Il 21 dicembre 1994 si è svolta la conferenza stampa con cui è stato deciso di portare pubblicamente a conoscenza i contenuti dell’accordo sul Parco di Veio raggiunto tra i costruttori di Roma Nord e le associazioni ambientaliste WWF Lazio, Italia Nostra e Legambiente Lazio.
L’accordo consisteva in una “proposta” riguardante una perimetrazione del Parco di Veio, che poneva in area contigua ad esso la parte dei piano di lottizzazione relativa agli standard di verde e servizi, tenendo del tutto fuori dal parco le cubature edilizie.
Il “metodo” è stato poi recepito dal Consiglio Comunale di Roma che con la deliberazione n. 39 del 20 febbraio 1995 ha approvato, con l’annessa indicazione della aree contigue, la perimetrazione del Parco della Valle dei Casali, del Parco dell’Insugherata, del Parco di Veio e del Parco del Lirotale Romano (vedi https://www.rodolfobosi.it/news/laccordo-sul-parco-di-veio-tra-costruttori-e-ambientalisti/).
Il 16 giugno 1995 si è insediato alla Presidenza della Regione Lazio Piero Badaloni, che ha nominato Assessore all’Ambiente Giovanni Hermanin, cofirmatario dell’accordo con i costruttori a nome e per conto di Legambiente Lazio.
Poco dopo il Pubblico Ministero Maria Cordova ha convocato per un interrogatorio in qualità di persone a conoscenza dei fatti sia il sottoscritto che il neo assessore Giovanni Hermanin, che ha dovuto aspettare per più di due ore che prima venissi interrogato io.
Dott.ssa Maria Cordova Procuratore alla Procura della Repubblica di Roma
Ho ben vivo ancora il ricordo del piccolo ufficio presso il Tribunale di Roma in cui mi ha ricevuto la dott.ssa Maria Cordova, che ho raggiunto attraversando uno stretto corridoio con accatastati alla rinfusa sul davanzale di un lungo e basso finestrone sulla sinistra molti fascicoli relativi ad inchieste penali:
L’arredo dell’ufficio consisteva in un grande armadio con attaccata sulle ante la scritta “Mezzaroma”, perché conteneva tutti i fascicoli relativi all’omonimo costruttore, ed in una scrivania sulla quale la dott.ssa Maria Cordova aveva appoggiato un suo computer portatile da lei stessa poi utilizzato.
All’interrogatorio hanno assistito anche i 2 fratelli Lispi, architetti consulenti del Pubblico Ministero, che ha iniziato il suo interrogatorio chiedendomi se conoscevo il Parco di Veio: alla mia risposta positiva, che ha dato conto anche dell’accordo raggiunto con i costruttori di Roma Nord, la dott.ssa Maria Cordova mi ha fatto notare che poteva mettermi sotto accusa.
Con riguardo al mio comportamento le ho a questo punto ribattuto mettendo in evidenza che poteva essere stato determinato da due circostanze, ma con delle due l’una: o per amor di giustizia ho denunciato in modo puntuale proprio a lei gli abusi edilizi commessi dentro il Parco di Veio oppure ho alzato la voce prima per aumentare poi il prezzo della mia tangente da parte dei costruttori.
Sorpresa da quella mia affermazione, la dott.ssa Maria Cordova si è chiesta: “Mi sta per caso sfidando?”.
Ho allora tirato fuori dalla borsa che avevo portato con me il documento riguardante il testo ufficiale dell’accordo raggiunto con i costruttori e che ho consegnato al Pubblico Ministero, invitandola a farlo valutare dai suoi due consulenti ed a mettermi sotto accusa nel caso che vi avessero rinvenuto una benché minima traccia di procedura illegale: ho precisato al riguardo che tutti i progetti delle lottizzazioni convenzionate previste fin dal PRG del 1962 erano stati rivisti, riducendone le cubature e l’ubicazione sul territorio, nel rispetto soprattutto delle prescrizioni cogenti impartite dal Piano Territoriale Paesistico (P.T.P.) m. 15/7 “Veio-Cesano”.
Ho a questo punto proseguito nel seguente modo: “Lei, dott.ssa, è convinta che i funzionari del Comune di Roma siano stati corrotti dai costruttori: e come la mettiamo se a curare i propri interessi sono stati invece magistrati e carabinieri?”
Di fronte al suo volto stupito, le ho chiesto se per caso conoscesse la località “Maggiolina” al quartiere “La Giustiniana” sulla Cassia: certo della sua risposta negativa ho proseguito raccontandole nei particolari l’intera vicenda di cui ero stato portato a conoscenza da un consigliere dell’allora XX° Circoscrizione di Roma.
Il P.T.P. n. 15/7 “Veio-Cesano”, così come redatto dall’arch. Alberto Durante ed adottato dalla Giunta Regionale del Lazio, destinava ad inedificabilità due aree in località “La Maggiolina” su cui invece intendevano edificare due cooperative edilizie dalla significativa denominazione di “Iustitia” e “Fidelissima”.
All’insaputa dell’arch. Alberto Durante la Giunta Regionale del Lazio ha sottoposto le istanze delle due cooperative ad un parere del Comitato Tecnico Scientifico.
Dalla copia del verbale che sono riuscito ad avere risulta testualmente riportato che di fronte alla perplessità di alcuni membri, un altro componente del Comitato ha esclamato: “Ma lo sapete che dentro queste persone battono cuori di magistrati e carabinieri?”
Sempre dalle informazioni avute dal consigliere della allora XX° Circoscrizione sono venuto a sapere che poi il P.T.P. n. 15/7 “Veio-Cesano” è stato modificato senza coinvolgere il redattore arch. Alberto Durante, facendo diventare edificabili le due aree.
Dalla borsa che avevo portato con me ho tirato fuori un approfondito fascicolo, che riportava l’intera vicenda, compresa la copia del verbale della riunione del Comitato Tecnico-Scientifico: l’ho consegnato al Pubblico Ministero.
La dott.ssa Maria Cordova, che fino a quel momento non aveva trascritto nulla riguardo al mio interrogatorio sul Parco di Veio come persona a conoscenza dei fatti, ha riportato sul suo computer portatile una sintesi del caso che le avevo sollevato.
Da fonti non ufficiali ho poi saputo che la dott.ssa Maria Cordova ha dovuto trasmette per competenza il fascicolo alla Procura di Perugia, che non sono riuscito a sapere se abbia in seguito archiviato il caso: so invece, per averlo riscontrato di persona sul posto, della avvenuta costruzione di due palazzine sulle due aree in località “La Maggiolina”.