Su questo stesso sito il 28 novembre 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Aipe presenta in Campidoglio il progetto per i nuovi cartelloni pubblicitari. Saranno ecologici e anti-graffiti”, che dava notizia del progetto innovativo per rivoluzionare il sistema urbano degli impianti di comunicazione visiva-pubblicitaria, consegnato al Comune di Roma Capitale dalla Associazione Imprese Pubblicità Esterna (AIPE) “nell’ambito del percorso condiviso inaugurato dalla Giunta orientato al superamento dell’attuale procedimento”. (https://www.rodolfobosi.it/aipe-presenta-in-campidoglio-il-progetto-per-i-nuovi-cartelloni-pubblicitari-saranno-ecologici-e-anti-graffiti/#more-13230)
L’articolo riportava la seguente dichiarazione della Presidente dell’AIPE Daniela Aga Rossi: “Apprezziamo soprattutto il metodo: l’assessore al Commercio Marta Leonori ha raccolto le nostre osservazioni sulla tipologia d’impiantistica presente nel PRIP e coinvolto gli operatori chiedendo di presentare progetti per disegnare la città del futuro”.
Riguardo al “metodo” metto in risalto che non risulta a tutt’oggi resa pubblica dall’Assessore Marta Leonori in persona l’iniziativa di coinvolgere gli operatori chiedendo loro di “presentare progetti per disegnare la città del futuro”.
Non risulta in particolare che sia stato fatto sapere pubblicamente sempre da lei in persona se siano state parimenti coinvolte le altre 4 associazioni di categoria che rappresentano tutte le ditte pubblicitarie operanti a Roma e che fino a quanto ad oggi mi risulta sono la Associazione Aziende Pubblicitarie Italiane (A.A.P.I.), la Imprese Romane Pubblicitarie Associate (I.R.P.A), la Associazione Pubblicitari Romani (l’A.P.R. ) e la Società Pubblicitarie Associate Romane (S.P.A.R.).
A rendere ancor più equivoca, e comunque poco trasparente agli occhi del pubblico la situazione, in quanto non ne è stato portato a conoscenza, alla “sperimentazione” dell’AIPE si è ora sommata la “sperimentazione” messa in atto dal Dott. Francesco Paciello con la seguente nota.
Come si può ben vedere, la Nota prot. n. QH 83458 del 5 dicembre 2014 porta la firma del solo Dirigente della U.O. Regolazione, Monitoraggio e Controllo Affissioni e Pubblicità, per cui non è dato di dedurre da essa, anche se lo si deve fortemente presumere, se “l’intenzione … di dare immediata attuazione in via sperimentale alle prescrizioni del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari adottato con Deliberazione n. 49/2014 dell’Assemblea Capitolina” sia stata preventivamente autorizzata dall’Assessore Leonori, che farebbe bene ad ogni modo a confermarlo, esibendo la lettera scritta di incarico a Paciello e spiegando anche e soprattutto le contraddizioni che si intravedono in questa “sperimentazione”.
L’Assessore Leonori, prima ancora che il Dott. Francesco Paciello (specie nel caso che si sia limitato ad eseguire una precisa indicazione venuta dall’alto proprio da lei, si spera non a voce), dovrebbe spiegare perché – se il PRIP è entrato a tutti gli effetti in vigore – si debba darne immediata attuazione solo in via sperimentale e per di più prescrivendo la rimozione di 35 impianti “considerati abusivi perché in violazione dell’autorizzazione, ai sensi dell’art. 2 del Regolamento di Pubblicità”.
A tal ultimo riguardo metto in evidenza che il richiamato art. 2 del Regolamento di Pubblicità riguarda le “Definizioni” ed è pertanto errato: il Dott. Francesco Paciello intendeva forse riferirsi al 2° comma dell’art. 1 che nell’ultimo periodo dispone testualmente che “le iniziative pubblicitarie svolte con qualunque mezzo nel territorio del Comune di Roma in difetto o in violazione della prescritta autorizzazione, ovvero comunque non contemplate nel presente Regolamento, o non autorizzate da altri Enti ai sensi dell’art. 23 comma 4 del Codice della strada, sono da considerarsi abusive a tutti gli effetti.”
Comunque sia, il Dott. Francesco Paciello non spiega quale sia l’esatta violazione dell’autorizzazione, che per giunta riguarda impianti di ditte che hanno partecipato alla procedura di riordino e che si presuppone quindi che abbiano avuto a suo tempo il rilascio di regolari “concessioni” per impianti installati in posizioni divenute tutt’al più irregolari solo dopo e precisamente nel 1992 perché in violazione delle distanze minime prescritte dal Codice della Strada oppure dopo ancora perché in violazione stavolta dei divieti di affissioni imposti sempre successivamente dalle prescrizioni relative ad aree soggette a vincolo paesaggistico o destinate a parco e riserva naturale.
Via dell’Oceano Pacifico non è soggetta a nessun vincolo paesaggistico né ricade all’interno di parchi o riserve naturali: quanto ad eventuali violazioni delle distanze minime prescritte dal Codice della Strada, che non sono ad ogni modo previste nella “Normativa Tecnica di Attuazione” del PRIP, ma che esistono dal 1992, sono sufficienti le due seguenti foto tratte da Street View di Google Maps, che non danno di certo l’impressione di una “cartellopoli” se messe soprattutto a confronto con Viale di Tor di Quinto, che il PRIP destina a zona “A”, dove ho denunciato dalla fine del 2013 i 95 impianti pubblicitari che vi risultavano illecitamente installati e che fanno tuttora mostra di sé.
Viale di Tor di Quinto
L’Assessore Leonori dovrebbe quindi spiegare perché con tale “metodo” fa scattare solo in Viale dell’Oceano Pacifico “misure di salvaguardia” che non sembrano nemmeno sussistere e rimanda di fatto a chissà quando l’immediata attuazione degli effettivi divieti di installazione degli impianti pubblicitari in zona “A” del PRIP (aree destinate a verde pubblico ed a parco e riserva regionale).
A tal ultimo riguardo faccio presente che in sede di controdeduzioni alle “misure di salvaguardia” proposte da VAS, Basta Cartelloni e Cittadinanzattiva (fatte poi proprie dai Municipi I e XV) la Giunta Capitolina non ha ritenuto di accoglierle con la seguente motivazione: “Per quanto riguarda gli impianti collocati in zona A il problema è risolto con il carattere cogente della sovraordinata disciplina normativa di tutela”.
Non posso al riguardo non mettere in evidenza che, se viene riconosciuto “carattere cogente” alla “disciplina normativa di tutela” in quanto “sovraordinata”, allora l’obbligo di rimozione degli impianti pubblicitari prescritti da tale normativa sussisteva anche prima della approvazione della “Normativa Tecnica di Attuazione” del PRIP, che non ha fatto altro che ribadire i divieti di installazione esistenti già da ben prima: ne deriva pertanto che non prevedere tale obbligo nemmeno a livello sperimentale rasenta l’omissione di atti dovuti d’ufficio.
L’Assessore Leonori, prima ancora che il Dott. Francesco Paciello (specie nel caso che stavolta non si sia messo ad eseguire una precisa indicazione in quanto non gli sarebbe venuta dall’alto, ma abbia intrapreso da solo questa iniziativa), dovrebbe in particolare spiegare quali siano state le ragioni che abbiano portato a scegliere in via sperimentale proprio via dell’Oceano Pacifico e non un’altra via.
A tal ultimo riguardo debbo far presente che con il Sindaco Alemanno era stata decisa la “riqualificazione” di piazzale Clodio perché si trattava di un “nodo nevralgico, in cui è stata riscontrata l’installazione di numerosi impianti pubblicitari”: a differenza di oggi che si intende fare con un semplice atto amministrativo dirigenziale, la “riqualificazione” è stata messa in atto con tanto di Deliberazione della Giunta Comunale n. 133 del 12 maggio 2010, che con Nota VAS prot. n. 23 del 25 maggio 2010 chiesi di annullare per vizi di legittimità in quanto approvato come Piano di Localizzazione.
Sono in grado di darmi finalmente una risposta al suddetto interrogativo, perché ieri sono stato portato a conoscenza dei vari passaggi di questo procedimento di “sperimentazione” direttamente da una delle associazioni di categoria che sono state invitate a parteciparvi e che mi ha fatto capire come le due “sperimentazioni” potrebbero essere due facce di una stessa medaglia.
Il 18 settembre 2014 il Dott. Francesco Paciello ha trasmesso alle suddette 5 associazioni di categoria, oltre che alla Federazione Italiana Sviluppo Pubblicità Esterna (FISPE) ed alla Associazione Italiana Fabbricanti Insegne Luminose (AIFIL) una nota che ha per oggetto le “Caratteristiche tecniche degli impianti. Percorso di partecipazione”.
Come si può vedere secondo il Dott. Francesco Paciello con riferimento esclusivo al PRIP “che fissa le regole sulla base delle quali sviluppare i Piani di Localizzazione già in corso di redazione … risulta necessario avviare un ulteriore percorso che ha natura complementare rispetto agli atti prodotti”.
Nella suddetta premessa ravviso una doppia stridente contraddizione.
La prima riguarda i Piani di Localizzazione che sarebbero in corso di redazione, ma di cui la Giunta deve ancora approvare la delibera di incarico, dettando contestualmente proprio i criteri con cui debbono essere redatti i 15 Piani di Localizzazione sulla base delle “regole” dettate anche e soprattutto dal Regolamento di Pubblicità, così come modificato ed integrato con Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 50 del 30 luglio 2014, che obbliga ad una pianificazione quanto meno in 7 specifici “circuiti” (impianti di pubblica utilità, servizio di bike sharing, elementi di arredo urbano, cultura e spettacolo, impianti SPQR, pubbliche affissioni e rimanenti impianti di proprietà privata su suolo pubblico).
La seconda contraddizione riguarda la non meglio chiarita “natura complementare“ che verrebbe ad assumere questo “ulteriore percorso” rispetto soprattutto alla normativa del PRIP.
Il Dott. Francesco Paciello fa “riferimento nello specifico alla necessità di determinare le caratteristiche estetiche, costruttive ed i materiali degli impianti pubblicitari a cui fanno riferimento il PRIP ed il Regolamento di Pubblicità, con l’indicazione dei tipi e dei formati ammessi”.
Faccio presente al riguardo che sia la Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP ed ancor più le sue schede tecniche allegate contengono soltanto (art. 34) la descrizione, le dimensioni ed i formati, le distanze minime fra gli impianti, i formati ammessi nelle sottozone di piano ed alcune prescrizioni particolari, ma non determinano anche “le caratteristiche estetiche, costruttive ed i materiali degli impianti pubblicitari”: lo stesso dicasi per il Regolamento di Pubblicità che alla lettera F) del 1° comma dell’art. 20 indica solo i tipi e formati ammessi.
Ma il 3° comma dell’art. 12 del Regolamento di Pubblicità dispone testualmente che “l’esposizione della pubblicità su impianti e mezzi privati deve essere altresì conforme alle caratteristiche estetiche e costruttive e ai materiali corrispondenti alle specifiche recate dalla deliberazione della Giunta Comunale di cui all’art. 19, comma 2”, secondo cui “le norme tecniche, di cui all’art. 4, comma 3, e le specifiche di cui all’art. 12, comma 3 del presente regolamento sono approvate con deliberazione della Giunta Comunale entro 90 giorni dall’entrata in vigore del presente regolamento.”
Il suddetto 3° comma precisa che “con riferimento alle specifiche di cui all’art. 12, comma 3 la Giunta si atterrà ai seguenti criteri: l’installazione degli impianti è effettuata in conformità alle norme di sicurezza vigenti; i materiali utilizzati devono essere non deteriorabili, di alta resistenza e solidità e la struttura deve essere preferibilmente metallica; i supporti di sostegno devono risultare di adeguata sezione e di minimo ingombro ed infissi nel terreno per una profondità tale da garantirne la necessaria stabilità; il pannello espositivo è realizzato con un supporto che ne garantisce la rigidità.”
Metto in evidenza che l’obbligo per la Giunta di deliberare le norme tecniche e le specifiche degli impianti sussisteva già nel Regolamento approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 100 del 12 aprile 2006, ma che vi è stato dato seguito solo 4 anni dopo quando con Deliberazione della Giunta Comunale n. 25 del 10 febbraio 2010 è stato deciso “di approvare i progetti-tipo per le seguenti tipologie di impianti pubblicitari:
- impianti destinati alle Pubbliche Affissioni ed al circuito politico-sindacale nelle dimensioni: m. 1 x 1,4 – m. 1,4 x 2 e m. 3 x 1,4, i cui progetti si allegano in atti sotto la lettera “A”;
- impianti di proprietà comunale da concedere in locazione a terzi – c.d. S.P.Q.R. – nelle dimensioni di m. 1 x 1 – m. 1 x 1,4 – m. 2 x 2 – m. 2,5 x 1,5 e m. 4 x 3, i cui progetti si allegano in atti sotto la lettera “B”;
- impianti di pubblica utilità della tipologia “orologi” con pannelli pubblicitari di dimensioni di m. 1 x 0,7 (interno Città Storica) e m. 1 x 1,4 (esterno Città Storica), i cui progetti si allegano in atti sotto la lettera “C”;
- impianti di proprietà privata della tipologia paline di m. 1 x 1 da installare nell’ambito della Città Storica, il cui progetto si allega in atti sotto la lettera “D”;
- impianti di proprietà privata della tipologia paline di m. 1 x 1 da installare fuori dall’ambito della Città Storica, il cui progetto si allega in atti sotto la lettera “E”.
La delibera precisa che “al fine di armonizzare l’impiantistica esistente sul territorio, è possibile utilizzare anche per gli impianti di proprietà privata la tipologia prevista al precedente punto 2 per gli impianti comunali, con esclusione del logo “S.P.Q.R.”.
La delibera stabilisce anche che “Le caratteristiche tecniche dovranno essere conformi a quelle stabilite nei predetti progetti” e dispone che “La sostituzione degli impianti esistenti con quelli dei progetti-tipo dovrà avvenire, …. , prioritariamente, nell’ambito dei Municipi I – Centro Storico e XVII entro due mesi dalla data di approvazione del presente provvedimento, e dovranno concludersi entro il 30 giugno 2010.”
Dispone infine che “gli oneri per gli adeguamenti degli impianti esistenti ai progetti approvati, compresi quelli di cui al precedente punto 2, sono ad esclusivo carico dei soggetti autorizzati all’esposizione pubblicitaria”.
La suddetta scadenza del 30 giugno 2010 non è stata rispettata, al punto che a distanza ormai di quasi 4 anni e mezzo il Dott. Francesco Paciello ha sentito il bisogno di trasmettere la seguente nota a tutte le Società inserite nella Nuova Banca Dati (NBD) e proprietarie di impianti SPQR nell’attuale I Municipio (ex I e XVII).
Tornando all’ulteriore percorso di natura complementare attivato con la nota del 18 settembre scorso, il Dott. Francesco Paciello precisa che si tratta di un “percorso amministrativo funzionale all’adozione della Deliberazione della Giunta Comunale di cui al combinato disposto degli art. 12, comma 3 e 19 comma 2” e che “appare opportuno attivare da subito un percorso di partecipazione che coinvolga i soggetti interessati del settore”.
Conseguentemente invita le 7 associazioni di categoria in indirizzo “a presentare entro il termine del 30 ottobre c.a. una o più proposte corredate dell’idonea documentazione tecnica relativa alle caratteristiche sopra citate” facendo sapere che “tale documentazione sarà esaminata da una apposita Commissione Tecnica che sarà nominata con separato atto”, ma che non si sa se sia stata già costituita.
Dalla lettera in questione si desume anzitutto che non sia ritenuta valida più di tanto la Deliberazione della Giunta Comunale n. 25/2010, che è stata all’epoca emanata senza sentire il bisogno di “attivare .. un percorso di partecipazione che coinvolga i soggetti interessati del settore” e che si voglia ad ogni modo approvare dei nuovi progetti-tipo con il coinvolgimento stavolta dei “soggetti interessati del settore”: a tal ultimo riguardo fin da prima dell’approvazione del PRIP nei pochissimi incontri che l’Assessore Leonori ha concesso a VAS e Basta Cartelloni è stato da lei manifestato il suo giudizio negativo sugli attuali impianti esistenti a Roma e più o meno previsti in modo identico nelle schede tecniche allegate alla Normativa del PRIP ed è stata dichiarata la sua intenzione di arrivare ad avere un domani una “veste” unica per tutti i tipi e formati di impianti.
C’è per di più da far presente che l’ultimo comma dell’art. 34 della “Normativa Tecnica di Attuazione” del PRIP dispone che “sulla base delle schede tecniche allegate, l’amministrazione capitolina predispone i progetti-tipo degli impianti da approvarsi in sede di Giunta Capitolina. Tali progetti-tipo, da adottarsi per le diverse forme di esposizione pubblicitaria previste dal piano, devono garantire l’omogeneizzazione degli impianti di tipo privato e quelli di proprietà di Roma Capitale, differenziati con l’apposizione di idoneo logo.”.
Sotto questo aspetto appare del tutto coerente con questa sua dichiarata intenzione l’ulteriore “percorso di partecipazione” che ha attivato il Dott. Francesco Paciello, il quale – a differenza dello sterile analogo “percorso di partecipazione” attivato sul PRIP dal Presidente della Commissione Commercio Orlando Corsetti – non ha ritenuto di considerare “soggetti interessati del settore” né VAS, né Basta Carteloni né Cittadinanzattiva, che oltre a non essere stati invitati al suddetto ulteriore percorso, sono stati tenuti all’oscuro di tutto: dal momento che la sua nota del 18 settembre scorso non fa alcun cenno ad una preventiva quanto obbligatoria autorizzazione in tal senso dell’Assessore Leonori, non è dato di sapere se ci sia stata effettivamente ed in quale forma (se scritta o semplicemente orale) né se sia dipesa da una sua espressa volontà l’esclusione dal percorso di VAS, Basta Cartelloni e Cittadinanzattiva.
C’è anche da far presente che l’ultimo comma del precedente art. 33 dispone testualmente che “nelle aree a progettazione unitaria possono essere studiati specifici progetti-tipo degli impianti, anche diversi da quelli utilizzati nella restante parte del territorio capitolino, con l’obiettivo di rafforzarne la riconoscibilità e l’integrazione con gli elementi dell’arredo urbano”.
L’EUR rientra nella aree a progettazione unitaria, come attesta il seguente estratto, da cui si evince che al confine vi ricade anche viale dell’Oceano Pacifico.
Riguardo alla suddetta iniziativa del Dott. Francesco Paciello, alcune associazioni di categoria hanno ad ogni modo espresso delle perplessità, a fronte delle quali sembra che sia stato l’Assessore Leonori ad autorizzare il Dott. Francesco Paciello ad incontrarsi soltanto con tali soggetti per chiarire tutte le loro perplessità.
Stando a quanto mi è stato riferito da chi vi ha personalmente partecipato, l’incontro è avvenuto il 28 ottobre 2014 nella sala riunioni di via dei Cerchi n. 6: erano presenti fra gli altri la Presidente dell’AIPE Daniela Aga Rossi ed il Presidente della SPAR Gianfranco Festa, il sig. Ranieri Randaccio della SCI, il sig. Oberdan Zuccaroli della Pubbli Roma ed il sig. Alessandro Di Gregorio della Gregor, oltre al rappresentante della Clear Channel.
È stato trattato l’obbligo di convertire i formati di mt. 4 x 3 in formati di mt. 3 x 2 di equivalente superficie ed è stata riconosciuta la necessità di uniformare quanto meno il colore di tutti questi impianti di minori dimensioni: sembra che il Dott. Paciello abbia indicato tre criteri, due dei quali riguardanti l’uguale colore grigio e la necessità di evitare impianti fatiscenti.
A questo punto Daniela Aga Rossi, Ranieri Randaccio, Oberdan Zuccaroli ed Alessandro Di Gregorio hanno proposto di farne oggetto di una “sperimentazione” da effettuare proprio su viale dell’Oceano Pacifico, che sarebbe stata accolta da tutti i presenti.
METTO IN RISALTO AL RIGUARDO CHE RISPETTO AL PERCORSO ATTIVATO DAL DOTT. FRANCESCO PACIELLO, A CUI HA INVITATO A PARTECIPARE FORMALMENTE TUTTE E 7 LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA, LA SUA CANALIZZAZIONE A LIVELLO SPERIMENTALE SU VIALE DELL’OCEANO PACIFICO È PARTITA INTANTO DALL’AIPE E DALLE DITTE PUBBLICITARIE PRESENTI QUEL GIORNO ED ACCOLTA PASSIVAMENTE DAL DOTT. FRANCESCO PACIELLO, SENZA RITENERE DI DOVERNE INFORMARE ANCHE E SOPRATTUTTO SIA LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA ASSENTI QUEL GIORNO (COME L’AAPI) CHE LE DITTE PUBBLICITARIE CHE NON HANNO POTUTO PARTECIPARE ALL’INCONTRO PERCHÉ NON INVITATE PER POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA (COME SEMBRA CHE SIA STATO FATTA LA CONVOCAZIONE PER QUELLA RIUNIONE RISERVATA NON A TUTTI).
Metto ancor più in risalto la presenza a quella riunione dell’Avv. Gianluca Giattino, responsabile di Aequa Roma che ha redatto il PRIP, riguardo al quale così come riguardo ai Piani di Localizzazione non dovrebbe avere nessuna incidenza l’ulteriore percorso di partecipazione: così non sembra invece essere, a giudicare dagli atti successivamente prodotti.
Come precisato dalla stessa Daniela Aga Rossi il successivo 30 ottobre 2014 l’AIPE ha presentato quello che ha definito addirittura “piano” e che in base a quanto dato in pasto alla stampa costituirebbe un progetto-tipo valido per tutti i tipi e formati di impianti, dal minimo formato di cm. 100 x 70 del parapedonale al massimo formato di mt. 3 x 2, ma non dovrebbe avere niente a che fare con la “sperimentazione” voluta in viale dell’Oceano Pacifico.
La proposta della suddetta strada sembrerebbe invece essere stata implicitamente accolta dalla stesso Assessore Leonori: ne dà una conferma indiretta la seguente Nota prot. n. QH 82072 del 1 dicembre 2014 che ha per oggetto i “Primi interventi in attuazione del PRIP” ed è indirizzata sempre alle stesse 7 associazioni di categoria.
Come si può vedere, si parla di “indirizzi” che l’Assessore Leonori avrebbe dato al Dott. Francesco Paciello, “in merito alla necessità, nelle more della definizione del PRIP, di dare attuazione alle relative prescrizioni in alcune vie e/o piazze ove si ravvisi un’elevata presenza di impianti abusivi, oppure una disordinata concentrazione di impianti autorizzati tali da incidere negativamente sul decoro della città.”
Debbo preliminarmente mettere in grande risalto l’impropria quanto contraddittoria espressione “nelle more della definizione del PRIP”, perché lascia implicitamente intendere che il PRIP benché definitivamente approvato dall’Assemblea Capitolina debba essere ancora “definito” non si capisce bene in chissà quali parti.
Rilevo in secondo luogo la stridente contraddizione che si evince nel voler dare attuazione alle prescrizioni del PRIP solo “in alcune vie e/o piazze” e non in tutte, giustificando questo strano modo di procedere con la elevata presenza di impianti abusivi, quasi a lasciar intendere che dove questa presenza non è elevata gli impianti abusivi (ad esempio i “senza scheda”) possono continuare a dormire sogni tranquilli, ignorando per di più bellamente che la natura abusiva di questi impianti non è stabilita dalle Norme del PRIP, ma dal Codice della Strada e dal Regolamento di Pubblicità.
Trovo addirittura risibile che si cerchi di giustificare questi primi interventi dove c’è una “disordinata concentrazione di impianti autorizzati tali da incidere negativamente sul decoro della città”, perché è un autogol che si sta facendo il Comune riconoscendo che proprio gli impianti da lui autorizzati danneggiano l’immagine della città.
Trovo inoltre del tutto inaccettabile ed incoerente che gli stessi interventi in attuazione del PRIP non siano estesi a tutta la città e se ne deleghi invece l’individuazione di dove agire “allo scopo di sperimentare quanto previsto dalla normativa ed, eventualmente, adottare ogni utile modifica per la migliore realizzazione dell’interesse pubblico“.
PER COME SONO PORTATO A GIUDICARE DALLA SUCCESSIONE FIN QUI DESCRITTA DEGLI ATTI, LA NOTA IN QUESTIONE DEL 1 DICEMBRE È PER ME LA “BENEDIZIONE” CHE È STATA FATTA DARE A POSTERIORI DALL’ASSESSORE MARTA LEONORI SU UN PERCORSO DI PARTECIPAZIONE CHE È STATO PRESUMIBILMENTE DA LEI PROMOSSO ALL’INIZIO IN PERFETTA BUONA FEDE, MA CHE STRADA FACENDO È STATO DEFORMATO E COMUNQUE SFRUTTATO PER RIMETTERE IN DISCUSSIONE IL PRIP SE NON ANCHE PER INFLUENZARE I PIANI DI LOCALIZZAZIONE, SENZA PERÒ CHE LA LEONORI STESSA VI ABBIA FIN QUI RAVVISATO NIENTE DI ANORMALE O ILLEGITTIMO.
A me personalmente non risulta affatto che la “Normativa Tecnica di Attuazione” del PRIP preveda una qualche forma di sperimentazione.
Cosa vuol dire esattamente “adottare ogni utile modifica per la migliore realizzazione dell’interesse pubblico” ?
Modificare che cosa ?
Le Norme Tecniche di Attuazione del PRIP oppure le schede tecniche allegate ad esse ?
Nella seconda parte della suddetta nota sui “primi interventi in attuazione del PRIP” il Dott. Francesco Paciello afferma che “è stato ritenuto utile la rappresentazione cartografica di un Piano di Localizzazione avviando una fase di confronto con le SS.LL. che, come peraltro avvenuto con il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari, possa attraverso proposte ed interventi diretti, concretizzare la partecipazione popolare su un documento fondamentale per la città”.
Se debbo interpretare alla lettera il suddetto passo, trovo in termini di “metodo” quanto meno anomalo che si sottoponga al confronto con le associazioni di categoria la “rappresentazione cartografica di un Piano di Localizzazione” per avviare una fase di confronto esclusivamente con loro che si tradurrebbe in un inammissibile allungamento dei tempi di adozione dei 15 Piani di Localizzazione, escludendo per giunta dalla “partecipazione popolare” cittadini, comitati ed associazioni, come VAS, Basta Cartelloni e Cittadinanzattiva, quando il “confronto” è ampiamente possibile dopo l’adozione, in termini di osservazioni e confronti vari con tutti i 15 i Municipi di Roma che saranno chiamati ad esprimere il loro parere obbligatorio, ancorché consultivo.
Anche a non voler intravedere un nesso diretto con quanto concordato il precedente 28 ottobre, il Dott. Francesco Paciello ha trasmesso la nota relativa all’intervento di riqualificazione di viale dell’Oceano Pacifico in cui conferma (non si sa quanto casualmente) la scelta di tale strada, dove a suo dire sarebbero stati già rimossi tutti gli impianti “senza scheda” che vi risultavano illecitamente installati, mentre sono da rimuovere 35 impianti di ben 16 ditte pubblicitarie del riordino, tra i quali spiccano in misura maggiore i 13 della ditta Urbe Pubblicità di Franco e Stefano Cappelli e C., ed in misura minore i 2 delle ditte Clear Channel Affitalia, D & D Outdor Advertising, Media Group Unipersonale (ex MG), Moretti Pubblicità, Pubbli Roma Uninominale, IGP Décaux e Spot Pubblicità.
Continuando a chiedersi quali possano essere state le ragioni che hanno spinto ad una “riqualificazione” proprio di viale dell’Oceano Pacifico, per trovare un motivo che giustifichi caso mai la revoca di tutte le ubicazioni dei 35 impianti attualmente presenti sono andato a verificare la classificazione di tale strada che ne fa il PRIP e la sottozona in cui ricade (che è la B2): riporto al riguardo il seguente estratto della Tavola 1.11.
Come si può bene vedere, viale dell’Oceano Pacifico è classificata come tipo stradale ST 16, ed ha quindi un indice di affollamento di 16 mq. ogni 100 metri lineari.
Ma se la riqualificazione di tale strada fosse concretizzabile con il rispetto del suddetto indice di affollamento, allora il Dott. Francesco Paciello dovrebbe spiegare con quali criteri prescrive, a pena di sanzione, la rimozione dei suddetti 35 impianti e non degli altri che vi rimangono.
Revocare delle concessioni in un momento di transizione durante il quale gli operatori che ne hanno i requisiti e gli impianti che rispondono a determinate caratteristiche possono rimanere attivi presta il fianco ad un contenzioso, perchè alcuni vengono penalizzati rispetto ad altri.
A tal riguardo non posso tacere che alla fine del “percorso di partecipazione” e precisamente alla fine dell’ultima seduta che si è svolta il 26 marzo 2014 il Presidente Corsetti aveva concordato di costituire un gruppo di lavoro (subito accettato, se non proposto in separata sede dall’AIPE) che avrebbe dovuto mettersi a progettare la “massimizzazione” degli impianti installabili su 4 strade che avrebbe scelto assieme al dott. Paciello (piazzale della Radio, viale Marconi, piazza Bologna e via del Corso) accogliendo anche la proposta del sig. Ranieri Randaccio di aggiungervi il tratto della via Salaria libero da case quanto meno da un lato.
Si trattava, guarda la coincidenza, di una “sperimentazione” ante litteram proposta dall’AIPE, che l’ha poi concretizzata su tre strade (via Cavour, via Catanzaro e via Guglielmo Marconi).
A fronte di tutti questi retroscena, sorge fin troppo spontaneo l’interrogativo se il progetto per i nuovi cartelloni pubblicitari annunciato ai Mass media il 27 novembre scorso da Daniela Aga Rossi abbia qualche legame diretto con l’iniziativa formalizzata il successivo 5 dicembre dal Dott. Francesco Paciello.
Nel 2° dei due articoli pubblicati il 27 novembre 2014 su “Esterniamo” era riportato il seguente passo: ”In questa direzione si è orientata anche la giunta capitolina con la sua richiesta alle Associazioni nazionali di categoria di uno studio per realizzare dei progetti di impianti pubblicitari che caratterizzino la città con il loro design ed i loro materiali”.
Ne deriva a tal ultimo riguardo il seguente più che giustificato interrogativo: oltre che alla immediata attuazione alle prescrizioni del PRIP, liberando viale dell’Oceano Pacifico in via sperimentale, l’Assessore Leonori o chi per lei ha voluto per caso dare immediata attuazione anche al progetto presentato dall’AIPE, sperimentandolo proprio su viale dell’Oceano Pacifico per installarvi i nuovi cartelloni al posto di quelli che verranno rimossi, magari senza alcuna pubblicità, al solo scopo dimostrativo di far vedere la differenza che ci sarà tra oggi e domani ?
Al suddetto interrogativo mi sento di invitare l’Assessore Leonori a verificare ad ogni modo la coerenza della Presidente dell’AIPE che da un lato fa delle lodi sperticate al “metodo” avviato di coinvolgere gli operatori chiedendo loro di presentare progetti per disegnare la città del futuro e dall’altro lato presenta ricorso al TAR del Lazio per impugnare proprio il PRIP .
L’Assessore Leonori non può continuare a tacere e far finta di non accorgersi di quanto sta accadendo intorno a lei, specie di questi tempi in cui l’inchiesta penale su “Mafia Capitale” dovrebbe spingere ad una trasparenza ancora maggiore a tutela della sua immagine e di un suo operato cristallino della Amministrazione Capitolina.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi
AGGIORNAMENTO
Come già scritto, nel corso della riunione che c’è stata il 28 ottobre 2014 nella sala riunioni di via dei Cerchi n. 6 Daniela Aga Rossi, Ranieri Randaccio, Oberdan Zuccaroli ed Alessandro Di Gregorio hanno proposto di fare una “sperimentazione” proprio su viale dell’Oceano Pacifico.
La “sperimentazione” concordata in linea di massima il 28 ottobre scorso, che avrebbe comunque dovuto essere formalizzata dall’associazione di categoria AIPE, si è tramutata invece in un progetto di “riqualificazione” di viale dell’Oceano Pacifico redatto non solo da Ranieri Randaccio della SCI, da Oberdan Zuccaroli della Pubbli Roma e da Alessandro Di Gregorio della Gregor, ma anche da Rodolfo Moretti della Rodolfo Moretti Pubblicità, da Alfredo Grandinetti della Sarila e dal rappresentante della Pateo Uninominale, che è subentrata con questa nuova denominazione sociale allo Studio M Pubblicità.
l progetto è stato presentato e registrato al prot. QH/74748 dell’11 novembre 2014.
Per un opportuno confronto metto in risalto che con la Nota prot. n. QH/83458 del 5 dicembre 2014 il Dott. Francesco Paciello aveva chiesto la rimozione spontanea dei seguenti impianti pubblicitari installati su viale dell’Oceano Pacifico di proprietà della SCI, della SARILA, della PUBBLI ROMA e della RODOLFO MORETTI PUBBLICITÀ:
SCI (0040/A0743/P e 0040/AH640/P);
SARILA (0064/AT045/P);
PUBBLI ROMA (0049/BU334/P e 0049/AA731/P);
MORETTI PUBBLICITÀ (0023/AS951/P e 0023/BM532/P).
Essendo stato presentato un mese prima il progetto di “riqualificazione” da parte delle suddette 4 ditte, sorge a questo punto spontaneo chiedersi se il Dott. Francesco Paciello ne fosse a conoscenza e quindi abbia ciò nonostante chiesto ugualmente la rimozione spontanea dei suddetti 7 impianti di loro proprietà.
Se ne deve dedurre ad ogni modo che anche le altre due ditte (Gregor e Pateo Uninominale) abbiano dei propri impianti installati su viale dell’Oceano Pacifico, che si preoccupano di “riqualificare” migliorando quindi non solo il decoro urbano della strada in questione, ma anche contestualmente la posizione dei propri impianti e conseguentemente i propri interessi.
Solo nella tarda mattinata di oggi, a distanza praticamente di quasi un mese esatto dalla presentazione del progetto di “riqualificazione”, il Dott. Francesco Paciello ha ritenuto di rispondere con la seguente Nota prot. QH86051 del 12 dicembre 2014., indirizzata via PEC per conoscenza anche alle altre 11 ditte pubblicitarie a cui il 5 dicembre scorso ha trasmesso l’invito-diffida a rimuovere i propri impianti parimenti installati su viale dell’Oceano Pacifico (manca la ditta RAPPRESENTANZE GENERALI di MAINARDI G. & C S.r.l in quanto fallita o comunque cancellata dalla Nuova Banca Dati).
Come si può ben vedere, la trasmissione per conoscenza alle suddette 11 ditte pubblicitarie si spiega con la motivazione addotta dal Dott. Francesco Paciello, secondo cui la proposta “non può essere presa in considerazione in quanto non partecipano al progetto tutti gli operatori che hanno impianti pubblicitari sulla Via in questione ”.
Il Dott. Francesco Paciello ribadisce che “conseguentemente, l’intervento di riqualificazione è stato avviato sulla base delle determinazioni assunte d’ufficio dall’amministrazione e contenute nella nota prot. QH783458 del 05/12/2004 [errore di battitura, ndr,], ciò al fine di assicurare, a tutte le Società che hanno impianti pubblicitari sulla stessa strada, parità di condizioni sulla base del ruolo di garanzia che compete a questa Direzione.”
Tenendo presente al riguardo che il Dott. Francesco Paciello non ha spiegato i vizi di legittimità che avrebbe rilevato sui 35 impianti che ha chiesto di rimuovere, dovrebbe a maggior ragione spiegare – proprio riguardo alla “parità di condizioni” – perché ritiene invece del tutto regolai le posizioni degli impianti di proprietà della Gregor e della Pateo Uninominale.
La nota si chiude precisando che “con separata nota saranno comunicati i criteri individuati per la rassegnazione dell’ubicazione dei soli impianti pubblicitari rimossi spontaneamente”.
Mi auguro che a monte dei “criteri”, individuati peraltro solo per le ditte “virtuose” che rimuoveranno spontaneamente i loro impianti, verranno chiarite le ragioni tecniche e giuridiche che “legittimano” queste rimozioni per una “riqualificazione” di cui bisognerebbe spiegare perché si sia orientata proprio su viale dell’Oceano Pacifico.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi
DUE ULTERIORI CONSIDERAZIONI
1 – Se in perfetta “parità di condizioni” il progetto di riqualificazione di viale dell’Oceano Pacifico fosse strato redatto e presentato da tutte e 17 le ditte pubblicitarie che sono proprietarie di tutti gli impianti che risultano installati sullo stesso viale, allora il progetto dovrebbe essere preso in considerazione e caso mai approvato ?
2 – Se dal “metodo” passiamo al “merito”, c’è da chiedersi in che cosa consista esattamente la “riqualificazione” di viale dell’Oceano Pacifico”, che presumibilmente dovrebbe aver rispettato quanto meno le distanze minime prescritte dal Codice della Strada se non anche l’indice di affollamento stabilito dal PRIP per viale dell’Oceano Pacifico (ST 16).
Ma così operando si verrebbe ad autorizzare la stessa “riqualificazione” su tutte le strade di Roma, precedendo o comunque operando in parallelo, se non in sovrapposizione ai Piani di Localizzazione cui soltanto spetta di individuare e sancire le esatte posizioni sul territorio dei futuri impianti pubblicitari da mettere a gara e non certo di quelli del “riordino” la cui concessione scade ad ogni modo il prossimo 31 dicembre e sarà prorogata soltanto fino all’espletamento dei bandi di gara.
Dalla suddetta considerazione sorge spontanea una pesante ipotesi su quale potrebbe essere il vero motivo che ha spinto a presentare il suddetto progetto di “riqualificazione!” puntando a farsi riconoscere che le posizioni dei propri impianti del riordino saranno alla fine tutto sommato le stesse individuate e sancite dal Piano di Localizzazione del IX Municipio, ma per i futuri impianti che dovranno sostituirsi a quelli di oggi, non è per caso che si tende contestualmente a sperare che il ricorso al TAR annulli la scadenza del 31 dicembre 2014 e rimetta così in vita fino a chissà quando i vecchi impianti del riordino anziché i futuri nuovi impianti individuati dai Piani di Localizzazione, di cui tutto sommato rispettano comunque le posizioni ?
Di fronte a tutti questi sospetti diventa più che opportuno che l’Assessore Leonori annulli quanto prima questa balsana idea di una inutile “sperimentazione” o ne chiarisca al più presto la natura e soprattutto i contenuti in modo trasparente e cristallino.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi