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L’aumento dei casi di Covid a Roma e nel Lazio, che nei giorni scorsi ha messo in allarme i medici di famiglia “è un fenomeno previsto nella traiettoria evolutiva del virus che continua sottotraccia la propria corsa verso il traguardo del definitivo adattamento all’uomo”.
A dirlo è Fabrizio Maggi, direttore della Uoc (Unità operativa complessa) Virologia e laboratori biosicurezza dello Spallanzani.
La nuova variante
Maggi spiega che la nuova impennata di casi è dovuta “alla nuova variante, la KP.3.1.1, che mostra una maggiore capacità di trasmissione e una certa resistenza agli anticorpi neutralizzanti, sia quelli derivati da infezioni precedenti che quelli indotti da vaccino”.
Una variante che, come spiega l’esperto, è “emersa come risultato di queste mutazioni ‘favorevoli’ che le hanno permesso di diffondersi rapidamente e diventare dominante”.
Tuttavia, i suoi sintomi principali non destano particolari preoccupazioni in quanto “sono generalmente lievi e simili a quelli di un raffreddore o di una lieve influenza. Infatti, l’immunità ibrida presente nella popolazione e il sempre maggior adattamento del virus all’ospite umano rappresentano fattori importanti nella progressiva attenuazione della sintomatologia”.
Resta comunque necessario, come sottolinea Maggi “monitorare i sintomi e, se necessario, consultare un medico, soprattutto nel caso di soggetti anziani con gravi patologie concomitanti o immunocompromessi”.
Gli ultimi dati sui contagi
Nella settimana dal 25 al 31 luglio sono stati segnalati, a livello nazionale, 17.006 nuovi casi di Covid, in aumento del 24% circa rispetto ai 13.672 della settimana precedente.
L’incidenza sale del 26% (da 23 a 29 casi per 100mila abitanti).
Un incremento che è comunque inferiore rispetto al +50% e oltre registrato nel periodo 18-24 luglio sui 7 giorni precedenti.
Il Lazio è la terza regione d’Italia con più nuovi casi (2.450).
Davanti ci sono la Campania, con 3.071 nuove infezioni e la Lombardia (2.957).
L’allarme dei medici
L’aumento dei casi, nei giorni scorsi, ha messo in allarme i medici di famiglia di Roma e del Lazio, mette in allarme i medici di famiglia di Roma e del Lazio che sottolineano come ci sia “una diffusione non monitorata dai numeri nazionali, poiché è stato notevolmente ridotto il sistema di rilevamento dei tamponi” e quindi i dati ministeriali sono “fortemente sottostimati“, come sottolinea la federazione nazionale medici di medicina generale (Fimmg).
(Articolo pubblicato con questo titolo il 2 agosto 2024 sul sito online “Roma Today”)