Carlo Verdone torna a parlare della sua città (foto d’archivio)
Dopo l’intervista al “Fatto quotidiano”, in cui si era lasciato andare a giudizi poco lusinghieri su Roma e il parziale dietrofront con la telefonata al sindaco Roberto Gualtieri, Carlo Verdone torna a parlare della sua città.
E anche stavolta con toni non proprio positivi.
“Era una città piena di grazia, ora di grazia non ce n’è più” ha detto a “Sette”.
Verdone su Roma: “È tutto cambiato”
Parlando della sua città, Verdone spiega: “È tutto cambiato.
Anche il clima, con questo caldo così opprimente, soffocante, malsano.
L’afa rende tutto leggermente nebbioso”.
E ancora: “Era una città piena di grazia, ora di grazia non ce n’è più.
Per fortuna vista dall’alto, qui dove ho scelto di abitare, mi pare sempre uguale e più o meno sempre bella“.
Il tempo, inoltre, secondo l’attore e regista, ha modificato radicalmente l’aspetto della città, determinando la scomparsa di figure che l’hanno a lungo caratterizzata: “Succede che è cambiato tutto – sottolinea -. È morto l’apparato umano di Roma – afferma Verdone -. Gli artigiani, le piccole botteghe, il vetraio, il calzolaio, il tornitore.
Quelle botteghe facevano un bel rumore la mattina.
Ma è normale che i tempi cambino, chiaro”.
Verdone, oltre che di Roma, ha parlato anche delle sue vicende più personali e intime, come la morte della madre Rossana, nel 1984: “Sono stati 4 anni veramente brutti che non auguro a nessuno, quelli della malattia di mia madre.
Era la persona più buona del mondo, alla quale forse dovevo più di tutti nella vita.
Se n’è andata via troppo giovane, aveva 59 anni”.
Le critiche alla città
Nei giorni scorsi, Verdone si era lasciato andare a giudizi molto severi sulla sua città: a “Repubblica” l’aveva definita praticamente come “un bagno di autogrill a cielo aperto“, riferendosi alla carenza di bagni pubblici e alla continua presenza di persone che fanno i bisogni in qualche angolo.
Poi, al “Fatto”, ha rincarato la dose, ampliando il discorso: “Come ti giri, non vedi più una strada normale.
Non c’è un centimetro di muro che sia stato risparmiato.
Tag, firme, scritte, brutture, sfregi.
Questa città deve essere considerata come la nostra casa.
Quando una casa è tenuta bene, quando ci entri stai attento, cammini in un certo modo, ti siedi composto, fumi fuori dalla finestra.
Mostri attenzione.
Quando una casa è trascurata, invece, ognuno si sente in diritto di trattarla male“.
La telefonata a Gualtieri
Le parole di Verdone hanno colpito nel segno, soprattutto perché sono state lette dal sindaco.
E così, forse un po’ pentito per i toni aspri e per qualche critica che sembrava più diretta, ha alzato il telefono e chiamato Roberto Gualtieri, per rassicurarlo.
Secondo quanto ha riferito il Campidoglio, il regista ha espresso tutta la sua stima al primo cittadino, assicurandogli che nel suo colloquio con il quotidiano si è limitato a sottolineare la portata dei problemi atavici che affliggono Roma e le responsabilità di quei romani che non rispettano le regole.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 16 agosto 2024 sul sito online “Roma Today”)