Come ormai noto a tutti alle ore 19,29 dell’8 ottobre 2015 è stato dato l’annuncio ufficiale delle dimissioni che il Sindaco di Roma Ignazio Marino ha dovuto dare, costretto dalla sua stessa maggioranza in seno all’Assemblea Capitolina, che – in barba al garantismo che ha sempre sbandierato – stavolta non ha trovato di meglio che non perdonare al “suo” stesso Sindaco (al momento nemmeno ufficialmente indagato) l’accusa ancora tutta da dimostrare di alcuni suoi presunti scontrini falsi.
A conferma di questo voltafaccia l’Assessore alla Cultura Giovanna Marinelli ha rilasciato una intervista che è stata pubblicata ieri sulla cronaca di Roma del quotidiano “Il Messaggero” con un articolo dal titolo “Se viene meno il sostegno politico fare un passo indietro è doveroso”, in cui viene messa in risalto la sua seguente significativa affermazione: “il primo cittadino è stato mollato dal suo partito, non dai suoi elettori”.
Per testimonianza diretta, acquisita sul fronte della dura battaglia iniziata nel 2011 e vinta per il momento con l’approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) e del nuovo Regolamento di Pubblicità, posso oggi affermare con fondati motivi che a tentare quanto meno di “mollare” da ben prima il Sindaco di Roma sono stati non solo il suo stesso partito (PD), ma anche gli altri gruppi politici della sua maggioranza: porto a conoscenza che fin dall’inizio del procedimento di revisione del PRIP licenziato dalla Giunta di Alemanno (settembre 2013) mi è stato detto da fonti autorevoli di non fidarmi della maggioranza dell’Assemblea Capitolina.
In molte occasioni mi sono trovato in seguito a rapportarmi (in sede di Commissioni Consiliari prima e direttamente in aula Giulio Cesare poi) con diversi consiglieri tra cui il Presidente della Commissione Bilancio Alfredo Ferrari (PD), l’ex capogruppo PD in Campidoglio Francesco D’Ausilio ed il capogruppo della Lista Civica Marino Sindaco, Luca Giansanti, che alla fine di giugno del 2015 si sono dovuti autosospendere perché erano finiti in diverse intercettazioni delle carte dell’inchiesta su Mafia Capitale.
Luca Giansanti ha partecipato di persona per la prima volta alla riunione della Commissione Commercio che si è tenuta il 26 giugno 2014 per l’espressione del parere da dare alla proposta del PRIP licenziata dalla Giunta Capitolina e per intervenire sul criterio per garantire una “premialità” alle ditte “virtuose”. (vedi https://www.rodolfobosi.it/per-dare-una-premialita-a-tutti-i-costi-alle-ditte-virtuose-senza-nemmeno-sapere-come-e-quali-sono-la-commissione-commercio-boccia-lemendamento-gia-conco/)
Fra i consiglieri dei gruppi di maggioranza da me conosciuti c’è stato anche il capogruppo del Centro Democratico Massimo Caprari, che in quasi tutte le riunioni della Commissione Commercio dedicate al PRIP ha mandato una sua fidata collaboratrice: è stato arrestato agli inizi di giugno del 2015 assieme al consigliere Pierpaolo Pedetti (PD) ed all’allora Presidente dell’Assemblea Capitolina Mirko Coratti.
Prima ancora (fine di ottobre del 2014) Francesco D’Ausilio aveva commissionato in proprio, ma in qualità di allora capogruppo del PD, un sondaggio sul gradimento di Marino, per dimostrare anche, a suo dire, che il Sindaco non conosceva nemmeno le correnti di quel partito che l’ha portato al Campidoglio: il sondaggio gli è costato le dimissioni da capogruppo del PD.
Fra le “correnti” del PD che non conosceva forse Marino, ma che è stata costretta a conoscere più che bene l’Assessore Marta Leonori, c’è stata quella che fa capo al Presidente della Commissione Commercio Orlando Corsetti, che in totale eccesso di potere si è inventato un procedimento di partecipazione alla redazione del PRIP, che si sarebbe dovuto concludere “con la stesura di un testo finale del Piano da sottoporre alla approvazione della Giunta e dell’Assemblea Capitolina”. (vedi https://www.rodolfobosi.it/la-telenovela-senza-fine-del-percorso-di-partecipazione-per-la-stesura-del-piano-regolatore-degli-impianti-pubblicitari-prip/)
L’anomalo procedimento è iniziato il 22 ottobre 2013 ed è stato ufficiosamente chiuso con una Nota di Corsetti ad Assessore Leonori del 14 aprile 2014, senza nessuna stesura di un testo finale delle Norme Tecniche di Attuazione del PRIP: si è trattato di un tempo enorme perso inutilmente, che ha fatto ritardare di ben 6 mesi l’adozione del PRIP, avvenuta con Decisione della Giunta Capitolina n. 35 del 30 aprile 2014.
CON IL SENNO DI POI È OGGETTIVAMENTE INCONFUTABILE CHE SE NON SI FOSSERO PERDUTI QUESTI 6 MESI, OGGI AVREMMO I PIANI DI LOCALIZZAZIONE GIÀ DEFINITIVAMENTE APPROVATI.
Dalla lettura della rassegna stampa di ieri sono venuto a sapere che 10 consiglieri del PD (su un totale di 19) si sarebbero messi a piangere alla notizia delle dimissioni del Sindaco Marino: la notizia, se rispondente al vero, è estremamente significativa perché – anche a voler ammettere che non siano state lacrime di coccodrillo – lascia ben capire che malgrado i rimpasti di ben 4 consiglieri, quasi la metà dell’attuale partito di maggioranza non ha di certo “rimpianto” invece le dimissioni del Sindaco e le ha anzi presumibilmente quanto meno “forzate” se non causate.
Le dimissioni del Sindaco sono state date nel momento in cui la Giunta Capitolina stava per approvare la proposta dei 15 Piani di Localizzazione, da trasmettere poi ai Consigli dei rispettivi Municipi, per acquisire il “parere” di loro competenza, dopo avere attivato il Regolamento di partecipazione dei cittadini, previsto espressamente dall’art. 32 delle Norme Tecniche di Attuazione del PRIP: la proposta del testo della delibera di Giunta era stata predisposta dagli Uffici competenti ben 16 giorni fa ed è tuttora all’esame del Segretario Generale.
LE DIMISSIONI LASCIANO COSÌ A METÀ IL PROCEDIMENTO DI ADOZIONE ED APPROVAZIONE DEI PIANI DI LOCALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI PUBBLICITARI, PER CUI È LECITO CHIEDERSI A QUESTO PUNTO COSA SUCCEDE.
La normativa vigente in materia è data dal D.Lgs. n. 267 del 18 agosto 2000, che al 3° comma dell’art. 53 stabilisce che “le dimissioni presentate dal sindaco o dal presidente della provincia diventano efficaci ed irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al consiglio. In tal caso si procede allo scioglimento del rispettivo consiglio, con contestuale nomina di un commissario”.
Ne deriva quindi che la Giunta Capitolina rimane in carica per i prossimi 20 giorni, durante i quali può assolvere alla ordinaria amministrazione nella piena totalità dei suoi membri, anche perché le dimissioni degli Assessori risultano essere state solo annunciate ma non formalizzate.
Il Campidoglio ha fatto sapere che Marino «formalizzerà le dimissioni il 12 ottobre, lunedì»: dal giorno successivo scatteranno i fatidici 20 giorni durante i quali potrà ripensarci.
Se l’addio sarà mantenuto, il 2 novembre decadrà da sindaco: fino a tale data quindi la Giunta Capitolina è in grado di assolvere alla ordinaria amministrazione.
Il 1° comma del successivo art. 141 dispone che “i consigli comunali … vengono sciolti con D.P.R., su proposta del Ministro dell’interno: … b) quando non possa essere assicurato il normale funzionamento degli organi e dei servizi per le seguenti cause: … 2) dimissioni del sindaco”.
Il successivo 3° comma dispone che “con il decreto di scioglimento si provvede alla nomina di un commissario, che esercita le attribuzioni conferitegli con il decreto stesso.”
Come riportato ieri dal quotidiano “l’Avvenire” le dimissioni diventeranno esecutive entro 20 giorni, l’Assemblea Capitolina sarà dunque sciolta ai primi di novembre con Decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell’Interno ed il Governo avrà altri 90 giorni per individuare e proporre tramite il Viminale un commissario, del rango di prefetto, nominato sempre con un Decreto del Presidente della Repubblica per gestire l’ordinaria amministrazione.
Il successivo 4° comma stabilisce che “il rinnovo del consiglio nelle ipotesi di scioglimento deve coincidere con il primo turno elettorale utile previsto dalla legge” vale a dire in una domenica tra il 15 aprile ed il 15 giugno 2015, presumibilmente assieme al rinnovo di amministrazioni di altre città.
Va ad ogni modo messa in preventivo anche l’eventualità di uno slittamento delle elezioni alla fine del 2016, con la motivazione del Giubileo.
Se si tiene conto della suddetta vigente normativa, si hanno le seguenti possibilità:
1 – entro i prossimi 20 giorni la Giunta Capitolina può e secondo me deve anzi approvare la delibera riguardante la “proposta” dei 15 Piani di Localizzazione da sottoporre poi al parere dei 15 Municipi, se non altro perché già predisposta da ben 16 giorni ed attualmente all’esame del Segretario Generale del Comune;
2 – se malauguratamente non ci fosse la volontà politica di “chiudere” questa importante fase attuativa del PRIP (ed il fatto sarebbe a mio giudizio estremamente grave), il Commissario Straordinario che verrà nominato può comunque approvare lui, nelle veci della Giunta Capitolina, la delibera relativa alla “proposta” dei 15 Piani di Localizzazione (a conferma di questo diritto-potere si portano le deliberazioni n. 6 del 10 marzo 2008, n. 45 del 17 marzo 2008 e n. 38 del 22 aprile 2008, tutte approvate dall’allora Commissario Straordinario Mario Morcone).
Riguardo alla possibilità poi che sulla “proposta” dei 15 Piani di Localizzazione riescano ad esprimere il “parere” di propria competenza i Municipi, a quel momento forse tutti anch’essi commissariati, trattandosi di piani attuativi del PRIP, va valutata l’opportunità di consentire ai 15 eventuali Commissari di esprimere comunque nelle veci dei rispettivi Consigli Municipali il “parere” di loro competenza, affidando ad ognuno di essi il compito di attivare il Regolamento di partecipazione dei cittadini, previsto espressamente dall’art. 32 delle Norme Tecniche di Attuazione del PRIP: la partecipazione diretta di cittadini, dei comitati di quartiere, delle associazioni e delle ditte pubblicitarie potrà essere di notevole aiuto se non sopperire all’esame di ogni Piano di Localizzazione che sarà affidato all’Ufficio Tecnico del Municipio, in sostituzione della preventiva istruttoria affidata per prassi alla Commissione Commercio.
In tal modo si consentirebbe al Commissario Straordinario del Comune di Roma di controdedurre poi ai “pareri” dei Municipi e di approvare definitivamente tutti e 15 i Piani di Localizzazione prima delle elezioni di maggio del prossimo anno, rimandando al futuro nuovo Sindaco di Roma ed alla sua Giunta il compito di espletare i bandi di gara per l’assegnazione della gestione decennale degli impianti pubblicitari individuati dai Piani di Localizzazione.
In assenza di queste minime garanzie di consolidamento irreversibile degli strumenti di attuazione del PRIP, specie se poi a votare si andrà a dicembre dell’anno prossimo, anziché a maggio, temo lo stesso rischio paventato dal Sindaco nel seguente passo finale del testo delle sue dimissioni: “Spero e prego che questo lavoro – in un modo o nell’altro – venga portato avanti, perché non nascondo di nutrire un serio timore che immediatamente tornino a governare le logiche del passato, quelle della speculazione, degli illeciti interessi privati, del consociativismo e del meccanismo corruttivo-mafioso”.
Nel caso specifico da me trattato il rischio è che, per causa di questa interruzione forzata di ogni attività amministrativa fino a maggio o peggio ancora fino a dicembre del prossimo anno, a Roma torni a regnare la “cartellopoli” che ha dilagato all’epoca del Sindaco Alemanno, proprio in pieno svolgimento del Giubileo, mostrando visivamente a tutti i pellegrini che verranno a Roma in che misura viene tenuto il decoro della capitale e con esso la legalità.
In tal caso malaugurato una grossa responsabilità ricadrà sulle spalle del futuro Commissario Straordinario e della dott.ssa Paola Sbriccoli, che dal prossimo 1 novembre si insedierà al comando della Direzione Sviluppo economico locale e pianificazione delle attività produttive – Affissioni e Pubblicità, subentrando al dott. Francesco Paciello a cui va oggettivamente riconosciuto il merito di essere stato il fulcro dei risultati fin qui raggiunti grazie anche e soprattutto al suo supporto ed alla sua consulenza fornita sempre in modo più che corretto sul piano tecnico e soprattutto su quello giuridico: ne sono una riprova non ultima tutte le ultime pronunce del TAR del Lazio che hanno dato sempre ragione al Comune rigettando i ricorsi delle ditte pubblicitarie.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi
AGGIORNAMENTO
Per quanto riguarda il destino dei 15 Municipi di Roma il 4° comma dell’art. 27 del nuovo Statuto del Comune di Roma, approvato con deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 8 del 7 marzo 2013, stabilisce che “i Consigli dei Municipi sono eletti contemporaneamente all’Assemblea Capitolina, anche nel caso di scioglimento anticipato della medesima; restano in carica per la durata del mandato dell’Assemblea Capitolina; esercitano le loro funzioni sino alla elezione dei nuovi, limitandosi, dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali, ad adottare gli atti urgenti e improrogabili.”
Lo conferma il seguente articolo di oggi pubblicato sulla cronaca di Roma del quotidiano “Corriere della Sera”.
Ne deriva che ad esprimere il “parere” sulla proposta dei Piani di Localizzazione dovrebbero essere presumibilmente gli tessi 15 Consigli municipali e non i commissari o i subcommissari nominati dal Commissario Straordinario di Roma.
Per quanto riguarda invece l’eventualità che si vada a votare alla fine del prossimo anno si riporta il seguente articolo pubblicato oggi sul quotidiano “Il Messaggero”.