Il laghetto di Villa Ada (repertorio)
Il Grab non passerà per Villa Ada.
A farlo sapere durante l’ultima commissione mobilità capitolina non è l’assessore Eugenio Patanè, nè il presidente Giovanni Zannola, ma l’ingegner Alessandro Fuschiotto di Roma Servizi per la Mobilità.
Il Grab non passerà a Villa Ada
La novità, la prima veramente importante dell’ultimo anno sul tema ciclovia, arriva quasi al termine della riunione convocata per fare un punto sul progetto di infrastruttura di mobilità alternativa, finanziata con circa 15 milioni di euro e pronta da ormai sei anni.
L’assessore Patanè ha relazionato su quanto successo fino ad oggi: “La situazione che abbiamo trovato era bloccata – esordisce – con tre conferenze dei servizi iniziate e poi interrotte per le osservazioni avanzate da associazioni, comitati e istituzioni.
In questi mesi abbiamo tentato di capire come potessimo riuscire a superare se non la totalità, almeno la gran parte dei problemi più rilevanti posti.
Questo l’abbiamo fatto non solo esclusivamente sulla base delle lettere ma anche su atti ufficiali votati in consiglio comunale che ci indicavano una via da seguire.
Questo ha fatto sì che riprendessimo le conferenze dei servizi, per tutti e 6 i lotti“.
Dal municipio: “Accordo favorevole, il dipartimento tutelerà il parco storico”
Finita la conferenza dei servizi, nella quale si sta discutendo anche il lotto 4 riferito a Villa Ada, il progetto definitivo sarà però modificato.
Le rimostranze delle associazioni sul passaggio del tracciato interno al parco sono state accolte: “Se andrà in porto quello che è stato deciso – commenta a RomaToday il consigliere del II municipio Andrea Rollin – sono favorevole, perché si tiene conto della tutela di un parco storico come Villa Ada che non è a grande vocazione ciclistica, come lo è per esempio Villa Borghese avendo grandi viali anche asfaltati o l’Appia Antica.
A maggior ragione che i lavori li farà il dipartimento, che più di tutti è a conoscenza dei vincoli presenti in ottica di conservazione dei luoghi”.
Cittadinanzattiva contraria: “Si rinuncia a farlo passare fuori”
Non va bene per niente, invece, per Marina Di Giacomo di Cittadinanzattiva Nomentano-Trieste: “Non siamo d’accordo – spiega -. La richiesta del municipio innanzitutto e poi di noi associazioni era che il passaggio fosse esterno.
Se non passa dentro e non passa fuori, perché non è programmato, cosa succede?
È un compromesso democristiano, vorrebbero accontentare tutti ma scontentano tutti.
Da ciclista che cosa faccio – si chiede Di Giacomo -, volo per superare Villa Ada?
Alla Caffarella hanno deciso di uscire fuori dal parco, mentre qui no.
Se lo facessero avrebbero l’interconnessione con ben tre fermate della Roma-Viterbo.
I sentieri di collegamento saranno in terra battuta a parte l’ingresso da Ponte salario che sarà terra stabilizzata.
Ma la terra battuta quando piove diventerà fango“.
E la paura è che questo accordo sia solo un cavallo di Troia: “Col tempo faranno una variante e lo trasformeranno in Grab a tutti gli effetti?“.
(Articolo di Valerio Valeri, pubblicato con questo titolo il 13 ottobre 2022 sul sito online “Roma Today”)
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(post pubblicato il 13 ottobre 2022 sulla pagina face book dell’Osservatorio Sherwood)
L’INUTILE CHICANE DEL GRAB
Tutto qui?
Nella Commissione Mobilità del Campidoglio, i funzionari della società Roma Servizi per la Mobilità hanno reso nota la loro “soluzione” per far passare il Grande Raccordo Anulare delle Biciclette dentro il parco di Villa Ada.
Soluzione che – non condivisa né comunicata al progettista originario di quella stessa tratta della ciclovia – è stata inviata alla Conferenza dei Servizi che è in corso di svolgimento.
Orbene, si parla di una sorta di chicane: una variante di poco più di 300 metri che, invece di far passare le biciclette sul viale accanto al grande lago (percorso evidenziato in rosso nella mappa), le farebbe passare fuori sul lato sinistro di via di Ponte Salario, accanto al muro di Villa Ada (percorso giallo), facendole poi rientrare da un cancello presente prima dell’asilo (foto).
La pista su strada sarebbe protetta da cordoli e realizzata eliminando le auto parcheggiate (in particolare nella zona A della mappa).
Si tratta con ogni evidenza di una modifica che non risolve assolutamente alcuna delle criticità del passaggio del Grab nel parco e anzi, se possibile, crea ulteriori problemi.
Il vero “nodo” del tracciato della ciclabile dentro Villa Ada è infatti nei viali pedonali del lungo percorso successivo verso via Panama (in blu e con la lettera C) dove appaiono del tutto incompatibili i flussi di centinaia di biciclette con quelli dei “normali” fruitori del parco.
Ma intervenire superficialmente su via di Ponte Salario rischia di innescare un deleterio meccanismo a catena che – nella cronica assenza di controlli – porterebbe sicuramente ad un incentivo della sosta abusiva di auto sui prati alle pendici di Monte Antenne (zona B e foto) che in questi anni abbiamo cercato di contrastare in tutti i modi.
L’accesso dal “nuovo” cancello sarebbe un’attrazione irresistibile.
E poi chi aprirebbe al mattino e chiuderebbe la sera questo ulteriore varco di Villa Ada (considerato che già oggi non si riescono a gestire gli altri ingressi)?
Inoltre, se le biciclette devono comunque condividere il percorso con le auto (e in alcuni orari su via di Ponte Salario c’è un traffico davvero consistente), perché non farlo allora sulla ciclabile già esistente in via del Foro Italico?
Almeno si avesse il coraggio di fare una scelta drastica sulla mobilità: ovvero quella di chiudere via di Ponte Salario al massiccio e inquinante traffico di attraversamento (viene usata come scorciatoia dell’Olimpica), sbarrando la tratta dei tornanti indicata con D1-D2 nella mappa.
Sarebbe un modo per sanare una cesura e una ferita storica, dando respiro al parco e alla zona archeologica di Monte Antenne, le cui strutture (scuole e Forte) resterebbero comunque raggiungibili.
Ma siamo certi che i nostri “cuor di leone” non arriveranno mai a tanto.
Nel corso della Commissione Mobilità abbiamo percepito che sul Grab c’è una grande fretta – che è sempre cattiva consigliera – e i miliardi che sospingono l’opera pesano come un macigno accecante.
Ma c’è una cosa che davvero non possiamo sopportare: il ricatto del riferimento all’accessibilità nel parco per i disabili resa possibile “solo grazie al Grab” con le due nuove rampe su via Salaria e via Panama.
Si tratta di opere essenziali per rendere il parco agibile a tutte e tutti, che in un Paese civile sarebbero già stata realizzate da decenni a prescindere dalla ciclovia.
Farsene scudo ora è davvero vergognoso.
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N.B. – Il succo è che il Grab dentro Villa Ada ci passa. Dunque il titolo dell’articolo è falso.