La mappa dei nuovi parcheggi a pagamento
Il Comune di Roma vuole, entro il 2027, introdurre 16.000 nuovi parcheggi a pagamento al posto di quelli gratuiti.
Non solo: spariranno le agevolazioni previste per chi ha un’auto elettrica o ibrida e gli abbonamenti.
È quanto si legge nel piano industriale 2024 – 2027 di Atac che, per conto del Campidoglio, si occupa del controllo del pagamento dei ticket.
Nel documento, che contiene soprattutto previsioni di medio e lungo periodo, si immagina quello che sarà il futuro della mobilità.
E, nella parte dedicata alle “iniziative disincentivanti la mobilità veicolare”, si parla di una vera e proprio rivoluzione del sistema delle strisce blu.
Aumentano le strisce blu
Le novità sono divise in due fasi.
Una dovrebbe iniziare già quest’anno e concludersi nel 2027.
La seconda scatterà, invece, dalla metà del 2025.
Tra gli interventi più immediati, c’è la conversione degli stalli gratuiti in tariffati, con l’interessamento di 16.000 posti auto.
Non solo.
Verrà estesa anche l’area tariffata che andrà ad interessare anche le zone dell’Eur e Monte Sacro.
Non si salvano gli ospedali.
Verranno istituiti 1.000 nuovi stalli a pagamento con una tariffa orario di 50 centesimi.
Del resto, l’assesore alla mobilità di Roma, Eugenio Patanè, era stato chiaro già nel 2021 quando aveva detto, in un’intervista a RomaToday, che i posteggi a pagamento dovevano passare dagli attuali 70.000 a 100.000.
La sosta tariffata nel piano industriale di Atac-2
Stop agli abbonamenti e alle agevolazioni
La novità più importante riguarda, però, l’eliminazione degli abbonamenti da 70 euro al mese.
Una volta che Roma metterà il piano a regime, le nuove tariffe costeranno minimo 50 centesimi fino ad un massimo di 3 euro l’ora.
Insomma, più ci si allontana dal centro e meno costerà parcheggiare.
Viene inoltre abrogata la sosta gratuita nelle aree tariffate.
Ad oggi, infatti, residenti, domiciliati, artigiani, auto elettriche o ibride possono, tramite richiesta, parcheggiare gratuitamente sulle strisce blu.
Nel piano industriale si scrive, semplicemente, che verrà “abrogata la sosta gratuita nelle aree tariffate” ma non viene specificato altro.
Essendo, ripetiamo, una “previsione”, si sceglierà in seguito quali categoria escludere e quali no.
Nella presentazione generale degli interventi, però, si citano solo i mezzi elettrici e ibridi, senza menzionare le altre categorie che, ad oggi, parcheggiano gratuitamente.
Pagano anche i residenti del Centro storico
La sensazione è che ci sarà un vero e proprio giro di vite.
Nella fase, infatti, che partirà dalla metà del 2025, si prevede l’estensione della sosta tariffata all’interno della Ztl Centro storico, con l’applicazione della tariffazione senza esclusione per i residenti, in particolare lungo gli assi commerciali.
Nella fase 2 spariranno totalmente le tariffe agevolate, quelle che prevedono il pagamento di 0,20 euro per 15 minuti (sosta breve, per pagamenti effettuati soltanto da parcometro) e di 4,00 euro per 8 ore continuative di sosta.
Infine, dopo l’Eur e Monte Sacro, è prevista un’estensione dei posti auto a pagamento a Garbatella nord e sud, Porta Portese, Prenestino labicano Pigneto, Ostiense San Paolo, Ostia Lido Lungomare, Litoranea, Levante e Ponente.
Nessuna decisione sulle strisce blu
A seguito della pubblicazione del nostro articolo, l’assessore alla Mobilità di Roma, Eugenio Patanè, ha rilasciato un’intervista all’Ansa per precisare quanto segue: “Smentisco l’esistenza di un Piano industriale di Atac, perché semplicemente non potrebbe ancora esistere.
Smentisco l’esistenza di decisioni prese sulla sosta tariffata e su altre questioni, che sono temi sui quali si deciderà collettivamente nell’amministrazione capitolina, nella costruzione del contratto di servizio e poi successivamente del Piano industriale dell’Atac“. Riferendosi alla slide pubblicata sopra da RomaToday, Patanè dice: “Quello pubblicato è probabilmente un documento interno all’azienda che né il mio assessorato né Roma Capitale hanno mai ricevuto e che allo stato dei fatti è destituito da ogni fondamento“.
L’assessore ha voluto ricordare l’iter che porterà al futuro Piano industriale: “Intanto devo ancora portare in giunta l’art. 17 che individua in Atac l’azienda che può fare il servizio in house, e con l’art. 17 porterò anche le linee guida.
Poi dobbiamo andare in aula per il Pef, il Piano economico finanziario.
Poi ci sono 60 giorni per l’Anac.
Solo allora potremo stipulare il contratto di servizio, e solo fatto questo l’azienda potrà fare un Piano industriale.
Ma insieme all’amministrazione“.
“Il Piano industriale – conclude Patanè – deve essere deciso sulla base delle decisioni politiche dell’amministrazione, sulle quali poi Atac costruisce il piano.
Ma noi queste cose non le abbiamo ancora decise. Saranno oggetto di decisioni di politiche della mobilità, ma quando sarà il caso“.
(Articolo di Matteo Torrioli, pubblicato con questo titolo il 25 luglio 2024 sul sito online “Roma Today”)