Non ci sono solo i quattro soccorritori feriti tra le vittime del maxi rogo del cosiddetto “pratone” di Torre Spaccata e Cinecittà.
In un’area verde di quelle dimensioni avevano trovato rifugio tantissimi animali selvatici, morti a causa delle fiamme.
Una situazione che si era già vista in occasione di altri incendi che hanno colpito Roma nelle ultime settimane, in particolare quello che ha devastata la collina di Monte Mario, una sorta di paradiso per gli scoiattoli, o quello esploso l’11 agosto al fosso della Magliana.
Secondo l’Oipa, l’Organizzazione internazionale protezione animali, i danni al patrimonio faunistico “sono incalcolabili”.
Animali morti negli incendi
Difficile, se non impossibile, quantificare i danni e le vittime delle fiamme secondo l’organizzazione animalista.
Una cosa è certa.
Gli animali sono “vittime dell’incuria” e della “mancata manutenzione del territorio” si legge in una nota stampa.
Si tratta, soprattutto, di piccole bestie, come scoiattoli, gatti randagi e, più semplicemente, topi di campagna.
Ma ce ne sono anche altri che sono rimasti vittime delle fiamme.
Quanti?
Impossibile da dire vista l’estensione del fenomeno.
Morti e feriti “di cui non si parla mai”, deceduti nei “boschi, sottoboschi e radure” di Roma a causa delle fiamme.
“Esseri senzienti – scrive l’Oipa – e patrimonio indisponibile dello Stato che dovrebbero essere tutelata nell’interesse della comunità nazionale e internazionale, a norma di legge”.
Allarmi inascoltati
Per l’organizzazione, le cause degli incendi vengono da lontano, come spiegato nella sezione Dossier di RomaToday.
In particolare, dalla mancata manutenzione del verde pubblico nonostante, come ha spiegato di recente il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, anche per l’incendio del “pratone” sembra esserci la mano dell’uomo.
«Gli amministratori, nazionali e locali, che a Roma si sono succeduti nei decenni avrebbero dovuto mettere in sicurezza il verde della Capitale: dai parchi ai giardini, dalle riserve al greto del Tevere e dell’Aniene, zone che inoltre troppo spesso diventano pericolosi ricettacoli di discariche a cielo aperto – evidenzia il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto – gli enti preposti avrebbero dovuto monitorare le aree dove si sa che vi sono degrado e anche insediamenti abusivi, come quello che sembra essere all’origine del devastante incendio del parco di Monte Mario, e altre criticità.
Ma, a fronte di denunce e allarmi da parte dei residenti, la politica nazionale e locale sembra solo capace di piangere sul latte versato.
Inutilmente”.
(Articolo di Matteo Torrioli, pubblicato con questo titolo il 23 agosto 2024 su sito online “Roma Today”)