Va rilevato che le proposte dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e delle Zone di Protezione Speciale (ZPS), così come finora formulate in modo disseminato ma non continuo sul territorio, non costituiscono ancora una “rete”, per costruire la quale occorre per l’appunto individuare una serie di “aree contigue” ad aree naturali protette istituite o ad istituti di protezione della fauna selvatica (assimilabili eventualmente a loro volta ad “aree contigue”, specie se ciò si rendesse necessario ai fini della “riperimetrazione” delle aree precluse alla caccia da un lato e del mantenimento di una certa tutela dall’altro lato): la “mappa delle possibili aree contigue” deve dunque puntare ad individuare una potenziale “Rete Ecologica” che presenti peculiarità ambientali e faunistiche da salvaguardare non solo in base a quanto previsto dall’art. 32 della legge n. 394/1991, ma anche dalle Direttive “Habitat” e “Uccelli”.
Dal momento che una siffatta “Rete Ecologica” è costituita da un sistema di “aree contigue” che continuano pur sempre a far parte dell’Ambito Territoriale di Caccia, viene in ogni caso rispettato il principio delle percentuali massime di S.A.S.P. che può essere sottratto alla caccia, naturalmente sul presupposto che la “Rete Ecologica” venga comunque imperniata su un sistema complessivo di aree protette precluse alla attività venatoria nella misura percentuale non superiore al 30% della S.A.S.P..
Sulla “intelaiatura” della “Rete Ecologica Regionale” (RER) si potranno dunque individuare tutta una serie di possibili aree contigue tanto alle aree naturali protette istituite e istituende quanto ai corridoi ecologici ed alle zone cuscinetto.
L’individuazione di tale mappa deriverà, oltre che dallo stato di diritto (con particolare riferimento alle aziende faunistico-venatorie ed alle aziende agri-turistico-venatorie), anche e soprattutto dallo stato di fatto, la cui opportuna considerazione porterà ad individuare i più probabili habitat faunistici, da proporre come aree contigue ideali.