellopoli, a maggior ragione perché si va incontro al Giubileo, in prospettiva del quale la Dott.ssa Paola Sbriccoli dovrebbe sollecitare la Dott.ssa Monica Giamapoli a completare le operazioni di decoro che spettano a Roma, facendo non solo ricollocare gli impianti in violazione del Codice della Strada e delle zone “A” del PRIP, ma soprattutto rimuovere tutti quegli impianti pubblicitari che non hanno più diritto di rimanere installati sul territorio (“senza scheda”, megaimpianti ecc. ecc.).
Da parte di VAS ci saranno a breve espresse richieste in tal senso.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi