La mia battaglia decennale per l’istituzione del Parco Regionale Naturale di Veio mi ha portato a combattere tutte le lottizzazioni convenzionate che sono state previste dal PRG del Comune di Roma del 1962 dentro la futura perimetrazione dell’area protetta.
Verso l’autunno del 1994 la “associazione tutela iniziative urbanistico-ambientali”, che raggruppava 20 costruttori edili interessati alla realizzazione delle lottizzazioni di Veio, ha voluto un incontro con il sottoscritto in qualità all’epoca di responsabile del Gruppo Attivo del WWF dell’allora XX Circoscrizione di Roma.
Quel primo incontro è avvenuto presso lo studio legale di una avvocatessa sito all’altezza di via Luisa di Savoia (fine di viale del Muro Torto), che ha chiesto l’apertura di un tavolo di confronto tra costruttori ed associazioni ambientaliste sulle lottizzazioni di Veio: solo nel prosieguo degli incontri, dopo che è stato raggiunto con lei un rapporto di reciproca stima e rispetto, mi ha confidato che le mie battaglie non davano più la certezza della realizzazione delle lottizzazioni convenzionate ed hanno spinto le banche a non concedere più “fidi” ai costruttori, portando il costruttore Sandro Parnasi sull’orlo del fallimento, per cui hanno subordinato la riapertura di ogni “fido” solo ad un eventuale accordo scritto con le associazioni ambientaliste, che è diventato quindi il vero scopo della serie di incontri che si sono protratti per quasi due mesi, in genere dalle 21 di sera ad oltre mezzanotte, sempre nello stesso studio legale.
Premettendo l’obbligo del rispetto assoluto di tutte le prescrizioni paesaggistiche sovraordinate, ho accettato di fare gli incontri esclusivamente con l’architetto Piergiorgio Stefani, in quanto progettista di quasi tutte le lottizzazioni di Veio, di cui ho sempre apprezzato la professionalità e soprattutto l’onestà intellettuale: assieme ad Andrea Franco del WWF Lazio, ad Oreste Rutigliano di Italia Nostra Roma ed a Giovanni Hermanin di Legambiente Lazio (subentrato però solo alla fine, condividendo le conclusioni raggiunte sulla cieca fiducia dell’operato del sottoscritto) abbiamo preso in esame i singoli progetti, in particolare di “Giustiniana”, “Borghetto San Carlo”, “Volusia” e “Grottarossa”.
Giovanni Hermanin
Per il progetto “Giustiniana” era già stata siglata la convenzione urbanistica e contratto il rispettivo atto d’obbligo, di cui sono riuscito a concordare l’annullamento, per la violazione della fascia di rispetto di inedificabilità assoluta del Fosso del Fontaniletto, individuata e prescritta dal Piano Territoriale Paesistico (P.T.P.) n. 15/7 “Veio-Cesano”.
L’accordo raggiunto sul progetto della lottizzazione “Grottarossa” non è stato accolto dall’architetto Franco Pesci, che era all’epoca vicepresidente dell’Ance (l’Associazione nazionale dei costruttori edili) e che accusò l’arch. Stefani di essere passato dall’altra parte: ho allora preteso ed ottenuto di avere un incontro con lui alle ore 21 presso il solito studio legale.
Dopo appena 5 minuti ha avuto uno scambio telefonico con la moglie Virna Lisi, a cui ha garantito che di lì a poco l’avrebbe raggiunta per andare a mangiare la pizza già programmata con gli amici comuni: a mezzanotte stava ancora discutendo con me sulle uniche possibili condizioni di accordo nel rispetto della legalità, con la promessa da parte mia di impegnarmi ad accordo raggiunto a fare pubblicità ad un progetto del genere.
Per quanto ha riguardato la lottizzazione “Volusia” è stato raggiunto alla fine un accordo con Sandro Parnasi promosso dal sottoscritto assieme al Comitato di Quartiere “Via Grottarossa-Tomba di Nerone” (siglato poi dalle associazioni ambientaliste Legambiente, Italia Nostra e WWF), in base al quale il costruttore Parnasi si è impegnato a sostenere a proprie spese la realizzazione di una serie di opere pubbliche a tutto vantaggio del quartiere, per l’ammontare complessivo di 20 miliardi delle vecchie lire, che ha poi formalizzato in un atto d’obbligo registrato presso un notaio e consegnato al Comune di Roma.
Sandro e Luca Parnasi
La “proposta” riguardava anche e soprattutto una perimetrazione del Parco di Veio, che poneva in area contigua ad esso la parte del piano di lottizzazione “Volusia” relativa agli standard di verde e servizi, tenendo del tutto fuori dal parco le cubature edilizie.
La bozza dell’accordo è stata illustrata dapprima alle commissioni congiunte Urbanistica ed Ambiente dell’allora XX Circoscrizione che aveva sede in via Carlo Poma: nell’attesa dell’inizio dell’incontro il figlio di un costruttore mi disse che dovevo ringraziare di essere a Roma e non a Palermo!
La bozza dell’accordo è stata successivamente illustrata alle commissioni congiunte Urbanistica ed Ambiente del Comune di Roma nella sede del Piano Regolatore in via della Civiltà del Lavoro: nell’attesa dell’inizio dell’incontro mi son trovato affacciato alla finestra al terzo piano con a fianco sempre lo stesso figlio del costruttore, che quel giorno mi ha voluto far sapere che avevo rischiato di fare la fine dell’anarchico Giuseppe Pinelli!
Alla fine è stato deciso ed ottenuto di portare pubblicamente a conoscenza i contenuti dell’accordo tramite una conferenza stampa che si è svolta il 21 dicembre 1994 ed a cui hanno accettato di partecipare sia l’allora assessore alle Politiche del Territorio Domenico Cecchini che l’allora consigliera delegata all’Ambiente Loredana De Petris.
Domenico Cecchini
Loredana De Petris
La sera del giorno prima, sempre nello stesso studio legale, si è deciso un incontro fra tutti i soggetti interessati (costruttori da una parte ed ambientalista dall’altra) per sottoscrivere di pugno il testo concordato dell’accordo, che è stato finito di battere a macchina all’ultimo momento: nell’attesa mi son trovato a discutere con l’avvocato di fama della lottizzazione “Giustiniana”, che ha provato inutilmente fino all’ultimo a convincermi della “legittimità” della convenzione così come già stipulata.
Il testo. quando finalmente è arrivato, è stato sottoscritto a turno a scatola chiusa anche da Andrea Franco a nome e per conto del WWF Lazio: prima di firmare il documento, da San Tommaso ho voluto rileggerne il testo, che ho trovato cambiato – a tutto vantaggio dei costruttori – nella parte relativa alla lottizzazione convenzionata “Grottarossa”.
Mi sono allora rifiutato di sottoscrivere un testo che non era più quello concordato e che ho minacciato di denunciare il giorno dopo in conferenza stampa: ne è nato un diverbio in particolare con lo stesso figlio del costruttore, che ho spinto a superare convincendo tutti alla fine ad accettare la soluzione da me proposta.
Ho fatto presente che quella che il giorno dopo saremmo andati ad illustrare era tutto sommato una “proposta” che sottoponevamo all’approvazione della parte politica e che quindi si poteva anche disarticolare in due posizioni diverse proprio per quanto riguardava la lottizzazione di “Grottarossa”, con la versione modificata appoggiata soprattutto da Italia Nostra e la versione originariamente concordata appoggiata dal WWF Lazio: ho quindi convinto tutti a far ribattere il testo dell’accordo con la doppia “proposta” su “Grottarossa” di cui il sottoscritto ed Andrea Franco hanno sottoscritto la versione originariamente concordata da tutti.
Il giorno dopo si è tenuta la conferenza stampa, nel corso della quale sono stati illustrati i contenuti dell’accordo, poi riassunti dalla stampa nei seguenti 5 punti:
1) rapida approvazione della legge regionale di istituzione del Parco di Veio (ferma da 4 anni);
2) edificazione delle aree “concordate” dopo l’istituzione del Parco di Veio;
3) interventi a spese dei costruttori per attrezzare e rendere accessibile il verde pubblico;
4) costruzione, sempre a carico dei costruttori, si strade interne alle lottizzazioni e di raccordo con la viabilità principale (con 8 chilometri di piste ciclabili) con l’obiettivo di snellire il traffico in alcune delle zone più ,congestionate della Cassia;
5) riduzione delle volumetrie edificabili che passano da 1 milione e 200 mila metri cubi (previsione del PRG del 1962) a 600 mila metri cubi;
6) accorpamento ai margini del parco, nelle aree “contigue” a quelle edificate, delle costruzioni consentite.
Come riportato poi dai giornali il giorno successivo, l’assessore Domenico Cecchini e la consigliera Loredana De Petris hanno dichiarato che vanno bene gli accordi, ma che l’amministrazione comunale «non rinuncerà alle sue prerogative ed alle sue scelte autonome».
Con deliberazione n. 39 del 20.2.1995 il Consiglio Comunale ha approvato la perimetrazione delle aree protette del Comune di Roma, in recepimento del “Piano regionale dei parchi e delle riserve naturali” adottato dalla Giunta Regionale del Lazio dapprima come “schema” (con deliberazione n. 8098 del 29 settembre 1992) e poi come “proposta” (con deliberazione n. 11746 del 29 dicembre 1993), facendo propria la “proposta” delle aree contigue presentata il 21 dicembre 1994 da costruttori ed associazioni ambientaliste.
Con la legge regionale n. 29/1997 è stato contestualmente istituito il Parco Naturale Regionale di Veio secondo una perimetrazione che pone in zona “B” le aree contigue proposte dal Comune di Roma, secondo più o meno gli stessi confini: le lottizzazioni “Volusia” e “Borghetto San Carlo” sono state cancellate, compensando però le rispettive cubature ad Eur-Castellaccio ed alla Bufalotta.