Bottiglie lanciate dalla finestra.
Ma anche sassi.
Gli insulti: “Sei un Buscetta”.
Un clima rovente, quello dell’altra sera al Quarticciolo, all’ingresso dei lotti, che ha avvolto Don Coluccia, il prete antimafia che ha fatto della lotta allo spaccio una ragione di vita.
Il parroco si trovava nel quartiere, non è nuovo da queste parti, per una visita pastorale.
All’arrivo di quella pioggia “infernale” di oggetti è stato messo in sicurezza dalla scorta.
Ma promette: “Tornerò, io mi sono reso disponibile per offrire un servizio alla città.
Una città che si commuove, ma non si muove”.
“Sei un Buscetta“
Don Coluccia, a RomaToday, ha raccontato: “Quando mi dicevano sei un Buscetta, rispondevo che la differenza tra me e loro è che ci sono, non mi nascondo.
Mi erano fermato a parlare con alcuni ragazzi, poi è successo quello che è successo.
Qui è una situazione grave.
I lotti sono militarizzati”.
Da qui la mission di Don Coluccia: “Il mio compito è sensibilizzare i territori dove regnano droga, abbandono, degrado.
Non c’è illuminazione, le vedette agiscono come vogliono.
Parlo di via Cerignola, via Manfredonia, via Ostuni, viale Palmiro Togliatti.
Il welfare della droga, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti.
Come altre zone della città, penso a Tor Bella Monaca o all’ex Laurentino 38”.
“Diamo fastidio“
Una situazione allarmante, che Don Coluccia ha denunciato.
Tra queste lo spaccio del crack (nascosto anche nelle scatole di caramelle).
“Cerco di ascoltare i ragazzi, mi metto a parlare con loro.
Con qualcuno ho ricevuto un invito, una risposta.
Dobbiamo e vogliamo trovare un’alternativa alla droga.
Perché la droga ruba i soldi e i sogni alternativi.
Qui nella Capitale, nonostante i miei ringraziamenti alle forze dell’ordine per quello che fanno, c’è bisogno anche di altro.
Serve un intervento di natura politica: non si può assistere a immagini come quelle di immondizia per strada o delle luci spente dei lampioni”.
La sintesi, brutale, è quella che passa per questo concetto: “Normalizzazione della gravità”.
Don Coluccia, comunque, ha annunciato che tornerà al Quarticciolo.
E non solo lì: “Stiamo dando fastidio, lo so.
Ma non ci fermeremo.
Per una resistenza cristiana ed evangelica”.
Fare rumore.
Disturbare le attività di spaccio nelle piazze più critiche di Roma.
Don Coluccia ha ormai reso note le sue azioni.
E che lo hanno portato anche all’aggressione subita a Tor Bella Monaca, dove un 28enne cercò di investirlo in sella a un T-Max
Solidarietà a Don Coluccia
Luisa Regimenti, assessore regionale al Personale, alla Sicurezza urbana, al Enti locali e all’università ha espresso vicinanza e sostegno al prete anti spaccio: “Desidero esprimere la più totale solidarietà a Don Antonio Coluccia, oggetto di una violenta aggressione mafiosa al Quarticciolo dove era in corso un corteo per la legalità.
Sono certa che Don Coluccia non si farà intimidire ma anzi moltiplicherà gli sforzi per restituire dignità e speranza ai tanti cittadini perbene che vivono nel quartiere.
L’azione di Don Coluccia e di tutti coloro che lottano contro lo strapotere delle organizzazioni criminali che gestiscono lo spaccio è fondamentale, saremo al loro fianco in questa battaglia per la libertà, la legalità e la rinascita delle periferie romane contro tutte le mafie”.
(Articolo di Claudio Bellumori, pubblicato con questo titolo il 3 settembre 2024 sul sito online “Roma Today”)