Gli incendi di Monte Mario e di Torre Spaccata non hanno una origine dolosa, ma la mano dell’uomo, dietro quei roghi, ci sarebbe ugualmente.
Terreni incolti, accampamenti e discariche, infatti, avrebbero accelerato le fiamme.
È questo lo scenario secondo Adriano De Acutis, capo dei vigili del fuoco di Roma.
In una intervista al Corriere della Sera ha voluto fare il punto sull’estate dei roghi romani.
Parole in un certo senso dure che testimoniano ancora una volta come le favelas nelle aree verdi, i cumuli di rifiuti e le aree già oggetto di incendi – come abbiamo raccontato in questo articolo – sono degli acceleranti perfetti per le fiamme. Aree di fatto abbandonate all’incuria.
Incuria e discariche dietro gli incendi
De Acutis, in un passaggio in merito al recente incendio di Monte Mario, ha sottolineato come nelle fasi di indagine non siano stati riscontrati elementi dolosi e che “gli accertamenti riconducono a fatti colposi, ovvero con fuochi partiti probabilmente dalle tendopoli“.
Colpa di un “pentolino“, come aveva sottolineato anche il sindaco Roberto Gualtieri.
Il capo dei pompieri descrive alla giornalista Valeria Costantini la facilità con cui, considerati gli scenari di degrado, possano scattare incendi veementi: “Basta un braciere non controllato e le fiamme si propagano velocemente, anche per le condizioni della vegetazione che non era curata correttamente, senza sfalci o manutenzione“.
Torre Spaccata non è rogo doloso
In sostanza, non viene fatta prevenzione.
È lì che si gioca il fulcro della partita.
Anche per il rogo a Torre Spaccata De Acutis scansa l’ipotesi dolosa come invece ha più volte sottolineato il sindaco Gualtieri: “Sono stati trovati dei residui di fuochi d’artificio, ma dubitiamo possano essere l’origine del rogo“.
L’area del ‘pratone’, privata, non era delle più curate e anche in questo caso la scarsa manutenzione avrebbe giocato un ruolo decisivo.
Mancano i vigili del fuoco
Il capo dei pompieri ha sottolineato, come abbiamo già scritto anche in questo articolo il perché la Capitale stia bruciando come mai prima, e che quella degli incendi è “un’emergenza protratta nel tempo“.
“La vera difficoltà è che stiamo lavorando senza sosta e da molto. Abbiamo una carenza di 400 uomini rispetto a quelli che servono per gestire correttamente gli interventi ed essere in linea con le tabelle delle piante organiche. Un potenziamento su Roma serve anche in vista del Giubileo“, ha detto sottolineando un problema atavico che già aveva portato alla luce Paolo Cergnar, vigile del fuoco del coordinamento provinciale Usb, in questa intervista e che i sindacati avevano denunciato ancora proprio dopo il rogo di Monte Mario.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 27 agosto 2024 sul sito online “Roma Today”)