Rigenerazione urbana. Un padiglione dell’ex Fiera di Roma
Continuare a scommettere sulla rigenerazione urbana, e non solo nel centro cittadino.
È questa l’indicazione che arriva da Rapallo dove si è svolto, tra giovedì 12 e venerdì 13 settembre, la 32esima edizione del “Forum Scenari”.
Misurare l’impatto della rigenerazione urbana
Roma e Milano sono state oggetto di uno studio particolare, redatto da “Scenari immobiliari” in collaborazione con “Urban Up – Unipol”.
“Ci siamo posti l’obiettivo di individuare uno strumento di misurazione economica del valore sociale, indiretto e indotto, derivante dalle operazioni di rigenerazione urbana” ha premesso Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari.
Il risultato è stata l’elaborazione di uno “strumento di stima, basato su un processo concettuale condivisibile e misurabile” a disposizione degli operatori del settore che, autonomamente, posso valutare l’impatto delle proprie azioni sul tessuto urbano.
Una rigenerazione limitata al centro
Il report ha effettuato una stima del valore aggiunto che le operazioni di rigenerazione urbana possono determinare sul piano sociale e sull’indotto.
Ma ha anche quantificato, potenzialmente, quale potrebbe essere la dimensione.
Va però fatta una premessa.
“A Roma la rigenerazione urbana si è distinta per la sua frammentarietà e per un approccio spesso orientato a interventi puntuali piuttosto che a piani integrati” è stato ricordato nel meeting di Rapallo.
Il risultato è stata una “polarizzazione sociale e territoriale”, con la concentrazione di investimenti nel centro storico ed in alcune aree che “ha favorito la gentrificazione ha escluso le fasce di popolazione meno abbienti” con le periferie rimase al margine di questo processo.
La ritrovata fiducia dei privati e le scommesse da vincere
Il trend però sta cambiando.
“I numeri sono dalla nostra parte e anche la fiducia degli investitori si è progressivamente recuperata – ha spiegato l’assessore all’urbanistica Veloccia, nel ricordare “il boom di transazioni immobiliari e presenze turistiche, il moltiplicarsi degli investimenti privati, lo sblocco di tanti programmi urbanistici incagliati negli anni, la ripartenza dell’ex Fiera di Roma” e gli investimenti fatti per il Giubileo.
“Ora anche i privati stanno scommettendo sulla città.
Abbiamo dimostrato che a Roma gli investimenti possono essere fatti, si può avere un rapporto trasparente e positivo con l’amministrazione e si può ragionare di modernizzazione della città” senza intaccare la sua identità ed il suo patrimonio archeologico.
“La sfida adesso è rendere questa crescita stabile e giusta e con regole chiare, che già stiamo scrivendo, per garantire tempi più snelli e procedure più certe ma anche con scelte che aiutino a risolvere le tante sofferenze sociali che purtroppo ci sono”.
Il valore e le dimensioni della rigenerazione
Ed allora quanto si può andare a rigenerare del tessuto urbano?
“Se le dinamiche rigenerative che hanno caratterizzato lo scenario urbano romano degli ultimi dieci anni si andassero a consolidare” è stato chiarito durante il Forum, e se non ci saranno imprevisti di natura congiunturale “e i processi applicati riuscissero a superare gli ostacoli e gli imprevisti di natura strutturale e congiunturale è possibile prevedere circa 11,27 chilometri quadrati di superficie territoriale potenzialmente coinvolta in interventi e ambiti di rigenerazione”.
E la ricaduta economica?
“La ricaduta diretta” sarebbe di 22 miliardi di euro.
Quasi un miliardo all’anno, se si considera un arco temporale di 25 anni.
(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 15 settembre 2024 sul sito online “Roma Today”)