La discarica dell’Inviolata, collocata nel comune di Guidonia Montecelio, è una delle 4 discariche della Provincia di Roma ed è la seconda discarica più grande del Lazio dopo Malagrotta.
La discarica è nata nel 1985, ma priva di autorizzazioni, da parte un privato cittadino che per tali fatti è stato poi condannato ad una sanzione amministrativa.
Nello stesso anno la S.r.l. Ecologica è stata incaricata da parte del Comune a disinquinare e bonificare il sito ubicato in via Casal Bianco, oltre a ricevere l’autorizzazione temporanea a gestire l’invaso per i rifiuti solidi urbani del Comune.
Le suddette autorizzazioni sono state poi prorogate per un decennio dalla Regione Lazio mediante ordinanze temporanee, dettate da ragioni di necessità e urgenza: nel 1991 la gestione del sito è passata alla S.r.l. Eco Italia 87, società che ancora oggi gestisce l’impianto.
Con un sottile gioco di scatole cinesi la suddetta società è riconducibile alla stessa proprietà dell’impianto romano di Malagrotta e quindi al suo proprietario Manlio Cerroni.
Con Legge regionale n. 22 del 20 giugno 1996 è stato istituito il parco naturale – archeologico dell’Inviolata in Guidonia-Montecelio che ricomprende al suo interno la bretella autostradale Fiano-San cesareo e la discarica dell’Inviolata di Guidonia.
Il parco risulta censito con il codice EUAP 10332 nel VI° Elenco Ufficiale delle Aree Naturali Protette al n. 230 ed occupa una superficie di 535 ettari ricadenti tutti nel comune di Guidonia Montecelio, che è anche l’ente gestore in un territorio dal ricco patrimonio archeologico, formato da resti di mausolei, ville e sepolture di epoca romana: in questi luoghi fu ritrovata la Triade Capitolina, gruppo marmoreo ora conservato al Ex Convento di San Michele Arcangelo Montecelio.
particolare della Tav. B del Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.)
L’origine del toponimo “Inviolata” deriva dalla comunità ecclesiale romana In Via Lata (odierna via del Corso a Roma) già proprietaria di quei terreni nel Medioevo.
Ai sensi della lettera h) del 2° comma dell’art.6 della legge regionale n. 22/1996, che è relativo al “Piano dell’area”, il Piano di Assetto “indica: …. .h) gli interventi necessari alla bonifica della discarica regionale dei rifiuti, denominata dell’Inviolata”..
Non risulta che il Comune di Guidonia abbia adottato il Piano di Assetto del Parco dell’Inviolata né che comunque sia stata operata alcuna bonifica della discarica, che al 1° gennaio del 2006 aveva capacità residue di circa 300.000 metri cubi di rifiuti, oltre a contenere già 5 milioni di mc. di spazzatura: ciò significava che, dalla fine 2007, l’impianto sarebbe diventato ufficialmente inutilizzabile perché colmo.
Già a quell’epoca gli invasi avevano modificato il paesaggio circostante, andando a costituire una nuova collina artificiale, con un concreto pericolo per la salute dell’ambiente e degli abitanti dei luoghi circostanti: più volte denunciata e sanzionata, la S.r.l. Eco Italia 87 ha chiesto un ampliamento dell’area e la costruzione di un impianto di Trattamento Meccanico e Biologico (in sigla TMB) di trasformazione dei rifiuti in Combustibile Da Rifiuti (in sigla C.D.R.) utilizzabile nei termovalorizzatori e nei forni dei vicini cementifici.
A quest’ipotesi di impianto ha opposto circostanziate osservazioni il Comitato di Risanamento Ambientale (in sigla C.R.A.) di Guidonia: i cittadini dell’area hanno protestato contro la discarica che si ampliava sotto i loro occhi, non riuscendo però ad impedire che venissero realizzati negli anni quattro invasi e un quinto a colmatura dei precedenti con il parco archeologico regionale già istituito al suo interno.
Le proteste dei cittadini e delle associazioni locali contro la discarica nell’ultimo ventennio (segnalazioni alle autorità, denunce, ricorsi al TAR, manifestazioni, occupazioni ecc.), hanno contribuito a porre all’ordine del giorno del ceto politico guidoniano il problema della tutela dell’ambiente e della salute, tanto che più volte i Consigli comunali hanno deliberato e promesso interventi a favore della chiusura della discarica e del risanamento ambientale: ma alle promesse non è mai seguito fino ad oggi alcun fatto concreto.
Il sesto invaso ha ricevuto l’Autorizzazione Integrata Ambientale (in sigla A.I.A.) regionale nel 2009, con una volumetria totale approvata di 380.000 mc. di rifiuti, ad oggi esaurita: il progetto del sesto invaso è stato poi modificato per il ritrovamento di reperti archeologici di particolare interesse dando origine a due lotti A e B.
Come dichiarato infatti dall’Associazione “Amici dell’Inviolata” onlus, dal Comitato Cittadini Marco Simone-Setteville Nord e dal Comitato Popolare Nord-Est Lazio, ”dal dicembre 2010 ad oggi sono stati portati nell’ultimo invaso ben 380.000 metri cubi di immondizie provenienti da 49 comuni dell’area, tra i quali Tivoli, Monterotondo, Fonte Nuova, Mentana e Sant’Angelo Romano che conferiscono da anni enormi quantità di rifiuti indifferenziati all’Inviolata ed i cui amministratori non fanno nulla in merito alla raccolta differenziata prevista dalle leggi di riferimento da sempre disattese. Il tutto a discapito della collettività. E da pochi giorni Eco Italia 87, che guadagna e ringrazia codesti amministratori, ha chiesto inevitabilmente la “variante non sostanziale” agli uffici regionali per continuare a conferire almeno un ulteriore 10%. A fronte di ciò, nessun amministratore locale – ivi compresi quelli guidoniani che la discarica ce l’hanno in casa – si è posto un ben che minimo dubbio sull’applicabilità di tale richiesta, con l’aggravante da considerare che nel sito della discarica dell’Inviolata è in corso, un Piano di caratterizzazione per la contaminazione della falda acquifera sottostante“.
L’autorizzazione integrata ambientale (A.I.A.), concessa con determinazione del 2 agosto 2010, ha permesso il trattamento di 190.000 tonnellate a fronte della precedente quantità di 140.000 tonnellate annue prevista: in tal modo il Consorzio Laziale Rifiuit (CO.LA.RI) avrebbe potuto trattare questa quantità di rifiuti presso l’impianto di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) sito nel Comune di Guidonia Montecelio, che contro il dimensionamento dell’impianto di TMB in via di realizzazione all’Inviolata ha presentato ricorso al TAR del Lazio poi respinto dalla Sezione 1 Ter
In data 11 settembre 2012 è stata presentata una istanza-esposto a firma Associazione Amici dell’Inviolata, Comitato Cittadini Marco Simone-Setteville Nord, Circolo Legambiente Guidonia, Usb Esecutivo Regionale Lazio e Associazione Umanista Atlantide onlus che prende spunto da quanto “riportato nella nota della Commissione Europea del 31 maggio 2012: la discarica di Malagrotta nella regione Lazio contiene rifiuti che non hanno subito il pretrattamento prescritto” con la Commissione “preoccupata in quanto altre discariche situate nella regione Lazio potrebbero trovarsi nelle stesse condizioni“.
Hanno quindi chiesto una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per costringere amministratori e politici a rimettere nel solco della legalità il comparto rifiuti e una procedura d’infrazione contro la Repubblica italiana con riferimento alla gestione della discarica di Guidonia. L’istanza-esposto è stata inviata al Commissario europeo all’Ambiente Ion Codescu “per evidenziare la situazione di illegittimità manifesta che circonda l’attività della discarica per rifiuti urbani dell’Inviolata di Guidonia“.
Ad aprile del 2013, dopo che l’Arpa Lazio ha lanciato l’allarme rilevando il superamento di alcuni valori di riferimento per quanto riguarda inquinanti e contaminanti nell’area della discarica dell’Inviolata di Guidonia, la S.r.l. Eco Italia 87 ha presentato un Piano di caratterizzazione.
Nel successivo mese di maggio, alla notizia della richiesta di ampliamento del 10% della discarica dell’Inviolata inoltrata dalla Eco Italia srl al Presidente della Regione Lazio Zingaretti, si sono levati gli scudi del governo cittadino di Guidonia Montecelio.
Netta la posizione del Sindaco Eligio Rubeis, dell’assessore all’Ambiente Andrea Di Palma e del Capogruppo Marco Bertucci nella nota stampa del 22 maggio 2013, che oltre a richiedere ed invitare il presidente della Regione a chiudere immediatamente la discarica, così hanno commentato la questione: “Ci sentiamo paradossalmente tirati in ballo in un problema che non ci riguarda più. Guidonia infatti è forse il principale comune della Regione Lazio ad aver avviato con successo la raccolta differenziata porta a porta. Fosse per noi la discarica potrebbe essere chiusa domattina invece di essere a disposizione di comuni, feudi della sinistra come Monterotondo dove questo tipo di sistema esiste solo sul piano della propaganda. …. Oggi possono dare un segnale importante, bipartisan e oltre i colori politici, chiudere domani mattina la discarica dell’Inviolata”.
Ciò nonostante, il 30 maggio 2013 la Regione Lazio ha emesso la Determinazione Dirigenziale n. A04360 che ha autorizzato la Eco Italia 87 del Gruppo Cerroni in “variante non sostanziale” ad ospitare il conferimento in discarica all’Inviolata di Guidonia per ulteriori volumetrie (27.500 mc.) o tonnellate (meno di 25.000) di rifiuti: un ampliamento della discarica del 10%.
La Determinazione Dirigenziale è stata impugnata dal Comune di Guidonia Montecelio presso il TAR del Lazio con ricorso n. 8004/2013.
L’Associazione “Amici dell’Inviolata” onlus, il Comitato Cittadini Marco Simone-Setteville Nord ed il Comitato Popolare Nord-Est Lazio hanno rilasciato la seguente dichiarazione: ”dal dicembre 2010 ad oggi sono stati portati nell’ultimo invaso ben 380.000 metri cubi di immondizie provenienti da 49 comuni dell’area, tra i quali Tivoli, Monterotondo, Fonte Nuova, Mentana e Sant’Angelo Romano che conferiscono da anni enormi quantità di rifiuti indifferenziati all’Inviolata ed i cui amministratori non fanno nulla in merito alla raccolta differenziata prevista dalle leggi di riferimento da sempre disattese. Il tutto a discapito della collettività. E da pochi giorni Eco Italia 87, che guadagna e ringrazia codesti amministratori, ha chiesto inevitabilmente la “variante non sostanziale” agli uffici regionali per continuare a conferire almeno un ulteriore 10%. A fronte di ciò, nessun amministratore locale – ivi compresi quelli guidoniani che la discarica ce l’hanno in casa – si è posto un ben che minimo dubbio sull’applicabilità di tale richiesta, con l’aggravante da considerare che nel sito della discarica dell’Inviolata è in corso, un Piano di caratterizzazione per la contaminazione della falda acquifera sottostante“.
Riguardo alla suddetta Determinazione Dirigenziale il Comitato Risanamento Ambientale ha posto delle legittime domande: “Perché mai il Dipartimento regionale prende a valore di riferimento solo il parametro delle 25.000 tonnellate? Come mai non si tiene conto del parametro “conferimento maggiore di 10 tonnellate al giorno”? Per quale motivo la Determina del 30 maggio prevede la notifica alla sola Amministrazione di Roma Capitale? Ed il Comune di Guidonia Montecelio (luogo ove insiste la discarica), di conseguenza, è a conoscenza di questa importante Determinazione?”.
Ma non finisce qui: nel progetto presentato all’inizio di giugno dal Consorzio Laziale Rifiuti (CO.LA.RI.) di Manlio Cerroni per la costruzione del TMB (trattamento meccanico biologico), ancora in esame alla Pisana, è previsto lo scavo di un ulteriore invaso da 500.000 metri cubi.
La S.r.l. Eco Italia 87 ha richiesto di fatto un mega-ampliamento della discarica dell’Inviolata: un nuovo, immenso e devastante progetto che prevede abbancamenti per ulteriori 87.000 mc sopra ed intorno ai sei vecchi invasi (già autorizzati dalla Regione e contestati dalle associazioni locali), più altri 500.000 mc riservati al nuovo invaso (il 7°!), teoricamente destinato a discarica di servizio per l’impianto TMB, ma di fatto utilizzato per prolungare di altri cinque anni i profitti delle società CO.LA.RI. e Eco Italia 87 dell’avv. Cerroni.
Nel frattempo sono cominciati i lavori per la costruzione dell’impianto TMB su cui pende da anni un ricorso al TAR delle associazioni aderenti al C.R.A. e – cosa se possibile ancora più grave – con la caratterizzazione (monitoraggio effettuato dall’ARPA Lazio) dell’area inquinata ancora in corso e con i primi risultati che fanno presagire una catastrofe ambientale.
Il 6 agosto 2013 sono state presentate alla Regione Lazio le osservazioni puntuali al progetto della S.r.l. Eco Italia 87, a firma delle associazioni che aderiscono al Comitato Risanamento Ambientale di Guidonia e del Comitato Popolare Nord-Est Lazio.
Il 17 giugno 2013 era stata intanto presentata dall’Associazione “Amici dell’Inviolata” onlus, dal Comitato Cittadini Marco Simone-Setteville Nord e dal Comitato Popolare Nord-Est Lazio una formale diffida alla Direzione Rifiuti della Regione Lazio affinché venga rispettata la normativa vigente (il Dlgs 152/06) per ciò che concerne la richiesta della S.r.l. Eco Italia 87 di abbancare ulteriori volumetrie pari al 10% del totale già autorizzato e conferito nel sesto invaso, giunto al suo esaurimento: in una nota congiunta hanno comunicato che “lo scenario che potrebbe aprirsi, a questo punto, non è molto chiaro, visto che né il gestore, né la Regione Lazio, né il Comune di Guidonia Montecelio hanno formulato proposte per risolvere la più che probabile crisi/emergenza che si profila all’orizzonte. Diventa possibile – prosegue la nota congiunta delle tre associazioni – allora la scelta più demenziale e nociva a cui gli amministratori possano ricorrere: il commissariamento, con l’imposizione di un sito per il trattamento dell’immondizia e l’utilizzo di “scorciatoie” pericolose come l’incenerimento dei rifiuti nei forni del cementificio Buzzi Unicem“.
Sull’ampliamento della discarica i consiglieri regionali Silvia Blasi e Devid Porrello del Movimento 5 Stelle hanno presentato la Interrogazione n. 72 dell’11 luglio 2013.
Il 13 agosto 2013, dopo il ricorso presentato dal Comune di Guidonia Montecelio, il Vicepresidente della Giunta Regionale Massimiliano Smeriglio ha firmato una ordinanza “contingibile e urgente”, che concede una proroga di sei mesi per la discarica ormai esaurita per ulteriori 75mila metri cubi di rifiuti indifferenziati.
La proroga della Regione ha una clausola ben precisa: i Comuni che sversano nella discarica di guidonia hanno tempo fino al 30 ottobre 2013 per attivarsi e mettere in piedi le procedure per il porta a porta; in caso contrario hanno l’obbligo di separare almeno la parte biodegradabile.
A settembre del 2013 sono state depositate le osservazioni al piano di caratterizzazione presentato ad aprile dalla S.r.l. Ecoitalia 87 da parte di alcune associazioni locali: Associazione “Amici dell’Inviolata”, Associazione “Pro Santa Lucia”, Comitato Cittadini Marco Simone-Setteville Nord, Lista civica Il Faro – Guidonia, Circolo Legambiente Guidonia, Unione Sindacale di Base.
Le Osservazioni contengono una serie di considerazioni fortemente critiche sulla gestione del sito di discarica e di valutazioni negative su tutta la fase autorizzativa che l’ha permessa negli anni.
In particolare, si fa rilevare la “forzatura” da parte della Regione Lazio sia per quanto riguarda le volumetrie autorizzate sulla sommità della discarica come varianti “non sostanziali” (non applicabili alla fattispecie) e sia per l’Autorizzazione Integrata Ambientale del 2009, che ha autorizzato un nuovo invaso (il sesto) “in deroga” ingiustificata alla normativa, senza avere alcuni pareri preventivi obbligatori e necessari, nonostante fosse già nota anche la contaminazione delle acque del sottosuolo, e senza nemmeno dare attuazione alle norme precauzionali.
Non è stato tenuto conto anche nell’autorizzazione dei lotti A e B dei valori superiori alle Concentrazioni Soglia Contaminazione (C.S.C.) in riferimento al Testo unico ambientale e di quelli oltrepassanti i valori di Fondo Naturale determinati dallo studio dell’IRSA-CNR, permettendo così – già nel dicembre 2010 – l’abbancamento dei rifiuti, ma pubblicando sul B.U.R.L. la Determinazione autorizzativa del lotto A ben sei mesi dopo.
Quella del lotto B non è stata mai pubblicata ed in tal modo si è evitato, illegittimamente, un possibile e fondato ricorso da parte di un qualsiasi soggetto interessato.
Inoltre si rileva che secondo la Eco Italia 87 e la Regione Lazio, le distanze tra discarica e centri abitati sono “a norma” quando così non è: basta controllare il Piano stesso di gestione rifiuti regionale che prescrive una distanza di almeno 1500 metri, non rispettata nel caso lampante di Colle Fiorito di Guidonia, che risulta appartenere alla categoria dei centri abitati così come definita dal Codice della Strada richiamato dallo stesso Piano regionale dei rifiuti del 2002 (distanza ufficializzata anche dall’Amministrazione del Comune guidoniano: 1100 m).
E ancora, Regione Lazio ed Eco Italia 87 asseriscono di aver rispettato i vincoli ambientali, ma, se l’avessero fatto realmente, avrebbero dovuto considerare che lo stesso Piano di gestione rifiuti regionale prescrive, tra i “fattori escludenti” la contiguità con le aree protette: tale prescrizione è contenuta anche nel Testo unico ambientale del 2006 e nella Direttiva europea sull’Ambiente del 2008.
Nel suo Piano di caratterizzazione, la Eco Italia 87 afferma poi di avere piena disponibilità dell’area di discarica, grazie ad una Delibera di Giunta regionale (n.1100 del 2002), che però – ad un semplice controllo – risulta non essere stata mai trasformata in legge.
La stessa società di gestione della discarica “deprezza” poi l’area dell’Inviolata, affermando che non vi è nulla di particolarmente interessante dal punto di vista vegetazionale e faunistico: è facile invece ribadire che il Parco dell’Inviolata possiede peculiarità naturali ed archeologiche note, tanto da far ottenere il rango di area protetta all’intera zona.
La contaminazione del sottosuolo – si fa rilevare ad opera delle associazioni locali – ha interessato anche l’area protetta: alcuni pozzi spia, risultati inquinati, sono interni al Parco.
Nel Piano presentato da Eco Italia non è presente alcun inquadramento tettonico e sismico dell’area, pur essendo la zona interessata da importanti fenomeni nel sottosuolo, né si prevedono prospezioni geofisiche sugli invasi, che sarebbero invece importanti per individuare eventuali perdite di percolato dagli stessi invasi.
Le Osservazioni presentate terminano con la forte richiesta – viste le numerose illegittimità, le omissioni, le prescrizioni non tenute in conto – di riapertura e riesame dell’intera Autorizzazione integrata ambientale regionale sulla discarica dell’Inviolata: è evidente infatti che, per continuare ad autorizzare la coltivazione di una discarica per rifiuti nel bel mezzo di un Parco, giudicata per giunta inquinante nelle acque del sottosuolo, l’A.I.A. ha subìto forzature non indifferenti, a cui solo i cittadini dell’area e non certo le amministrazioni locali hanno voluto e saputo negli anni dare risposta.
Il 17 settembre 2013 è arrivato il terzo ricorso al TAR contro l’ampliamento della discarica dell’Inviolata, dopo quello del Comune e delle associazioni cittadine: a proporlo è stato il Comune di Fonte Nuova.
La decisione è stata ufficializzata nell’ultima seduta di Giunta con l’affidamento dell’incarico legale all’avvocato Francesco Cristiani: il ricorso è motivato “dalla insostenibile vicinanza al centro abitato di Santa Lucia della discarica che, con tale determinazione, accrescerà il proprio potenziale nocivo e dallo sproporzionato costo che la popolazione di Fonte Nuova sta pagando in termini di salute e inquinamento ambientale”.
Ma con Ordinanza cautelare del TAR del Lazio n. 3608 del 19 settembre 2013 la Sezione I Ter del Tar del Lazio ha respinto la domanda di sospensiva della Determinazione Dirigenziale del 30 maggio 2013 presentata dal Comune di Guidonia Montecelio.
“Il provvedimento impugnato – si legge nell’ordinanza – ha esaurito i propri effetti. La quantità di rifiuti autorizzata è già stata integralmente sfruttata nella prima decade del mese di agosto”: il Tar ha constatato che le 25.000 tonnellate di rifiuti autorizzate dalla Regione sono state già sversate all’Inviolata già nei primi dieci giorni di agosto, per cui non ha più senso sospendere un provvedimento che ha già prodotto tutti i suoi effetti.
Si presume quindi che avranno la stessa sorte i medesimi ricorsi presentati dalle associazioni ambientaliste e dai comitati cittadini ed il 17 settembre dal Comune di Fonte Nuova.
Quello che mantiene ancora gli sversatoi attivi è la proroga firmata alla vigilia di Ferragosto dal Vicepresidente della Regione Smeriglio per altre 75.000 tonnellate di rifiuti nell’arco di sei mesi.
La questione ormai è superata dai fatti: si è andati ben oltre.
“Vogliamo la discarica chiusa entro la fine dell’anno – ha spiegato il sindaco Eligio Rubeis – come pretendiamo che la Regione costringa i 48 Comuni che sversano nella discarica a fare raccolta differenziata. Purtroppo – prosegue Rubeis – i tempi della giustizia non rispondono alle esigenze reali di un territorio già così provato, lo testimonia l’ordinanza del Tar di oggi. La Regione presieduta da Nicola Zingaretti rifletta su questo per mantenere l’impegno preso, anche con me personalmente, di chiusura della discarica”.
Nel frattempo si attendono le azioni degli altri 48 Comuni che sversano all’Inviolata.
Dopo il ricorso-flop contro il primo ampliamento della discarica dell’Inviolata (quello di 25mila tonnellate autorizzato a maggio dalla Regione) arrivato fuori tempo massimo (cioè quando l’immondizia era ormai tutta depositata) il Comune di Fonte Nuova è tornato a rivolgersi al TAR per chiedere lo stop dell’ordinanza di agosto, che ha di fatto prorogato gli sversatoi dell’Inviolata per altre 75mila tonnellate: nella stessa seduta dell’11 ottobre 2013 la Giunta ha revocato l’incarico all’avvocato per l’azione “scaduta” per affidargli il nuovo ricorso con le stesse motivazioni già espresse nel primo ricorso.
Il 23 ottobre 2013 i Radicali hanno presentato un dossier sulla gestione dei rifiuti nel Lazio dal titolo “Sversamenti illeciti”: sotto accusa vengono messe le discariche di Borgo Montello, dell’Inviolata-Guidonia e di Cupinoro dove c’è una “situazione gravissima”.
Il dossier si è trasformato in un esposto dove i Radicali in un report di 7 pagine e in un video denunciano il sistema-rifiuti nel Lazio: “In questi giorni vengono sversati in discarica materiali non trattati, in violazione della normativa europea”.
Tutto nonostante il deferimento della Commissione UE del precedente mese di marzo del 2013 e la circolare emanata nel successivo mese di agosto dal Ministero dell’Ambiente.: due atti che, nero su bianco, impongono di trattare “la munnezza”.
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