Sulla cronaca di Roma del quotidiano Corriere della Sera del 23 settembre 2013 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Il bluff nel Parco di Veio. Carte false per aprire un centro commerciale” in via Cassia n. 306, di cui sono stati raccontati in questo stresso sito tutti i precedenti e l’azione svolta dal Circolo Territoriale di Roma di VAS.
Il sottotitolo che è stato voluto dare all’articolo (“Indagati tre funzionari dell’Ufficio condoni”) non appare del tutto appropriato, perché dalla sua lettura si evince che il Pubblico Ministero dott. Roberto Felici aveva in un primo momento chiesto l’archiviazione dell’inchiesta penale a lui affidata, respinta però dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), <<che ha imposto al pm l’imputazione coatta>> dei funzionari dell’Ufficio Speciale Condono Edilizio (USCE) i quali da semplici “indagati” dovrebbero essere diventati quindi “imputati” da giudicare in un apposito processo.
Questa prima conclusione della vicenda attesta la validità delle ragioni che erano state portate dal Circolo Territoriale di Roma di VAS a motivazione della richiesta di annullamento del nulla osta alla realizzazione del centro commerciale rilasciato dall’Ente Parco di Veio.