L’articolo pubblicato con questo titolo su “Greenreport” il 20 maggio 2015 pone l’accento sulla violazione grave di tutte le norme internazionali, nazionali e regionali di tutela che sta avvenendo in aree protette come SIC e ZPS.
Dopo l’istruttoria della La Direzione Generale, Ambiente, la commissione europea ha avviato una procedura di indagine per verificare l’eventuale violazione dell’art. 6 direttiva Habitat sulla tutela dei siti di interesse comunitario (Sic) e zone di protezione speciale (Zps) e ora la deputata Pd Liliana Ventricelli, in un’interrogazione ai ministri della difesa e dell’ambiente, chiede di «evitare la procedura di infrazione a causa delle esercitazioni militari in zone protette».
Liliana Ventricelli
Già nei primi mesi di legislatura l’onorevole Ventricelli si era occupata di questo tema e spiega che «nonostante il recepimento di tale direttiva continuano a esservi in queste aree numerose servitù militari dove si svolgono esercitazioni militari, in particolare in Puglia, Emilia Romagna, Abruzzo, Sardegna, Sicilia, Friuli Venezia Giulia.
A inizio legislatura, su questo tema, mi sono confrontata con Governo, Commissione difesa e Parco dell’Alta Murgia giungendo a una riduzione significativa delle esercitazioni.
Ora, finalmente, interviene anche l’Europa e in caso di condanna da parte della Corte europea di giustizia, l’Italia dovrebbe pagare una sanzione minima di poco meno di 10 milioni di euro oltre a una penalità tra i 22mila e i 700mila euro per ogni giorno di ritardo».
Secondo la deputata pugliese, «appare dunque evidente che si tratta di una violazione grave di tutte le norme internazionali, nazionali e regionali di tutela non solo ambientali e naturalistiche l’urgenza dell’intervento che si richiede si inquadra nella fattispecie penale di nuova introduzione» e chiede ai ministri della difesa e dell’ambiente «se risultino avviate indagini in ordine alla vicenda; se non intendano comunicare i fatti enunciati nell’interrogazione al Presidente della Commissione europea in relazione al mancato controllo e eventuali violazioni di disposizioni comunitarie; quali norme intendano mettere in atto per evitare che venga attivata la procedura di infrazione, e se non intendano sospendere o cessare le attività incompatibili e dannose per le aree protette».