Avviata a inizio luglio 2019, l’attività di trasbordo rifiuti – da mezzo piccolo a mezzo grande – dell’AMA doveva concludersi allo scadere del centottantottesimo giorno successivo, cioè alle 24 del 3 gennaio 2020.
Questo l’impegno preso dal Campidoglio sei mesi fa.
Ma nel frattempo la situazione rifiuti a Roma ha riacquistato tutte le caratteristiche dell’emergenza anche per quanto riguarda la rete delle infrastrutture di AMA.
Lo scrive il Campidoglio: “In assenza di un’adeguata rete infrastrutturale di supporto, i mezzi dedicati alla raccolta dei rifiuti sono costretti a lunghe percorrenze, distogliendo risorse al servizio di raccolta dei rifiuti urbani e determinando rallentamenti nell’attività di raccolta con rischio di giacenza degli stessi rifiuti indifferenziati a terra, in prossimità dei punti di raccolta.
Il protrarsi delle difficoltà evidenziate nell’attività di raccolta concretizza in tempi brevissimi uno stato di severa criticità nella Capitale, con immediata ripercussione sulle condizioni igienico-sanitarie della città e grave rischio per la salute pubblica”.
La conseguenze è che allo stato attuale, si legge nel documento, “continuano a persistere le condizioni che hanno dato luogo all’emissione dell’Ordinanza n. 127/2019”.
Tradotto in soldoni, l’attività di trasbordo rifiuti a Saxa Rubra durerà altri sei mesi.
E’ quanto ha deciso la sindaca Virginia Raggi che nella giornata di mercoledì 2 gennaio ha firmato l’ordinanza n.2/2020 per prorogare per altri sei mesi “l’utilizzo dell’area di Saxa Rubra, di proprietà di Roma Capitale, in via Barendson/via Gigli per l’attività di trasbordo dei rifiuti urbani indifferenziati“.
Ad AMA si fa comunque obbligo di effettuare il trasbordo senza superare le 300 tonnellate al giorno, senza deposito dei rifiuti a terra e delimitando e prevedendo la pulizia giornaliera a fine servizio dell’area.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 3 gennaio 2020 sul sito online “VignaClaraBlog”)