C’è da sapere che Decreto del Presidente della Repubblica n. 62 del 16 aprile 2013 è stato emanato il “Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici”: il suo art. 4 disciplina i casi di “Regali, compensi e altre utilità”.
Il 1° comma dell’art. 4 dispone testualmente che “il dipendente non chiede, né sollecita, per sé o per altri, regali o altre utilità”.
Secondo il successivo comma 2 “il dipendente non accetta, per sé o per altri, regali o altre utilità, salvo quelli d’uso di modico valore effettuati occasionalmente nell’ambito delle normali relazioni di cortesia e nell’ambito delle consuetudini internazionali. In ogni caso, indipendentemente dalla circostanza che il fatto costituisca reato, il dipendente non chiede, per sé o per altri, regali o altre utilità, neanche di modico valore a titolo di corrispettivo per compiere o per aver compiuto un atto del proprio ufficio da soggetti che possano trarre benefici da decisioni o attività inerenti all’ufficio, né da soggetti nei cui confronti è o sta per essere chiamato a svolgere o a esercitare attività o potestà proprie dell’ufficio ricoperto”.
Il comma 5 sempre dell’art. 4 stabilisce che “ai fini del presente articolo, per regali o altre utilità di modico valore si intendono quelle di valore non superiore, in via orientativa, a 150 euro, anche sotto forma di sconto.
I codici di comportamento adottati dalle singole amministrazioni possono prevedere limiti inferiori, anche fino all’esclusione della possibilità di riceverli, in relazione alle caratteristiche dell’ente e alla tipologia delle mansioni”.
Non mi risulta che il Provveditorato agli Studi abbia escluso la possibilità per le maestre delle scuole elementari di ricevere regali.
Così le raccolte di soldi per fare un regalo di Natale anche prezioso alla maestra di scuola elementare sono diventate sempre più considerevoli, superando talora i 1000 euro.
Quando ho fatto il rappresentante di classe nella seconda metà degli anni ’70, per combattere questa usanza ho messo in atto una mia personale iniziativa.
Dopo aver comperato un set di fogli di pergamena sono andato a casa di ognuno degli alunni della stessa classe di mia figlia ed ho fatto scrivere e firmare di loro pugno un pensiero carino alla propria maestra.
Una volta raccolti tutti i fogli di pergamena compilati, sono andato nel laboratorio di legatoria di un genitore che gratuitamente mi ha rilegato i fogli, facendo diventare un vero e proprio libricino in pelle il regalo alla maestra, a cui è stato consegnato dall’intera scolaresca.
La mia gioia di avere abolito per quell’anno l’usanza del regalo prezioso alle maestre è durata poco, perché sono venuto a sapere in seguito che diverse mamme hanno voluto portare ugualmente ma di nascosto un regalo a casa della maestra.