La 41esima edizione del Sondaggio Mondiale di Fine Anno sulle previsioni, le aspettative e le speranze dei cittadini di 55 paesi di tutto il mondo realizzato da Gallup International e Worldwide independent network of market research and opinion polls (Win) – per l’Italia da Doxa – rivela che «a livello mondiale la felicità continua a dominare sul pessimismo.
La maggioranza della popolazione è felice in tutti i 55 Paesi coinvolti nella ricerca, nonostante 32 Paesi siano pessimisti sulle loro prospettive economiche».
Potrà sembrare strano (ma in realtà è una costante in sondaggi di questo tipo) ma i “ricchi” sono più pessimisti dei “poveri”, a cominciare dall’Europa, dove 19 Paesi su 27 sono pessimisti sull’andamento economico.
Secondo il sondaggio, il 59% della popolazione mondiale dichiara di essere felice della propria vita (in calo rispetto al 68% dell’anno scorso); il 28% è né felice né infelice e l’11% non è felice.
Il dato italiano della felicità è de 50%, in rialzo del 4% rispetto al 2016.
A livello mondiale, l’indice “Net happiness”, dato dalla differenza tra le percentuali dei felici e quella degli infelici, è pari a 48%, più alto di quello dell’Italia che si ferma al 42%
I paesi più felici del mondo risultano essere le Isole Figi (net happiness 92%), un paradiso insulare che non è certo un esempio di democrazia, la Colombia (87%) che ha appena firmato la pace con i guerriglieri delle Farc ma dove non mancano certo enormi problemi sociali e ambientali ancora aperti, e le Filippine (84%) che vivono sotto la sferza autoritaria di Rofdrigo Duterte e fanno i conti con le guerriglie islamiche e comuniste, con la povertà e con i tifoni e i cambiamenti climatici devastanti.
A seguire ci sono Paesi non sempre democratici e a volte con economie instabili: Messico (+82%), Vietnam (+77%), Kazakistan (+74%), Papua Nuova Guinea (+74%), Indonesia (+68%), Argentina (+64%) ed Olanda e India (+64%).
Chiude la classifica della felicità l’Iran insieme ad Iraq (ultimo nel 2016) e all’Ucraina devastata dalla guerra civile, dalla corruzione e dalla crisi economica.
Un’altra sorpresa viene dalla classifica sull’ottimismo per l’economia: primi si piazzano i nigeriani (+59% di “net economic optimism”), nonostante il conflitto con Boko Haram e un’economia petrolifera in crisi, seguiti dai vietnamiti (+55%), ai quali evidentemente non dispiace il liberismo di Stato del Partito comunista, e indonesiani (+53%), alle prese con i problemi ambientali e sociali di uno sviluppo ineguale.
La top ten dei più ottimisti per le prospettive economiche del loro Paese è completata da, India (+46%), Filippine (+32%), Albania (+31%), Bangladesh (+30%), Isole Fiji (+27%), Kosovo (+25%) e Pakistan (+20%), non proprio economie floride anche se in crescita.
I più pessimisti per l’economia del loro Paese siamo noi italiani insieme a greci e turchi.
Fortunatamente ci sono anche cose che non cambiano: a livello mondiale i giovani under 35 -. la generazione precaria – sono mediamente il 15% più felici degli over 55 – la generazione del rancore.
Anche chi è più istruito è più ottimista: i laureati sono il 13% più felici di chi ha livello d’istruzione base (scuola primaria).
Se dai Paesi si passa alle persone il rapporto ricchi poveri si rovescia: «a livello di reddito, è risultato che il primo quintile di ogni Paese è mediamente 32% più felice dell’ultimo quintile», si legge nel Sondaggio Mondiale di Fine Anno.
Insomma, i soldi fanno la felicità personale, non quella sociale, e i più felici sono i giovani, i laureati e i cittadini con redditi più elevati, dati comuni a tutti i Paesi, come se la felicità fosse più legata a questi fattori, a prescindere dal Paese in cui si vive.
La Doxa entra un po’ più nel dettaglio dei dati rilevati in Italia: «La percentuale di coloro che si aspettano un anno migliore è stabile rispetto al 2016 (15%), con valori leggermente più elevati nella fascia d’età 35-44 anni.
Resta negativo il quadro relativo alle prospettive sull’economia: coloro che si aspettano un anno di prosperità economica sono in linea col 2016 (9%), ma sono in leggero aumento (da 57% a 59%) coloro che prevedono un anno di difficoltà economica».
Vilma Scarpino, Amministratore Delegato di Doxa e Presidente di Win, conclude: «Nonostante il rialzo delle aspettative negative per l’anno che verrà in termini di prosperità economica sia per il Paese che a livello personale, l’Italia si conferma un Paese di persone tendenzialmente felici, un dato in lieve aumento rispetto al 2016.
Nel confronto con gli altri Paesi dell’area europea, l’Italia si colloca a metà classifica, con un indice di Happiness di +42, vicino a Francia (+43) e UK (+42) e davanti alla Germania (+38).
Se consideriamo l’Europa nel suo insieme, vediamo però che i suoi cittadini sono tendenzialmente meno felici dei cittadini di tutte le altre regioni del mondo, eccetto il Medio Oriente».
(Articolo di Umberto Mazzantini, pubblicato con questo titolo il 29 dicembre 2017 sul sito online “greenreport.it”)