Con la Deliberazione della Giunta Capitolina n. 425 del 13 dicembre 2013 è stato stabilito <<che gli impianti qualificati nella Nuova Banca Dati di tipo c.d. “senza scheda”, ivi compresi quelli del “circuito cultura e spettacolo” dovranno essere rimossi, previa diffida, a cura e spese dei proprietari entro (90) novanta giorni dalla pubblicazione del presente provvedimento, pena l’applicazione delle sanzioni previste negli articoli 31 e seguenti del vigente Regolamento di Pubblicità (deliberazione Consiglio Comunale n. 37/2009)>>.
Nel successivo mese di febbraio 2014 il dott. Francesco Paciello ha trasmesso a tutte le ditte proprietarie dei suddetti impianti una lettera con l’invito-diffida a rimuoverli a proprie cure e spese entro e non oltre il 19 marzo 2014 (data di scadenza dei 90 giorni previsti nelle delibera n. 425/2013), a pena di rimozione forzata d’ufficio dopo tale data in caso di inottemperanza.
Francesco Paciello
Fra le altre ha trasmesso la diffida prot. n. 6475 del 4.02.2014 alla ditta “Message” S.r.l. e la diffida prot. n. 6397 del 4.02/2014 alla ditta “Screen City” S.r.l.: entrambe hanno impugnato questi atti assieme alla deliberazione n. 425/2013 con ricorsi n. 3053/2014 e n. 3245/2014, chiedendo la loro immediata sospensiva in considerazione del fatto che preannunciavano la rimozione d’ufficio a partire dal 19 marzo 2014.
Il Presidente della Seconda del TAR del Lazio, Luigi Tosti, in qualità di giudice monocratico chiamato a fronteggiare una situazione in cui il ritardo avrebbe provocato danno o rischio di danno a un interesse o diritto (nel caso beninteso che le due ditte avessero avuto poi ragione), ha emanato il Decreto cautelare n. 1156 dell’11 marzo 2014 ed il Decreto cautelare n. 1193 del 13 marzo 2014 inaudita altera parte, senza cioè aver sentito l’altra parte (vale a dire il Comune di Roma), considerando anche che la prima camera di Consiglio utile era stata già fissata per il 2 aprile 2014.
Luigi Tosti
Su questo stesso sito il 19 marzo 20914 è stato pubblicato un articolo (https://www.rodolfobosi.it/accolta-dal-tar-la-richiesta-di-sospensiva-della-deliberazione-della-giunta-capitolina-che-ha-prescritto-la-rimozione-dei-5-000-impianti-pubblicitari-senza-scheda/) che dava la notizia dei suddetti due decreti.
Con Ordinanza n. 1504 del 3 aprile 2014 la Sezione Seconda del TAR del Lazio ha respinto l’istanza della S.r.l. “Message” con la motivazione che <<è pacifico tra le parti che l’ordinanza di rimozione impugnata ha ad oggetto impianti pubblicitari “senza scheda” e, pertanto, non supportati dal relativo titolo amministrativo e, in quanto tali, soltanto tollerati in via temporanea dalla stessa amministrazione, sebbene nelle more dell’adozione del piano regolatore degli impianti pubblicitari cui questa non ha ancora provveduto nonostante il lungo tempo oramai decorso pur essendovi tenuta per legge>>.
Con Ordinanza n. 1513 del 3 aprile 2014 la Sezione Seconda del TAR del Lazio ha respinto con le stesse identiche motivazioni anche l’istanza della S.r.l. “Screen City“.
Ne deriva che il dispositivo sopra riportato della deliberazione n. 425/2013 è tornato ad essere pienamente valido e dovrebbero quindi essere eseguite tutte le rimozioni d’ufficio degli impianti “senza scheda” e del circuito cultura e spettacoli non rimossi spontaneamente entro il 19 marzo scorso dalle ditte che ne sono proprietarie in ottemperanza alle lettere con invito-diffida a rimuoverli trasmesse dal dott. Francesco Paciello nello scorso mese di febbraio: fra questi impianti da rimuovere forzatamente ci sono sicuramente quelli di proprietà sia della S.r.l. “Message” che della S.r.l. “Screen City”, dal momento che hanno impugnato le rispettive lettere-diffida.
In questo frattempo però l’avv. Giuseppe Scavuzzo in qualità di Presidente della associazione di categoria I.R.P.A (Imprese Romane Pubblicitarie Associate) ha presentato a nome e per conto delle ditte da lui rappresentate ben 7 ricorsi, chiedendo anche lui la sospensiva della deliberazione n. 425/2013.
Giuseppe Scavuzzo
L’udienza per la sospensiva è stata fissata per il prossimo 16 aprile 2014.
La Deliberazione 425/2013 è il sacrosanto diritto dei cittadi di difendere il decoro delle proprie città. La pubblicità sta invadendo in modi intollerabili la nostra vita devastando la cultura del vivere. Non dobbiamo rinunciare a che sia regolata e costretta nei limiti appropriati.