La centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina (Foto Ansa)
“La centrale nucleare di Zaporizhzhia non è esplosa per miracolo“.
Una frase da brivido postata su Twitter dal consigliere del presidente ucraino Mikhaylo Podolyak, all’indomani del bombardamento dell’impianto per il quale Mosca e Kiev si sono accusate reciprocamente.
“La Russia l’ha sequestrata e sta mettendo in scena pericolose provocazioni – ha aggiunto – L’Aiea deve chiedere alla Russia di ritirarsi dalla centrale nucleare e trasferirla sotto il controllo di una commissione speciale“.
Una situazione delicata, punto nevralgico di un conflitto che va avanti dallo scorso 24 febbraio, e che alimenta l’incubo di una catastrofe nucleare.
Ma cosa sta succedendo nella centrale nucleare di Zaporizhzhia?
Dopo l’attacco di venerdì, nella giornata di ieri uno dei reattori della centrale ucraina, al momento sotto il controllo delle forze russe, è stato spento.
A confermarlo è stata la compagnia nucleare statale ucraina Energoatom: “Il bombardamento ha causato un grave rischio per il funzionamento sicuro dell’impianto.
Un reattore è stato disconnesso dalla rete a causa di danni alla linea elettrica ad alta tensione“.
Lo spegnimento del reattore nucleare della centrale è stato necessario per evitare ulteriori rischi, ma la situazione rimane preoccupante, come confermato anche dal capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea): “Se i bombardamenti continuano c’è il rischio di un disastro nucleare per l’impianto di Zaporizhzhia“.
Secondo quanto riportato dal Procuratore generale ucraino, che ha avviato un procedimento contro l’attacco effettuato dalle truppe russe contro la centrale, i danni provocati dall’artiglieria hanno costretto i tecnici a scollegare il reattore, nonostante non siano state registrate perdite di materiale radioattivo.
La centrale è sotto il controllo dei russi da inizio marzo, ma è ancora gestita dai tecnici ucraini.
Chi è il responsabile di questo attacco scellerato?
Kiev e Mosca si sono scambiate reciproche accuse, ma una cosa è certa, la fuga di radiazioni è stata evitata per miracolo, così come un possibile disastro nucleare.
Intanto proseguono i bombardamenti nel 165esimo giorno di guerra.
Secondo Yevhen Yevtushenko, il capo dell’amministrazione militare del distretto della vicina Nikopol, “nella notte circa 60 razzi di tipo ‘Grad’ sono caduti sugli insediamenti costieri tra Nikopol e Zaporizhzhia, 40 dei quali sul villaggio di Marhanets, sulla sponda nord del fiume Dnipro, a soli 10 km dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia sulla sponda sud“.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 7 agosto 2022 sul sito online “Roma Today”)