Sono già più di cinquantamila i pini comuni trattati contro il parassita alieno, la cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis), che dal 2018 li sta infestando.
Il dato è stato comunicato durante una commissione dedicata a conoscere i progressi dei trattamenti effettuati sugli alberi simbolo della capitale.
I pini trattati contro la cocciniglia
“Nel 2021 in città abbiamo trattato 3235 pini con l’appalto legato all’accordo quadro della cura del verde.
Nel 2022 con lo stesso appalto altri 38.205 pini.
Per un totale di 41.440mila trattamenti, da parte delle ditte che si occupano nel verde, solo nel 2021/2022” ha elencato Valerio Barletta, capo segreteria dell’assessorato all’ambiente di Roma Capitale.
Ma non sono stati gli unici eseguiti.
Anche nel biennio 2020-2021, con un secondo appalto, sono stati effettuati degli interventi contro la cocciniglia.
In quel caso il numero è stato di 10.345.
Un dato quest’ultimo, ha spiegato Barletta, che “considera anche le donazioni effettuate dai cittadini” su alcune aree come, ad esempio, Villa Pamphilj.
Il totale dei pini su cui è stato iniettata l’abamectina, l’insetticida in grado di contrastare la cocciniglia tartaruga, sono stati 51.785.
Praticamente tutti gli esemplari di Pinus pinea situati su aree di proprietà comunale, hanno ricevuto un trattamento.
“Un anno fa avevamo preso l’impegno di accelerare sulla cura dei pini minacciati dalla Toumeyella.
C’era grande preoccupazione in città per il destino dei nostri pini, un grande patrimonio ambientale ed identitario di Roma, perché fino all’anno precedente – ha ricordato Giammarco Palmieri, il presidente della commissione ambiente – gli interventi erano stati molto limitati”.
Una battaglia appena cominciata
“Oggi possiamo dire che quell’impegno l’abbiamo mantenuto, tutti i pini hanno avuto il trattamento e adesso – ha aggiunto Palmieri – ci apprestiamo a partire con il secondo giro”.
Perché, com’è ormai chiaro, non basta un solo trattamento per sconfiggere la cocciniglia che viene dai Caraibi e che, sui pini romani, ha deciso di mettere dimora.
Ma come avviene con molte altre specie aliene che hanno raggiunto la Capitale, oggi si tratta di riuscire a trovare un modo per conviverci.
“La difficoltà della lotta con questo insetto – ha ammesso con molta franchezza Francesco Messina, del dipartimento ambiente – è che lo teniamo a bada ma non lo eliminiamo”.
Perché è impossibile, ad oggi, eliminarlo?
L’efficacia ed i metodi di trattamento
Intanto perché gli interventi effettuati sono sugli alberi nelle aree di proprietà comunale.
A cui andrebbero sommati quelli necessari su terreni privati o di proprietà di altri enti.
Poi perché anche i 51mila trattamenti eseguiti, non garantiscono risultati uniformi.
“Il prodotto che andiamo ad utilizzare raggiunge la chioma e permane per dei periodi che sono abbastanza variabili.
Non tanto per il prodotto, ma per i veicolanti utilizzati” ha spiegato il funzionario del dipartimento ambiente.
Se è chiaro che l’insetticida da usare è l’abamectina, diverso è il modo in cui inocularlo.
Esistono 5 o 6 metodi di endoterapia” ha ricordato Messina.
C’è chi applica dei fori sul tronco chi usa delle sacche e chi l’arborjet, una sorta di lunga pista che inietta l’insetticida nel fusto.
Una battaglia appena cominciata
Poi c’è da considerare la stagione in cui il trattamento viene eseguito.
La cocciniglia, in questo periodo dell’anno, è dormiente.
Ma è anche il momento, l’inverno, in cui l’insetticida dura più a lungo.
In generale comunque l’efficacia dei trattamenti varia tra un 80 ed un 90%.
Significa che anche nelle migliori ipotesi restano vive il 10% delle cocciniglie.
Con quali risultati?
Ancora una volta viene in soccorso la spiegazione del dipartimento ambiente.
“Ogni femmina adulta può fare fino a 200-300 uova e può arrivare a mettere alla luce tre generazioni in un periodo estivo”.
Significa, appunto, che bastano poche decine di insetti adulti per creare decine di migliaia di nuovi parassiti.
Anche per questo, devono continuare gli studi sulle metodologie più efficaci di trattamento.
E, ovviamente, devono proseguire anche i trattamenti.
Cosa che significa, ogni anno, dover mettere a bilancio delle cospicue risorse per contrastare la toumeyella.
Ancora per diversi anni.
(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo l’8 febbraio 2023 sul sito online Roma Today”)