Secondo l’ultimo bollettino “WMO El Niño / La Niña Update September 2018” dell’ Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), «la probabilità che sopravvenga un episodio di El Niño entro la fine dell’anno è del 70%».
La Wmo ricorda che El Niño «è caratterizzato da fluttuazioni della temperatura superficiale del mare nel Pacifico equatoriale, che sono associate a variazioni della circolazione atmosferica».
Le temperature superficiali del mare nel Pacifico e diversi indicatori tropicali del Pacifico centro-orientale determinano ancora condizioni di El Niño/Southern Oscillation (Enso) neutro (che non denotano né un episodio di El Niño né de La Niña) ma la Wmo dice che «tuttavia, secondo modelli di previsione più dinamici e statistiche, un riscaldamento del Pacifico tropicale è imminente e nel corso dell’ultimo trimestre dell’anno dovrebbe raggiungere la fase di un fenomeno di El Niño di bassa intensità.
La probabilità di un El Niño è di circa il 70%, ma la sua intensità è incerta perché i risultati delle previsioni numeriche oscillano tra condizioni neutre e un El Niño moderato.
I servizi meteorologici e idrologici nazionali (NMHS) continueranno a monitorare gli sviluppi nei prossimi mesi».
Alla Wmo spiegano che «i progressi nella comprensione e nella modellazione dell’Enso, resa possibile da ampi programmi di osservazione, hanno migliorato le capacità di monitoraggio e di previsione e per aiutare quindi la società a prepararsi ai rischi – forti piogge, inondazioni, siccità – inerenti a questo fenomeno, che influenza anche la temperatura media.
I cambiamenti climatici influenzano le dinamiche tradizionali dei fenomeni di El Niño e La Niña e il loro impatto».
Il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas, ha ricordato che «il 2018 è iniziato con una La Niña di bassa intensità, ma il raffreddamento indotto da questo fenomeno non è stato sufficiente ad attenuare la tendenza al riscaldamento globale: quest’anno è infatti pronto a entrare nel palmarès dei più caldi mai constatati».
Il bollettino Wmo evidenzia che tra maggio e luglio in tutto il mondo persistevano temperature al di sopra del normale, alle quali si sono aggiunti eventi meteorologici estremi come caldo record registrato nel nord Europa, o le devastanti inondazioni che hanno colpito il Giappone, l’India e Sud-Est asiatico.
Taalas sottolinea che «molti di questi fenomeni fanno parte della logica del riscaldamento globale.
La Wmo non si aspetta un El Niño potente come quello del 2015/16, ma avrà conseguenze non meno gravi.
Anticipare questo fenomeno contribuirà a salvare molte vite e prevenire significative perdite economiche».
“WMO El Niño / La Niña Update September 2018” si basa su previsioni numeriche integrate da analisi di esperti di tutto il mondo.
Le informazioni affidabili che contiene sono destinate a player chiave in termini di risorse sanitarie e di gestione delle catastrofi e dell’acqua così come ai settori sensibili al clima che comprendono agricoltura, pesca e energia.
Infornazioni e dati che vengono usati dai politici e dai pianificatori dei governi e del sistema delle Nazioni Unite.
Per la prima volta, l’aggiornamento del bollettino El Niño/La Niña aggiornamento è accompagnato da una previsione del un clima stagionale a livello globale per il periodo da settembre a novembre che utilizza i modelli previsionali globali gestiti dai centri accreditati dalla Wmo in tutto il mondo e ne viene fuori che «le precipitazioni attese sono simili a quelle che di solito sono tradizionalmente associate a El Niño in alcune regioni, ma non in tutte, il che è forse a causa della bassa intensità dell’episodio annunciato».
Secondo le previsioni, «il bilancio pende verso temperature di superficie di sopra del normale nella maggior parte della regione Asia-Pacifico, in Europa, in Nord America, in Africa e in gran parte della costa del Sud America.
Molte, ma non tutte, queste regioni tra maggio e luglio 2018 hanno avuto anomalie di temperatura positive.
La deviazione dalla norma variava da 1 a 3° C in gran parte del Nord America, Europa, Nord Africa, Asia orientale e Medio Oriente.
Fanno eccezione a questo contesto molte regioni del Sud America situate nell’entroterra, la Groenlandia, molte isole nel Sud Pacifico e parti dei Caraibi.
Delle precipitazioni deficitarie sono attese in America centrale e nei Caraibi, in parte dell’Asia meridionale, in Asia orientale e nella regione del Pacifico.
Le precipitazioni dovrebbero superiori al normale in alcune parti del Nord America meridionale e nell’Africa equatoriale sud-orientale, nelle aree costiere del Golfo di Guinea, nell’estremo sud-est L’Europa, nell’Asia sud-occidentale e nelle aree remote del Sud America che si trovano nell’entroterra.
Le previsioni per settembre-novembre mostrano anomalie per la siccità dovrebbero persistere nell’Asia orientale e nella regione del Pacifico, così come in America centrale e nei Caraibi.
Altrove, in generale, le anomalie delle precipitazioni osservate tra maggio e luglio dovrebbero finire. ».
(Articolo pubblicato con questo titolo l’11 settembre 2018 sul sito online “greenreport.it”)