Nel corso della visita al santuario etrusco di Portonaccio, volgendo lo sguardo al castello di Isola Farnese, daremo voce alle guerre di cui il territorio di Veio è stato teatro nel corso dei secoli.
Racconteremo quali suoni riecheggiavano nel 396 a.C., gli sberleffi tra Romani ed Etruschi lungo le mura della città assediata, le grida delle donne etrusche e dei servi che lanciavano dai tetti sassi e tegole contro il nemico ormai entrato in città, il “sì” della statua di Giunone Regina che acconsente ad essere trasferita a Roma.
Tra le rovine della antica Veio udremo poi, nel racconto del poeta latino Properzio, il corno del pastore che suona pigramente, mentre si falciano i campi su quelle che erano state le tombe principesche dei suoi abitanti.
Per lungo tempo il territorio di Veio fu poi percorso da pellegrini e crociati lungo via Francigena, quello stesso itinerario che nel ‘500 porterà le truppe dell’imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V fino a Roma.
E potremo immaginare di udire i Lanzichenecchi, accampati sotto Isola Farnese il 4 maggio del 1527, tra il clangore dei pettorali, delle alabarde e delle picche, lanciare invettive contro il Papa e la nobiltà romana che difendeva la città “corrotta”.
Molti secoli dopo, durante la prima guerra mondiale, udremo ad Isola Farnese parlare tedesco e slavo quei soldati austroungarici catturati e costretti in campi di prigionia dislocati attraverso tutta l’Italia.
Alloggiati nel castello e impiegati nei lavori agricoli, qui a Veio parteciperanno nel 1918 anche agli scavi archeologici di Portonaccio e di Piazza d’Armi.
E infine, sommessamente e rispettosamente, racconteremo le ultime tremende vicende del territorio durante la seconda guerra mondiale, ancora così vive nei dolorosi ricordi di tante persone.
Interverranno: Laura d’Erme, Michele Damiani, Fabrizio Vistoli