Gli scavi nell’area di via Cardinal De Luca al Flaminio
Un comitato di residenti del Flaminio ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica, ai carabinieri, alla Soprintendenza Capitolina e al II municipio contro gli scavi e i carotaggi in atto all’interno di un’area privata in via Cardinal De Luca 7.
Una palazzina al posto del deposito Atac
La storia ha origini antiche.
Nel 2005, lì dove prima sorgeva un deposito Atac, c’era l’intenzione di costruire un parcheggio multipiano.
Ma la scoperta di una falda acquifera e i problemi di stabilità delle palazzine circostanti spinsero a fermare il cantiere.
A distanza di 17 anni, nel 2022, una società ha acquisito all’asta l’area e presentato una richiesta di permesso di costruire per realizzare un palazzo e due piani di garage sotto il livello della strada.
Siamo nel cuore del Flaminio, vicino al lungotevere delle Navi.
flaminio cantiere alto-2
Reperti archeologici al Flaminio
Già nel 2022 i residenti di via Cardinal De Luca si erano riuniti e avevano chiesto chiarimenti, soprattutto dopo il taglio di una serie di alberi interni all’area.
Una superficie di 1.300 mq acquisita all’asta per oltre 4 milioni di euro dalla Mamiris Srl di Milano.
A distanza di due anni, la preoccupazione dei residenti non si è placata.
Anzi.
Il neonato comitato Belle Arti-Flaminio si è accorto che, durante le operazioni di scavo e carotaggio dell’area (la ditta ha installato una palizzata profonda 19 metri, quando all’inizio doveva essere di 7,30) oltre a fuoriuscire acqua sono stati scoperti reperti archeologici di epoca romana.
L’esposto dei cittadini
Come si legge nell’esposto del comitato, “all’interno dell’area sono state identificate delle strutture murarie di epoca romana e vi sono presenze archeologiche certe nel sottosuolo”.
Un muro che interessa l’intera lunghezza del lotto in direzione Lungotevere delle Navi – Via Cardinal De Luca.
A maggior ragione, per i contrari all’intervento edificatorio “ogni progetto edificatorio” dev’essere subordinato allo “scavo archeologico estensivo di tutto il lotto” come prescritto a maggio 2022 dalla Soprintendenza archeologica, quando l’area non era ancora passata in mano alla Mamiris ma ancora di proprietà del dipartimento programmazione e attuazione urbanistica di Roma Capitale.
“La variante al programma di scavo archeologico mediante realizzazione di paratia di pali lungo l’intero perimetro del lotto e a una profondità di oltre 19 metri, sembra in realtà preordinata all’eventuale futuro sfruttamento edificatorio dell’area, piuttosto che allo scavo archeologico del sito” denunciano i cittadini.
“Evidenti profili di incompatibilità“
Come è possibile vedere dal video che pubblichiamo, anche la presenza di acqua nel sottosuolo è motivo di allarme per i residenti.
Come successo già nel 2005, quando l’intenzione era quella di costruire un parcheggio multipiano.
Per questo e per i motivi descritti, il comitato Belle Arti-Flaminio nell’esposto firmato dall’avvocato Antonio Jacopo Gabrielli Manca Graziadei ritiene che appaiano “evidenti i vari profili di incompatibilità delle iniziative intraprese dalla Mamiris Srl con le esigenze di tutela e conservazione dei beni culturali e di salvaguardia degli immobili circostanti il lotto di terreno, per effetto delle interferenze sulle condizioni di equilibrio delle strutture degli edifici circostanti“.
(Articolo di Valerio Valeri, pubblicato con questo titolo il 24 settembre 2024 sul sito online “Roma Today”)