Stop ai lavori per il gasdotto Tap, a Melendugno (Le).
L’espianto degli ulivi si ferma, almeno fino al prossimo 19 aprile.
Il Tar del Lazio, con un decreto pubblicato in mattinata, ha accolto la richiesta cautelare avanzata dalla Regione Puglia.
Il ricorso era stato depositato lunedì scorso contro il Ministero dell’Ambiente, non costituito in giudizio, al contrario, invece, della multinazionale Trans Adriatic Pipeline Ag.
La Regione, difesa dall’avvocato Mariano Alterio, ha chiesto l’annullamento, previa sospensione, della nota con cui il Ministero, il 27 marzo scorso, ha di fatto dato il via libera all’espianto di circa 200 ulivi sul tracciato del microtunnel del gasdotto, in contrada San Basilio, dove da tre settimane è montata la protesta.
Era stato lo stesso prefetto di Lecce, Claudio Palomba, a chiedere di chiarire alcuni aspetti, congelando gli espianti, poi ripresi il 28 marzo e nuovamente bloccati sabato scorso.
Il Ministero aveva ritenuto “soddisfatte le condizioni della prescrizione ‘A 44’ (relativa allo spostamento degli ulivi, ndr) per la porzione di progetto esaminata”, ribadendo che “le attività di espianto asseriscono alla fase dei lavori convenzionalmente indicata come fase ‘0’”.
Dunque, a poche ore del punto a favore della multinazionale arrivato dalla Consulta, la situazione si capovolge nuovamente.
Per il giudice amministrativo Gabriella De Michele, che ha accordato la sospensiva, “la questione sottoposta a giudizio investe notevoli interessi pubblici, riferiti ad un’opera di importanza strategica nazionale, le cui modalità di realizzazione debbono ritenersi definitivamente approvate, ma con puntuali misure di mitigazione dell’impatto ambientale, riferite, in particolare, ai ripristini vegetazionali, ovvero all’espianto e al successivo reimpianto di ulivi, con progetto esecutivo sottoposto all’approvazione del Comune di Melendugno e della Regione Puglia (prescrizione A44)”.
(Articolo pubblicato con questo titolo oggi 6 aprile 2017 sul sito online de “Il Fatto Quotidiano”)