Più di cento persone a piedi e una sessantina in bici si sono ritrovate domenica mattina nella Riserva Naturale della Valle dell’Aniene, bellissimo parco incastonato fra la via Nomentana e Montesacro, per partecipare alla passeggiata ciclopedonale organizzata dalla Onlus Insieme per l’Aniene, impegnata da anni per la cura e la tutela dell’area urbana in cui è possibile osservare tantissimi animali: dagli istrici agli aironi, dai ricci alle volpi, dai germani reali alle gallinelle d’acqua.
Nel corso della mattinata, residenti e associazioni di quartiere hanno tenuto un flashmob per chiedere a Comune, Regione e III Municipio di salvare lo storico sentiero ciclopedonale di via Favignana dal cemento e delle auto.
Lungo il tracciato immerso nel verde che fu inaugurato da Walter Veltroni quand’era sindaco è stato infatti aperto da tre anni un cantiere per la realizzazione di alcuni appartamenti, box e una strada di accesso all’interno di locali tecnici di un edificio degli anni Sessanta, una palazzina di cinque piani che diventerà così l’unico “grattacielo” all’interno di Città Giardino, zona di villini d’epoca tutelati come patrimonio storico e culturale.
I residenti sono mobilitati da tre anni e hanno presentato diversi esposti.
Secondo indiscrezioni, sarebbe stato aperto un fascicolo in procura.
L’iter autorizzativo è al centro di polemiche.
Secondo un dossier realizzato dal Circolo Territoriale di Roma dell’Associazione Verdi Ambiente e Società (Vas) infatti la procedura presenta diverse anomalie, come confermato pubblicamente anche da una dirigente del Comune che nel 2015 firmò il permesso di costruzione, salvo poi dichiarare di aver dato il via libera «dopo essere stata indotta in errore dall’istruttoria preparata da un funzionario».
Gli uffici tecnici del Municipio III in un documento protocollato a febbraio 2019 hanno ipotizzato «false rappresentazioni» nella documentazione per il rilascio della licenza.
Fra i punti controversi, secondo il dossier dell’associazione Verdi Ambiente e Società, ci sarebbe la procedura di usucapione con cui i proponenti del progetto sono entrati in possesso di una delle aree del cantiere.
I titolari del progetto hanno invece sempre rivendicato la regolarità di tutte le procedure. I residenti si sono ripetutamente rivolti alle istituzioni, in particolare al Comune, ma finora dal Campidoglio non è arrivata risposta, mentre i lavori nel cantiere vanno avanti e l’area ha subìto una pesante deforestazione.
«Se non si interviene, fra qualche mese al posto delle bici in quello che era un sentiero immerso nel verde passeranno le auto di chi comprerà i nuovi box», dicono amareggiati i residenti.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 7 giugno 2020 sul sito online del quotidiano “Corriere della Sera”)