IN SUPERFICIE la spiaggia di Cipro si è presentata ai ricercatori invasa dalle microplastiche: 130mila frammenti per metro cubo, un livello di contaminazione da record, secondo solo a quello registrato in Cina, nella provincia del Guangdong.
La sorpresa – amara – si trovava però sotto la sabbia.
Sessanta centimetri più in basso, in un’area usata dalle tartarughe verdi e dalle Caretta caretta per metter su i propri nidi, gli scienziati dell’università di Exeter hanno censito circa 5.300 frammenti di plastica per metro cubo.
LA RICERCA
Il team, che ha pubblicato i risultati su Marine Pollution Bulletin, ha perlustrato 17 siti di nidificazione e analizzato 1.209 sedimenti campione prelevati.
La microplastica presente era composta in larga parte da nurdle – o lacrime di sirena, palline minuscole usate per la produzione di oggetti di plastica – e da frammenti duri, provenienti da oggetti più grandi che si sono spezzati.
I livelli di inquinamento riscontrati hanno sorpreso i ricercatori, perché le spiagge di Cipro sono distanti da insediamenti industriali e l’area non è frequentatissima.
“Questo significa che la microplastica che abbiamo trovato è arrivata verosimilmente con le correnti oceaniche. Nel nostro caso – dice Brendan Godley, dell’università di Exeter – le analisi suggeriscono che la maggior parte è arrivata sulla spiaggia di Cipro dal bacino del Mediterraneo orientale“.
Un risultato che conferma anche l’ipotesi secondo cui le spiagge agiscono come depositi – meglio, come “assorbitori” – della microplastica trasportata da mari e oceani.
I RISCHI PER LE TARTARUGHE
Le microplastiche, spiegano i ricercatori, potrebbero alterare i siti in cui le uova di tartaruga si schiudono, con ripercussioni potenziali anche sulla loro riproduzione.
Se il sito si riscalda e aumenta la temperatura attorno alle uova in incubazione, possono esserci conseguenze sul sesso dei nascituri: ovvero, tenderanno a sopravvivere soprattutto le femmine, perché tollerano meglio condizioni di maggiore calore.
“Serviranno ricerche ulteriori sull’effetto della microplastica sulle uova delle tartarughe – dicono gli studiosi – Ma se la situazione peggiora, simili livelli di inquinamento potrebbero influire sul successo della schiusa e sulla proporzione tra cuccioli maschi e femmine di tartaruga“.
(Articolo di Maria Francesca Fortunato, pubblicato con questo titolo il 26 settembre 2018 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)