In Francia all’epoca della monarchia la pubblicità esterna era considerata a priori una “attività sediziosa” per cui occorreva ogni volta l’autorizzazione del re ed un controllo dei suoi contenuti da parte della censura (ad eccezione del caso che la pubblicità fosse dello Stato o dello stesso re).
Alla rivoluzione francese hanno fatto seguito la legge del 16 e 24 agosto 1790 ed una sentenza della Corte di Cassazione, che a partire dal 1847 ha sottoposto in linea di principio ogni affissione alla autorizzazione del Sindaco: la Giurisprudenza ha consacrato questo procedimento con un decreto del 1852.
La legge sulla stampa del 29 Luglio 1881 (art. 68) ha dato alle affissioni un vasto spazio di libertà, considerando il consenso del proprietario di un mezzo pubblicitario un presupposto acquisito anche se quest’ultimo non avesse fatto dipingere sul muro la scritta “diritto di affissione”.
Dopo un periodo di invasione anarchica di manifesti e insegne pubblicitarie, le leggi del 27 gennaio 1902 hanno autorizzato sindaci e prefetti a vietare l’affissione su tutti i monumenti e gli edifici a carattere artistico: una successiva legge del 20 aprile 1910 ha vietato qualsiasi affissione su un elenco ben individuato di monumenti e siti, permettendo ai Prefetti di definire il perimetro di una fascia di rispetto attorno a tutti quelli con divieto di affissione.
Una legge del 1924 ha vietato gli impianti pubblicitari nelle stazioni termali, balneari e turistiche, mentre un decreto-legge del 30 ottobre 1935 ha introdotto esplicitamente il concetto di insegna, per proteggere i supporti più importanti (muri, portoni ecc..), ma non anche il paesaggio o l’ambiente .
La legge n. 217 del 12 aprile 1943 ha cercato per la prima volta di conciliare la libertà di affissione con la protezione dell’estetica delle città o dei siti e dei monumenti: ha consentito ai Prefetti di emanare norme di pubblicità locale su basi estetiche e di vietare la pubblicità di più di 3 mq. su supporti esistenti al di fuori delle aree urbane, consentendo “preinsegne” di 1,5 mq. per autorimesse, alberghi, stazioni di rifornimento e ristoranti.
Ma la possibile sanzione in caso di violazione è stata solo di tipo penale, cosa che ha reso la legge poco o male applicata, anche perché il giudice penale il più delle volte non ha dato nessun seguito alle denunce.
La legge n. 1150 del 29 dicembre 1979 varata sotto l’egida di Michel d’Ornano (Ministro dell’Ambiente dal 1978 al 1981), relativa “alla pubblicità, alle insegne ed alle preinsegne” è stata promulgata per cercare di correggere le carenze del testo del 1943: prevedeva fra l’altro che i contratti di gestione per l’arredo urbano non potessero superare i 10 anni, con possibilità di essere rinnovati.
Michel d’Ornano (1924-1991)
L’art. 14 della Sezione 4 stabiliva la procedura di istituzione delle zone della pubblicità autorizzate (ZPA), della pubblicità limitata o ristretta (ZPR) e della pubblicità allargata o estesa (ZPE), sulla base delle quali i Comuni (tra cui Parigi) hanno poi redatto i propri Regolamenti Locali di Pubblicità (RLP) con allegati i piani di zonizzazione.
Per l’applicazione della suddetta legge è stato emanato il Decreto n. 923 del 21 novembre 1980 relativo al regolamento nazionale della pubblicità, che ha stabilito le condizioni da applicare ad una serie di impianti pubblicitari, da sottoporre ad un regime di autorizzazione.
Con il Decreto n. 924 sempre del 21 novembre 1980 è stata stabilita la procedura di istituzione delle zone di regolamentazione speciale previste dagli articoli 6 e 9 della legge n. 1150/1979
Per l’applicazione della legge n. 1150/1979 è stato emanato anche il Decreto n. 211 del 24 febbraio 1982 relativo al regolamento nazionale della insegne, che ha stabilito alcune condizioni da applicare alle preinsegne.
Essendo la pubblicità una fonte di reddito per coloro che l’autorizzano, è stato difficile controllarla e limitarla, nonostante gli sforzi da un lato del Consiglio di Architettura, Pianificazione e Ambiente (CAUE) e dall’altro lato i parchi naturali regionali, che sono stati spesso i primi a tentare di arginare e regolare lo sviluppo incontrollato della pubblicità.
La legge n. 1150/1979 è stata modificata solo una volta dalla legge n. 101 del 2 febbraio 1995 sul rafforzamento della protezione ambientale, definita anche “Barnier Act” dal nome di Michel Barnier (Ministro dell’Ambiente del Governo Edouard Balladur dal 1993 al 1995), prima di essere codificata da una ordinanza del 18 settembre 2000, seguita dall’ordinanza n. 1199 del 12 novembre 2004, per diventare il primo capitolo del titolo VIII “Tutela della vita” nel Libro V “prevenzione dell’inquinamento, dei rischi e dei fattori nocivi” del Codice dell’Ambiente francese (artt. da 1 a 45).
Michel Barnier
Un’ordinanza del 1986 ha stabilito che le condizioni di accesso agli spazi pubblicitari dovessero essere uguali per tutti gli inserzionisti: di fatto l’ordinanza non è mai stata applicata e i centri media, che svolgevano un lavoro d’intermediazione fra gli inserzionisti e i mezzi, sono stati considerati i principali colpevoli o comunque visti come quelli che non permettevano di rispettare il criterio di uguaglianza perché non comunicavano ai clienti a quanto i mezzi fatturassero realmente gli spazi pubblicitari.
Sullo sfondo, però, c’era anche il dubbio che la pianificazione non venisse fatta soltanto in base a criteri di efficacia, ma anche tenendo conto della maggiore o minore commissione che i mezzi erano disposti a pagare al centro media.
Dal mese di dicembre del 1992 la legge di Michel Sapin (Ministro dell’Economia e del Lavoro dal 1992 al 1993) ha in pratica messo fuori gioco gli intermediari, stabilendo che i centri media possano essere remunerati solo dagli inserzionisti e che le fatture debbano essere inviate direttamente dalle concessionarie agli inserzionisti.
Alla fine del XX secolo, quando la società dei consumi si è estesa, la diffusione di distintivi, spille, portachiavi, adesivi e altri articoli promozionali trasportabili è diventata uno dei modi di diffusione della pubblicità nello spazio pubblico: si tratta di oggetti non chiaramente disciplinati dalla legge, così come lo shockvertising sempre più utilizzato dai pubblicitari, a volte in campagne globali.
Anche la segnaletica stradale si è avvicinata alla pubblicità: con un decreto dell’11 febbraio 2008 è stata creata una “Segnaletica di Informazione Locale” (SIL) ed il Centro di studi su reti, trasporti, urbanistica ed edifici pubblici (CERTU) ha realizzato con la Delegazione per la sicurezza e la circolazione stradale MEEDDAT una guida metodologica a questo riguardo.
Nonostante parecchi decreti applicativi del 1980-82 e del 1996, nonché una modifica nella sua parte normativa codificata dalla ordinanza del 16 ottobre 2007 (articoli da 1 a 88 del Codice R581) e quasi 10 circolari con l’ultima del giugno 2008, a molti francesi è rimasta la sensazione che la pubblicità esterna abbia continuato ugualmente a diffondersi.
Le Organizzazioni Non Governative (ONG) come “Alleanza per il pianeta” (fondata nel 2006 e sciolta il 30 giugno 2012) hanno messo in evidenza nel 2007 che il contenuto dei messaggi pubblicitari non era sottoposto ad una analisi dei loro impatti tramite un sistema di autoregolamentazione di verifica della pubblicità in funzione di obiettivi di uno sviluppo sostenibile: nel mese di aprile del 2008 è stato avviato anche un tentativo di sottoscrivere una Carta di impegni e di obiettivi per una pubblicità ecocompatibile, con la costituzione di un organismo formato da professionisti e da rappresentanti delle ONG ambientaliste e delle associazioni di difesa dei consumatori per regolamentare assieme il mercato pubblicitario.
In Francia nel 2008 la federazione delle associazioni per la protezione della natura “France Natura Ambiente” (FNE), fondata nel 1968, ha chiesto che gli annunci che promuovono “crimini ambientali” fossero contraddistinti da una maggiore trasparenza e da criteri socio- ambientali nella revisione, nonché una certificazione ambientale credibile e riconosciuta, con sanzioni per chi contravviene.
Un secondo asse di critica ha riguardato l’impatto diretto della pubblicità sull’ambiente: consumo di risorse (carta , energia) ed inquinamento sonoro e visivo.
Nel 2008, su iniziativa della Sig.ra Nathalie Kosciusko-Morizet, membro dell’Unione per un Movimento Popolare (UMP) è stato fatto uno studio sulla pubblicità esterna che ha portato nell’anno successivo a redigere il rapporto del Senato Amboise M Dupont che è arrivato alla conclusione della necessità di cambiamenti della legislazione in materia di pubblicità.
Nathalie Kosciusko-Morizet
Il 23 luglio 2009 è stata così approvata quasi all’unanimità dal Parlamento e poi promulgata il 3 agosto 2009 la legge n. 967 cosiddetta Grenelle I “de programmation relative à la mise en oeuvre du Grenelle de l’environnement”, composta da 57 articoli e suddivisa in sei Titoli: I. Lotta al cambiamento climatico; II. Biodiversità e ambienti naturali; III. Rischi per ambiente e salute, rifiuti ; IV. Lo Stato esemplare; V. Governance e informazione; VI. Disposizioni specifiche per i Territori d’Oltremare.
Il provvedimento ha deluso le aspettative delle associazioni ambientaliste e dei movimenti “antipubblicità” sensibili all’influenza della pubblicità onnipresente.
Organizzazioni non governative come “Resistenza alla aggressione della pubblicità” (RAP), fondata il 20 giugno 1992, ed il Collettivo dei “Déboulonneurs” hanno intrapreso azioni dimostrative, imbrattando gli impianti pubblicitari di diverse città della Francia.
Lione
Lille
L’ONG “Paesaggi della Francia”, associazione fondata nel 1992 che svolge invece azioni legali che mirano a modificare i comportamenti o la legislazione, ha deplorato le misure insufficienti della legge Grenelle I, l’illusione di lasciare il potere di supervisione e controllo ai Sindaci (con possibili conflitti di interesse in piccole città ) e la persistenza di pannelli di grandi dimensioni (fino al 12 mq.): ha chiesto che anche il Consiglio Nazionale del paesaggio esprimesse un parere sulle proposte contenute nella relazione nel luglio 2009, prima che le disposizioni fossero incorporate nel disegno di legge “Grenelle II” (Atto Senato n. 155).
Dopo poco più di un mese dall’approvazione della Grenelle I, il 15 settembre 2009 é infatti iniziato al Senato l’esame in assemblea del secondo progetto di legge previsto in seno al Programma sommariamente descritto in precedenza, insieme con altre proposte di legge abbinate sulla materia e con “uno studio di impatto” ad esso relativo: al riguardo il Governo ha formulato “la dichiarazione di urgenza” sul testo legislativo, attivando una procedura particolare in base alla quale il Primo Ministro, dopo la conclusione della prima lettura del testo in ciascuna Camera, senza che esso sia stato adottato, ha la facoltà di attivare la riunione di una “Commissione mista paritetica” per giungere celermente alla sua definitiva approvazione (ex art. 45 Cost.).
La legge Grenelle II n. 788 (con articoli da 36 a 50) è stata definitivamente approvata dal Parlamento il 29 giugno 2010 e promulgata il 12 Luglio 2010: ha segnato comunque un notevole progresso, perché ha consentito i Regolamenti Locali di Pubblicità (RLP) di essere anche più restrittivi rispetto alle norme nazionali.
Mentre la Grenelle I ha fissato gli “obiettivi nazionali” della nuova politica ambientale francese, la Grenelle II ha rappresentato una declinazione tecnica e strumentale finalizzata al perseguimento di detti obiettivi.
Anche il secondo testo normativo si suddivide in sei Titoli: I. Edilizia e Urbanistica; II. Trasporti; III.Energia; IV. Biodiversità; V. Rischi per la salute, rifiuti; VI. Governance.
La legge Grenelle II ha precisato che un Regolamento Locale di Pubblicità (RLP), pubblico, allegato al Piano Locale Urbanistico (PLU) (o ai documenti di pianificazione) deve essere “elaborato, rivisto o modificato conformemente alle procedure di elaborazione, di revisione o di modifica di piani locali urbanistici (…) , con l’ eccezione delle disposizioni relative alla procedure di modifica semplificata prevista dall’articolo L. 123-13 e le disposizioni transitorie di cui all’articolo L. 123-19 dello stesso codice” e, se del caso, “le disposizioni dei regolamenti pubblicitarie locali devono essere compatibili con le linee guida per la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo sostenibile della Carta che si applicano alla zona di appartenenza di un parco nazionale di cui al 2° del I dell’articolo L. 331-3 e con gli orientamenti e le misure il noleggio di un parco regionale di cui all’articolo II L. 333-1“.
Prima di essere adottato, il progetto di Regolamento Locale di Pubblicità deve essere sottoposto a consultazione pubblica dopo essere stato congedato dall’Établissement Pubblico di Cooperazione Intercomunale (E.P.C.I.) o dalla divisione amministrativa Commune, nonché dopo essere stato sottoposto a riesame alla commissione dipartimentale adeguata sulla natura, paesaggi e siti (parere considerato favorevole per silenzio-assenso se non c’è stata risposta entro 3 mesi ).
Il controllo sulla pubblicità spetta sempre al prefetto o al sindaco se c’è un Regolamento Locale di Pubblicità: un decreto del Consiglio di Stato precisa l’applicazione della legge.
Per l’applicazione della legge “Grenelle II” n. 788/2010, dopo un’ampia consultazione sulla redazione degli studi d’impatto ambientale, la proposta di testo applicativo ha avuto un parere positivo dal NECC il 20 gennaio 2012 ed è stata discussa nella sezione dei Lavori Pubblici del Consiglio di Stato del 27 gennaio 2012 : è stato così emanato il Decreto n. 118 del 30 gennaio 2012 sulla regolamentazione nazionale di pubblicità esterna, insegne e striscioni, poi pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 31 gennaio 2012.
Il decreto, entrato in vigore il 1° luglio 2012, ha stabilito le seguenti scadenze.
1 luglio 2012 – I nuovi dispositivi pubblicitari fissati su aree senza RLP devono essere conformi al decreto. Le nuove disposizioni nazionali si applicano in tutta la Francia ai nuovi dispositivi (eliminazione delle insegne luminose, eliminazione delle pubblicità luminose nelle aree urbane con meno di 800.000 abitanti, regime di autorizzazione per i teloni).
Le prescrizioni nazionali che non sono menzionate in un RLP si applicano ai nuovi dispositivi pubblicitari fissati nelle zone pianificate dallo stesso RLP.
Negli aeroporti al di fuori dell’area metropolitana non pianificata da un RLP, il regime
nazionale previsto nel decreto si applica ai nuovi dispositivi che vi venissero fissati.
I nuovi RLP devono essere redatti in modo conforme alla nuova normativa. Quelli redatti in aree urbane con più di 800.000 abitanti devono prevedere le modalità e le zone di eliminazione della pubblicità luminosa.
13 luglio 2015 – Le preinsegne in deroga debbono essere conformi alla nuova normativa nazionale: interdizione delle preinsegne che segnalano delle attività particolarmente utili per le persone in movimento, interdizione di quelle che segnalano i servizi di emergenza, interdizione di quelle che segnalano attività fuori della strada pubblica.
1 Luglio 2018 – Fuori RLP out: i dispositivi fissati prima del 1° luglio 2012 e che erano conformi alla vecchia regolamentazione, devono rispettare la nuova legislazione nazionale (Decreto del 30 gennaio 2012).
Nei RLP:i dispositivi fissati prima del 1 Luglio 2012, che erano conformi alla vecchia regolamentazione e che non sono stati menzionati nella RLP che copre l’area dove sono stati fissati, devono essere conformi alla nuova normativa nazionale (decreto del 30 gennaio 2012)
Le nuove norme di eliminazione si applicano a tutte le insegne ed a tutte le pubblicità luminose fissate in una unità urbana di meno di 800.000 abitanti.
13 Luglio 2020 – Sono abrogati tutti i Regolamenti Locali di Pubblicità redatti prima del 13 luglio 2010 che non siano stati ancora revisionato o modificati.
Con il Decreto n. 606 del 9 luglio 2013 sono state apportate diverse modifiche delle disposizioni del Codice dell’Ambiente.
I Regolamenti Locali di Pubblicità (RLP) sono elaborati secondo un processo lungo e meticoloso che non consente spesso di produrre anche un regolamento intercomunale: sono stati fonte di molte controversie e quindi di una “incertezza giuridica ” che non ha molto incoraggiato i Sindaci ad utilizzarli.
A tutto il 2007 in Francia esistevano 1.335 Regolamenti Locali di Pubblicità (RLP) (di cui 62 intercomunali) per 36.000 Comuni: costituisce il 7,75% in più rispetto al 2006, tenendo presente che questi regolamenti sono per lo più quelli delle grandi città.
Ci sono al momento circa 27,7 milioni di abitanti (47 % della popolazione) che sono interessati dalla normativa vigente in materia di pubblicità.
A luglio del 2012 la Direzione del Dipartimento dei territori dell’Orne ha pubblicato una guida illustrata sulla regolamentazione di pubblicità, insegne e preinsegne di cui riportiamo di seguito le immagini più esplicative.
Il Collettivo dei “Déboulonneurs” continua intanto la sua azione contro l’invasione della pubblicità.
Il Collettivo ha annunciato la sua 62° azione parigina per sabato 30 novembre 2013, con l’obiettivo di un formato massimo degli impianti pubblicitari di mt. 50 x 70, di un numero limitato di affissioni in funzione del numero degli abitanti e la soppressione dei pannelli luminosi e animati.
Va infine fatto presente che la pubblicità esterna dovrebbe anche essere teoricamente conforme alle leggi ed ai decreti in materia di :
– protezione della gioventù (legge del 16 luglio 1949);
– sanità pubblica (legge Evin che dal 1991 vieta in Francia ogni forma di pubblicità al vino ed alle bevande alcooliche);
– sicurezza stradale (decreto n. 148 delll’11 febbraio 1976 integrato dal Codice della Strada emanato il 22 Marzo 2001, che agli articoli da 1 a 9 regola la pubblicità, le insegne e le preinsegne in questo contesto);
– il rispetto della concorrenza e di una pubblicità che non sia indecente;
– comunicazione negli spazi pubblici, ridefinito dalla legge Sapin del dicembre del 1992;
– norme fiscali manifesti e spazi pubblicitari (articoli 2333 e seguenti del codice generale degli enti locali e la sezione 55 della legge finanziaria).