La siccità in mezzo all’acqua.
Anche il Canale di Panama, che collega i due oceani più grandi del mondo, è alle prese con i problemi dei cambiamenti climatici.
Il canale, lungo 77 kilometri, sfrutta infatti l’acqua dolce del territorio circostante, solitamente abbondante in questo che il locale periodo delle piogge.
Le navi salgono e scendono attraverso un sistema di chiuse poiché devono superare un dislivello di 26 metri.
Per ragioni ingegneristiche, non è stato possibile spianare il terreno fino al livello del mare.
Inoltre l’acqua dolce fa sì che flora e fauna di Atlantico e Pacifico non si incontrino a questa latitudine.
Il problema è che ora di acqua ce n’è molta di meno di quella che dovrebbe esserci e il canale è costretto a contingentare il passaggio dei cargo.
Al momento, in attesa di imboccare il canale si contano quasi 264 navi, il doppio rispetto alle cifre abituali per questo periodo.
Le prenotazioni di nuovi passaggi sono state limitate a 14 e il pescaggio delle imbarcazioni a 13,4 metri.
La condizione di carenza di acqua dolce è causata da temperature insolitamente elevate che aumentano la rapidità dell’evaporazione e da El Niño, fenomeno climatico globale che si verifica con una cadenza tra i 3 e i 7 anni.
Secondo lo Smithsonian Tropical Research Institute la prima metà dell’anno è stata la seconda più secca in quasi un secolo e, ogni nave, ha bisogno di 51 milioni di litri di acqua per attraversare la tratta.
Il responsabile del canale, Ricaurte Vasquez, ha dichiarato all’agenzia Reuters che le ricadute economiche di questa situazione si faranno sentire soprattutto da ottobre in poi.
Da Panama, che permette di evitare la circumnavigazione dell’America del Sud, passano circa 14mila navi l’anno, per il 70% provenienti dagli Stati Uniti o lì dirette.
Il 40% di tutto il traffico di container statunitensi attraversa il canale ogni anno, circa 270 miliardi di dollari di merci.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 14 agosto 2023 sul sito online “Ambiente & Veleni” del quotidiano “Il Fatto Quotidiano”)