Il 20 giugno 2010 é morto il Prof. Gaetano Messineo che é stato a suo tempo funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Roma con sede distaccata a Malborghetto sulla via Flaminia.
In tale veste ha fatto attivare tutta una serie di provvedimenti di tutela del territorio dell’allora XX Municipio di Roma.
In ordine cronologico sono i seguenti.
– Proposta di vincolo archeologico dei resti della villa di Lucio Vero a ridosso di Villa Manzoni sulla Cassia (riportati alla luce dal Dott. Gaetano Messineo), accolta con Decreto Ministeriale emanato il 6.9.1983 ai sensi della legge n. 1089/1939.
– Proposta di vincolo archeologico dei resti etrusco-romani nell’area della Torre di Prima Porta (scoperti ed accertati dal dott. Gaetano Messineo), accolta con Decreto Ministeriale emanato il 7.5.1985 ai sensi della legge n. 1089/1939.
– Proposta di vincolo archeologico del complesso relativo alla villa romana di ”Casale Ghella” (fatto riportare alla luce dal Dott. Gaetano Messineo), accolta con Decreto Ministeriale emanato il 19.12.1985 ai sensi della legge n. 1089/1939.
– Proposta di vincolo paesistico “Galasso” relativo al “Parco di Veio”, accolta con Decreto Ministeriale emanato il 24.2.1986 ai sensi dell’art. 1, lettera m (zona di interesse archeologico), della legge n. 431/1985. Contro il decreto è stato fatto ricorso al T.A.R. del Lazio da un singolo e specifico cittadino a difesa del suo interesse privato, “de quo” solamente il T.A.R. ha in un primo momento (con sentenza n. 456 del 27/2/1990) riconosciuto le ragioni, che quindi non possono essere estese “erga omnes”: la 2° Sezione dello stesso T.A.R. del Lazio con sentenza n. 267 del 1995 ha successivamente ribadito la piena validità giuridica del Decreto Ministeriale del 24/2/1986.
– Proposta di vincolo archeologico della villa romana con fornaci in località “Ospedaletto Annunziata” (scoperta e riportata alla luce dal Dott. Messineo, assieme ad un tratto basolato dell’antica Via Veientana), accolta con Decreto Ministeriale emanato il 23.11.1987 ai sensi della legge n. 1089/1939.
– Proposta di vincolo archeologico della necropoli etrusco-romana di via Bracciano (riportata alla luce dal Dott. Gaetano Messineo), accolta con Decreto Ministeriale emanato il 23.11.1987 ai sensi della legge n. 1089/1939.
- – Proposta avanzata nel 1990 di un progetto di recupero e di valorizzazione dell’intero tracciato della antica via Flaminia e dei suoi monumenti, da Ponte Milvio a Malborghetto, poi inserito ed approvato nel “Programma degli interventi per Roma Capitale” (ai sensi della legge n. 396/90) e finanziato assieme ad altre opere per un importo di dieci miliardi di lire, così come figura nel Decreto del 1 marzo 1992 del Ministro pro-tempore per i problemi delle aree urbane, On. Conte, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 60 del 30/3/1992.
- – Proposta di vincolo archeologico della necropoli etrusco-romana nel Parco del Castello della Crescenza (accertata dal dott. Gaetano Messineo), accolta con Decreto Ministeriale emanato il 22.7.1993 ai sensi della legge n. 1089/1929. Si evidenzia che sui resti della necropoli il proprietario dell’area ha poi realizzato abusivamente una villa, costruendo sempre abusivamente altre ville all’interno del vincolo archeologico: gli abusi, una volta accertati, sono stati perseguiti dal dott. Gaetano Messineo che ha aperto un contenzioso con l’Ufficio Speciale condono Edilizio del Comune di Roma.
– Proposta di vincolo archeologico di un tratto della antica via Flaminia, formalizzata il 10/8/1996 su autorizzazione del Dott. Adriano La Regina, poi accolta con Decreto Ministeriale emanato ai sensi della legge n. 1089/1939. Contro la suddetta proposta di vincolo la s.r.l. “Terme della Tuscia”, che voleva realizzare l’ampliamento di un capannone a ridosso dell’area archeologica, ha presentato direttamente all’allora Ministro per i Beni Culturali e Ambientali una denuncia di illegittimità di procedimento amministrativo in corso, chiedendo addirittura contestualmente se nel comportamento assunto dal dott. Messineo si ravvisassero gli estremi di eventuali azioni disciplinari e/o penali: la denuncia è arrivata ad accusare in modo pesante (al limite della diffamazione) il dott. Messineo di sistematiche e personali iniziative, perché ha ritenuto “subdola” la salvaguardia solo da lui invocata, che invece difende coerentemente il progetto di valorizzazione dell’intero tracciato della antica via Flaminia, poi inserito ed approvato (come sopra riportato) nel “Programma degli interventi per Roma Capitale”. Si mette in evidenza che il Dott. Giuseppe Proietti, all’epoca Direttore dell’Ufficio Centrale per i Beni Ambientali e Paesaggistici, ha assunto (per il tramite della sua collaboratrice arch. Alessandra Melucco Vaccaro) una posizione avversa alla proposta di vincolo: nel “contenzioso” che ne è derivato è intervenuto anche il dott. arch. Rodolfo Bosi, allora a nome e per conto del WWF Lazio, contestando in modo motivato (con nota prot. n. 352 del 14.11.1996) sia il Dott. Giuseppe Proietti che soprattutto la S.r.l. “Terme della Tuscia”.
Fra i “procedimenti di tutela” attivati dal Dott. Gaetano Messineo non possono non essere annoverati anche i seguenti, che servono comunque a dare un “quadro” più completo di come questo Funzionario abbia esercitato la sua carica.
– Direzione di tutti i lavori di scavo e restauro effettuati nel territorio della XX° Circoscrizione (ora XX° Municipio), come risulta dai resoconti annuali riportati nel “Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma”.
– Restauro e sistemazione museale del “Sepolcro dei Nasoni” su via Flamina.
– Scoperta e restauro della “Tomba di Fadilla” in località “Borgata Grottarossa”.
– Restauro e sistemazione museale del Casale costruito sull’arco romano di Malborghetto.
– Completamento degli interventi alla Villa di Livia a Prima Porta.
Il dott. arch. Rodolfo Bosi ha avuto modo di conoscere Gaetano Messineo fin dal 1986, da quando era Presidente del Comitato Promotore del Parco di Veio e si batteva per la salvaguardia del territorio di Roma Nord da tutti gli abusi edilizi da cui era e continua tutt’oggi ad essere attaccato.
In questa battaglia si é trovato ad avere il prof. Messineo come suo validissimo alleato, come si direbbe oggi senza “se” e senza “ma”, quello che è stato e rimarrà sempre per Bosi un piccolo grande uomo: piccolo di statura, ma grande per la forza d’animo e per gli ideali che aveva e che sono stati la molla e lo scopo della sua vita.
Con nota prot. n. 6 del 13 giugno 2012, che si rimette di seguito in allegato, in cui ricorda che “a vantaggio dello Stato e di tutti noi é riuscito a far acquistare al prezzo di un appartamento un bene archeologico di estrema importanza per lo Stato come l’Arco di Malborghetto al diciannovesimo chilometro della Via Flaminia: dell’antico casale che contiene le grandiose strutture dell’arco quadriportico, il quale celebrava la vittoria di Costantino su Massenzio a cavallo della Flaminia Antica, è riuscito a fare un museo esemplare ed un polo culturale con un giardino pubblico aperto a tutti, facendo amare così l’archeologia e la storia” per cui “si ritiene che lo Stato debba essere riconoscente nei confronti di questo fedele “servitore dello Stato” con un attestato tangibile che possa rimanere scolpito nel tempo“: é stato pertanto chiesto “all’On. Ministro per i Beni e le Attività Culturali di voler ricordare il dott. Gaetano Messineo con una targa in sua perenne memoria da affiggere nel Museo di Malborghetto che rappresenta uno dei più significativi risultati del suo operato“.
Nota VAS prot. n. 6 del 13 giugno 2012
Alla istanza di VAS hanno dato seguito con una nota congiunta (che si rimette di seguito in allegato) la dott.ssa Mariarosaria Barbera della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e la dott.ssa Marina Piranomonte funzionario responsabile dell’allora XX Municipio, che non solo hanno accolto favorevolmente la proposta di apporre una targa in memoria del collega Gaetano Messineo, ma che hanno comunicato l’intenzione di intitolare il museo di Malborghetto proprio a Gaetano Messineo.
Nota della Soprintendenza prot. n. 42145 del 13 dicembre 2012
La nota é indirizzata infatti alla Direzione Generale per le Antichità del Ministero per i Beni e le Attività Culturali: si é tuttora in attesa della decisione del direttore dott. Luigi Malnati.