Come dovrebbe esser noto, negli ultimi 6 anni e mezzo la gestione dei parchi e delle riserve naturali regionali istituite nel Lazio è stata svolta ininterrottamente senza Presidenti e senza Consigli Direttivi, con un commissariamento straordinario che è iniziato il 12 agosto 2010 con la Giunta Polverini e che è proseguito fino al 30 settembre 2016 con la precedente Giunta Zingaretti, per essere poi prorogato dapprima fino al 30 novembre 2016 e successivamente fino al 14 gennaio 2017, quando senza nessun procedimento di evidenza pubblica con appositi decreti del Presidente della Giunta Regionale sono stati nominati come Presidenti degli Enti di gestione quasi tutti i Commissari Straordinari uscenti, ad eccezione dell’Ente Parco del complesso lacuale di Bracciano-Martignano e dell’Ente Parco della Riviera di Ulisse, i cui Presidenti sono stati poi nominati entrambi il 30 gennaio 2017: ma tutti i 13 Presidenti sono stati insediati da allora fino ad oggi senza i rispettivi Consigli Direttivi, in aperta violazione delle lettere b) e c) del 1° comma dell’art. 14 della legge regionale n. 29/1997, così come modificata dalla legge regionale n. 12 del 6 agosto 2016, di cui non sono state rispettare le scadenze per ognuna delle procedure da espletare, nemmeno riguardo all’insediamento delle nuove Comunità del Parco ed al rinnovo delle loro cariche.
Ai sensi del 7° comma dell’art. 14 della legge regionale n. 29/1997, così come modificata dalla legge regionale n. 12/2016, «il consiglio direttivo … è rinnovato entro quarantacinque giorni dalla data dell’insediamento della nuova Giunta regionale».
Il 23 marzo 2018 il neo Presidente Nicola Zingaretti ha presentato la nuova Giunta Regionale: se tale giorno si assume come data dell’insediamento, ne deriva allora che entro il successivo 7 maggio avrebbero dovuto essere insediati tutti i Consigli Direttivi degli Enti di gestione delle aree naturali protette istituite nel Lazio.
Ma il 4° comma dell’art. 55 dello Statuto della Regione Lazio, relativo agli “Enti pubblici dipendenti”, dispone testualmente che «i componenti degli organi istituzionali decadono dalla carica il novantesimo giorno successivo alla prima seduta del Consiglio, salvo conferma con le stesse modalità previste per la nomina».
Ne deriva che viene ad essere posticipato al 3 luglio 2018 soprattutto l’insediamento dei Consigli Direttivi degli Ente di gestione delle 14 aree naturali protette del Lazio, che in base invece alla legge regionale n. 29/1997 sarebbe dovuta invece avvenire entro il 7 maggio 2018.
Entro la data del 3 luglio 2018 la Regione Lazio avrebbe dovuto provvedere ai seguenti compiti.
Nomina ed insediamento dei Presidenti degli Enti di gestione – La nuova disposizione approvata al riguardo comporta l’obbligo per il Presidente della Giunta Regionale di designare ogni Presidente dei Consigli Direttivi dei 13 Enti di gestione, sentito l’Assessore all’Ambiente, senza precisare forme e modalità di tale procedura ed in che termini di tempo la medesima procedura debba essere conclusa: per un opportuno confronto si fa presente che nel 2010 l’allora responsabile della Direttore Regionale Ambiente arch. Giovanna Bargagna ha fatto pubblicare un avviso pubblico che invitava «i soggetti, che si siano distinti per gli studi e per le attività nel campo della protezione dell’ambiente, interessati a candidarsi alla carica di Presidente del Consiglio Direttivo degli Enti sopracitati, … a far pervenire improrogabilmente entro e non oltre il 9 luglio 2010, anche via fax, le candidature, con allegato curriculum vitae».
Per la scelta e l’insediamento degli ultimi Presidenti degli Enti di gestione Nicola Zingaretti non ha seguito invece nessun procedimento di evidenza pubblica né ha fatto conoscere nei rispettivi decreti di nomina il curriculum vitae di ognuno dei soggetti da lui scelti insindacabilmente, senza nemmeno darne le motivazioni.
L’insediamento dei Presidenti dovrebbe comunque avvenire contestualmente all’insediamento dei Consigli Direttivi.
Nomina dei 4 membri aggiunti di ogni Comunità del Parco – Nel rispetto delle prescrizioni imposte dalla vigente legge regionale n. 29/1997 il Presidente della Giunta Regionale del Lazio deve provvedere a completare tutte le nomine dei quattro rappresentanti che la legge regionale n. 12/2016 impone di aggiungere ad ogni Comunità del Parco, di cui due designati dalle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello regionale e altri due designati dalle associazioni ambientaliste a livello regionale.
Il Presidente della Giunta Regionale dovrebbe seguire lo stesso suddetto procedimento di evidenza pubblica, coordinandosi anche qui con l’Assessore all’Ambiente per la selezione dei soggetti da scegliere sulla base del rispettivo curriculum vitae, fornendo in ogni decreto di nomina la motivazione che «deve indicare i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione dell’amministrazione, in relazione alle risultanze dell’istruttoria», così come prescrive il 1° comma dell’art. 3 della legge n. 241/1990.
Insediamento di ogni Comunità del Parco – Senza i suddetti 4 membri aggiunti ogni Comunità del Parco non può essere insediata sempre dallo stesso Nicola Zingaretti, per consentirle di nominare nella sua prima seduta ufficiale un Presidente ed un Vice Presidente, laddove mancanti, in modo da essere così pienamente operativa.
Designazione da parte della Comunità del Parco di due suoi rappresentanti in seno al Consiglio Direttivo – Una volta diventata pienamente operativa, ogni Comunità del Parco è in grado di designare i due suoi rappresentanti in seno al Consiglio Direttivo del rispettivo Ente di gestione, ai sensi della lettera b) del 1° comma dell’art. 14 della legge regionale n. 29/1997.
Va messo in rilievo che senza la designazione dei due suddetti membri, e la conseguente loro nomina con specifico decreto del Presidente della Giunta Regionale Nicola Zingaretti, non può essere insediato il rispettivo Consiglio Direttivo.
Designazione da parte del Consiglio Regionale di due suoi rappresentanti in seno al Consiglio Direttivo – Con riferimento specifico invece alla lettera c) del 1° comma dell’art. 14 della legge regionale n. 29/1997, così come modificato dalla legge regionale n. 12/2016, ogni Consiglio Direttivo è composto anche da altri due membri, che devono essere designati dal Consiglio Regionale «sentite le organizzazioni agricole ed ambientaliste».
A tal riguardo sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio n. 88 del 3 novembre 2016 è stato pubblicato un «avviso pubblico per la presentazione delle candidature ai fini della designazione, da parte del consiglio regionale, di due membri del consiglio direttivo di dodici enti di gestione di aree naturali protette di interesse regionale».
Si dovrebbe seguire lo stesso procedimento.
È stato però precisato all’epoca in modo alquanto equivoco che «con il presente avviso se per un verso non si attiva alcuna procedura concorsuale o preconcorsuale, dal momento che non sono previste graduatorie di merito o attribuzioni di punteggio, per un altro si intende garantire, nel rispetto di quanto stabilito dalla normativa di riferimento e ferma restando la discrezionalità del Consiglio regionale nella designazione, la piena applicazione dei principi di pubblicità, trasparenza e partecipazione».
Per garantire a tutti gli effetti la piena applicazione dei principi di pubblicità, trasparenza e partecipazione, pur senza graduatorie di merito o attribuzioni di punteggio, la selezione dei soggetti che si verranno a candidare dovrà comunque avvenire tenendo nel dovuto conto ogni curriculum vitae (perché differentemente non avrebbero nessun valore) e dovrà essere formalizzata con apposita deliberazione del Consiglio Regionale che fornisca una motivazione che «deve indicare i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione dell’amministrazione, in relazione alle risultanze dell’istruttoria», così come prescrive il 1° comma dell’art. 3 della legge n. 241/1990.
Il procedimento che è stato invece seguito dalla Regione Lazio a tal riguardo si è concluso in modo del tutto anomalo da parte del Presidente Daniele Leodori, che di fronte alla inaccettabile inerzia del Consiglio Regionale, «si è sentito autorizzato ad esercitare i poteri sostitutivi previsti dalla normativa vigente in materia» senza dare alcuna dimostrazione di come e perché le persone siano state scelte tra il totale dei candidati e se tale scelta sia stata doverosamente fatta «tra persone che si siano distinte per gli studi e per le attività nel campo della protezione dell’ambiente con comprovata esperienza di gestione ed adeguato “curriculum”».
L’attuale Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, ancora Daniele Leodori, dovrebbe rispettare tutti i dettami di legge al riguardo.
Alla fine di questo mese di luglio la Regione Lazio non sembra aver provveduto a nessuna delle suddette incombenze, malgrado il sollecito inoltrato da questa associazione con Nota VAS prot. n. 14 del 18 aprile 2018.
La conseguenza che ne è derivata è che dallo scorso 3 luglio tutti gli Enti di gestione delle aree naturali protette istituite nel Lazio sono senza Presidenti e senza Consigli Direttivi.
Dalle voci raccolte, ma non ufficialmente confermate, sembrerebbe che il Presidente Nicola Zingaretti intenda nominare soltanto i Presidenti, di nuovo senza nessuna procedura di evidenza pubblica, consentendo ad ognuno di essi di fare le veci del rispettivo Consiglio Direttivo che non è dato comunque di sapere se e quanto verrà insediato.
La cosa ancor più sorprendente, stando sempre alle voci raccolte ma non ufficialmente confermate (né confermabili), è che le ragioni di questo grave ed inammissibile ritardo sembrano dovute alla “spartizione delle poltrone” dei Presidenti secondo il classico manuale Cencelli.
C’è ora il rischio che gli Enti di gestione delle aree naturali protette rimangano senza organi fino alla fine di agosto o che approfittando proprio della pausa estiva il Presidente Zingaretti sforni i decreti di nomina dei Presidenti degli Enti di gestione, senza nessuna procedura di evidenza pubblica: se questo avverrà, VAS si rifiuta di continuare ad assistere ad uno sfascio dei Parchi che dura ormai da 8 anni di fila.
VAS si riserva in tal caso di presentare un dettagliato esposto-denuncia alla Procura delle Repubblica.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi