Roberto Gualtieri a Torre Spaccata
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri è contrario a una massiccia cementificazione del ‘pratone’ di Torre Spaccata, o meglio di quel che resta dell’area di 60 ettari di proprietà di Cassa depositi e prestiti e mangiata dal fuoco nel maxi incendio dello scorso 21 agosto che ha provocato quattro feriti tra i soccorritori.
Se da una parte il piano regolatore ne prevede comunque l’edificabilità, il primo cittadino non ha voluto nascondere una visione più green durante il sopralluogo fatto nel pomeriggio di sabato proprio nella zona del rogo.
“No a edificazione massiccia“
Gualtieri, che ha parlato anche dell’ipotesi dolosa che avrebbe dato il là all’incendio, si è soffermato a parlare di quello che potrebbe essere il futuro dell’area, quasi a voler scansare ogni equivoco.
Almeno nelle intenzioni.
“Una edificazione massiccia ci vedrebbe contrari“, il suo pensiero poi ribadito: “Teoricamente si potrebbe fare anche un centro commerciale.
Noi comunque abbiamo sempre detto no” ha sottolineato in riferimento all’ipotesi di una grande colata di cemento che potrebbe invadere l’area.
I progetti mancati
Il terreno, tuttavia, come sottolineato in più circostanze è privato, di Cassa depositi e prestiti.
“L’area sulla base del piano regolatore vigente doveva essere edificata, poi è stata oggetto di un’altra ipotesi di sviluppo: l’ampliamento degli studi di Cinecittà, in particolare gli studi per le riprese all’aperto, assieme ad altre attività di Cdp. – ha aggiunto Gualtieri ricostruendone la storia – Poi l’ipotesi si è fermata e questa area è rimasta sotto custodia della proprietà, in attesa di capirne il futuro“.
“Era un progetto Pnrr, ma non di quelli in capo a Roma Capitale“.
Il sindaco comunque riconosce che in quel progetto “fallito non per causa nostra, due terzi di 50 ettari sarebbero rimasti a verde per gli studi all’aperto, l’edificazione sarebbe stata molto limitata e il resto sarebbe stato parco attrezzato“.
Il Campidoglio non “compra” il pratone di Torre Spaccata
L’ipotesi che quel terreno rientri nel patrimonio del Campidoglio, tuttavia, al momento appare una chimera: “L’acquisto sarebbe molto costoso, parecchie decine di milioni.
Non avremmo le risorse per comprare tutti i terreni.
In genere si lavora con la proprietà per una soluzione che realizzi grandi parchi.
Noi possiamo fare di tutto per rendere forte l’infrastruttura ecologica della zona“.
Più verde a Roma est
Una visione green di qual quadrante di città che abbraccia anche l’assessora all’agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti, Sabrina Alfonsi, presente anche lei al sopralluogo: “La linea del Comune, espressa anche dal sindaco, è sempre stata quella di avere la maggior possibilità di mantenere un’area verde.
Siamo nella zona est della città, quella zona che ha più bisogno di tutte, sia da un punto di vista di inquinamento atmosferico che di isole di calore.
Per cui è chiaro che l’investimento che stiamo facendo sul parco di Centocelle che sta a poche decine di metri, ci auguriamo che si espanda“.
(Articolo di L. N., pubblicato con questo titolo il 25 agosto 2024 sul sito online “Roma Today”)