Troppo arsenico nell’acqua così all’estremo nord di Roma è scattato ancora una volta il divieto di utilizzarla.
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha prorogato il divieto – già stabilito da una sua ordinanza nel dicembre 2021 – dell’utilizzo dell’acqua proveniente dagli acquedotti rurali Arsial (Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione in agricoltura) per il consumo umano, relativamente alle utenze allacciate all’acquedotto “Malborghetto”.
Sono 61 in tutto le utenze su cui pesa il divieto, tutte concentrate tra i civici 1700 e 2000 di via Flaminia e stradine limitrofe come via Arcore, via Malborghetto e via Vignanello.
La proroga del divieto è fino al 31 dicembre 2023.
Un problema annoso
Un problema annoso quello relativo alla presenza di livelli troppo alti di arsenico negli acquedotti di Roma nord.
Se “Brandosa”, “Monte Oliviero”, “Piansaccoccia”, “S. Maria di Galeria”, “Camuccini” e “Santa Brigida” sono stati interessati da un intervento di risanamento da parte di Acea Ato2 e oggi la loro acqua è pienamente utilizzabile, resta ancora da sanare quello di Malborghetto.
Il primo a vietare l’uso dell’acqua proveniente da questo acquedotto era stato il sindaco Marino.
La quantità di arsenico rilevato imponeva infatti una bonifica che, da allora, non è stata mai ultimata.
I lavori che, come si legge nell’ordinanza di Gualtieri, dovrebbero essere stati avviati nelle settimane scorse, dureranno 365 giorni.
Costo stimato 1 milione e 700mila euro.
Così per un altro anno le 61 utenze di Roma nord resteranno senza poter utilizzare l’acqua corrente.
Dove si trova Malborghetto
Poco oltre il XIII miglio della Flaminia antica si trova il Casale di Malborghetto: l’edificio ha inglobato un Arco quadrifronte del IV secolo d.C. posto a segnacolo dell’incrocio tra la via Flaminia e la strada di collegamento tra Veio e la Tiberina.
Un arco onorario messo in relazione alla discesa delle truppe di Costantino da settentrione proprio lungo la consolare per opporsi a quelle dell’imperatore Massenzio.
La tradizione cristiana vuole che Costantino, accampatosi in questo luogo, abbia visto al tramonto nel cielo il segno della croce e che “durante il sonno viene avvertito di far segnare sugli scudi il celeste segno di Dio e di dar battaglia”.
Il giorno dopo, il 28 ottobre del 312, Costantino sbaragliava a Saxa Rubra l’esercito del rivale e lo stesso Massenzio periva nelle acque del Tevere.
A seguito di questa vittoria, nel 315, il Senato Romano fece erigere nell’Urbe l’arco bifronte presso il Colosseo e forse nel Suburbium quello di Malborghetto.
Solo nel 1982 il Casale di Malborghetto entrò a far parte dei Beni del Demanio.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 2 gennaio 2023 sul sito online “Roma Today”)