Il termovalorizzatore di Acea a San Vittore (immagine d’archivio)
Il 30 novembre si svolgerà in Consiglio di Stato l’udienza pubblica per la discussione dei ricorsi presentati, tra gli altri, dal comitato No Inceneritore Santa Palomba, Forum ambientalista e comune di Albano.
Tutti contro il progetto del commissario di Governo e sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, di un termovalorizzatore da 600mila tonnellate nell’area industriale di Santa Palomba, alla periferia sud di Roma.
In quella sede gli avvocati della parti ricorrenti reitereranno la richiesta di invio degli atti alla Corte di Giustizia europea e anche alla Corte costituzionale per un loro pronunciamento prima del giudizio finale del Consiglio di Stato.
Le ragioni del Tar
Il Tar, lo ricordiamo, in primo grado ha respinto i ricorsi, rigettati perché “destituiti di fondamento“.
“È con riferimento al complesso delle normative sulla pianificazione della gestione del ciclo dei rifiuti” è stato scritto nel provvedimento, “che deve valutarsi il rispetto dei criteri direttivi eurounitari e non atomisticamente in funzione di uno specifico atto di pianificazione“.
La previsione del Piano commissariale, in questo senso, non incide “sull’assetto complessivo del sistema“.
E inoltre “non sembra potersi negare che la risoluzione delle questioni legate alla gestione dei rifiuti di Roma Capitale e alla chiusura del ciclo, anche assicurata da una razionalizzazione e realizzazione di nuovi impianti, compreso il tmv, abbia attinenza sia con le più generali politiche energetiche sia con la realizzazione di condizioni attesa a valorizzare” imprese e investimenti.
“Nè può revocarsi in dubbio quanto al requisito della necessità e urgenza l’esistenza di una situazione emergenziale” derivante “dal maggiore afflusso di individui” in occasione del Giubileo.
Inoltre, dice la sentenza, chi avrebbe dovuto semmai sollevare un problema di competenze sarebbe la Regione, che però “non ha promosso alcun giudizio di legittimità” trattandosi peraltro di “temporanea allocazione di poteri” in capo al commissario.
Per quanto riguarda la localizzazione del termovalorizzatore, viene ribadito che sul sito non insiste “alcun fattore escludente di tutela integrale“.
La deadline mancata
In tutto questo la gara per la progettazione, costruzione e gestione dell’impianto non è ancora stata pubblicata.
Il cronoprogramma fissava la deadline al 31 agosto.
Ricordiamo poi che l’unica manifestazione di interesse presentata, come già ampiamente preventivato, è stata quella del gruppo di imprese guidato da Acea Ambiente e composto da Hitachi Zosen Inova, Vianini Lavori e Suez.
L’impianto dovrà essere realizzato in project financing.
La proposta valutata dalla commissione tecnica quindi ha riguardato la progettazione, la costruzione e la gestione di un impianto in grado di trattare 600mila tonnellate l’anno di rifiuti più la cosiddetta “impiantistica ancillare“, strutture in grado di trattare gli scarti residui dal trattamento termico.
Termine ultimo che si è dato il Campidoglio per la messa in funzione del maxi impianto?
L’estate del 2026.
(Articolo di Ginevra Nozzoli, pubblicato con questo titolo il 31 agosto 2023 sul sito online “Roma Today”)