Il rendering dell’edificio che verrà costruito nell’area del pratone di via Teulada
Il protocollo firmato da ministero della Giustizia, delle Infrastrutture, Regione Lazio e Roma Capitale per l’ampliamento della cittadella giudiziaria a piazzale Clodio continua a far litigare le forze politiche in Campidoglio.
Anche quelle che governano insieme.
L’11 luglio in aula Giulio Cesare si è discussa una mozione firmata da Italia Viva e Azione per la tutela del pratone di via Teulada, interessato dall’edificazione, che ha mandato in tilt la maggioranza.
La mozione di Italia Viva a tutela di via Teulada
Il testo, firmato dai renziani Valerio Casini e Francesca Leoncini e sostenuto anche dalla capogruppo della lista Calenda Sindaco Flavia De Gregorio, chiedeva al sindaco Roberto Gualtieri e alla giunta una serie di azioni a tutela del pratone: inserire la tutela dell’area verde, ricadente nella riserva naturale di Monte Mario, nel protocollo d’intesa; promuovere l’assegnazione del cosiddetto pratone a Roma Capitale o al I municipio; consentire la partecipazione del municipio al tavolo interistituzionale creato per la sottoscrizione del protocollo; tutelare la fruibilità dell’area verde da parte dei cittadini chiedendo la non edificabilità all’interno del protocollo; garantire la valorizzazione degli spazi e la costante fruibilità del verde.
Cosa è successo prima
Richieste in gran parte, va detto, inattuabili.
Perché il protocollo d’intesa tra i ministri Nordio e Salvini, il governatore del Lazio Rocca e il sindaco Gualtieri è stato firmato mercoledì 10 luglio e la mozione era all’ordine del giorno giovedì 11.
Nel protocollo non è presente alcun riferimento alla non edificabilità dell’area di via Teulada, non si cita alcuna partecipazione da parte del municipio a successivi tavoli (quella del Comune sì, ovviamente).
E l’intenzione di chiedere al Demanio l’assegnazione del pratone è già stata avanzata, come dichiarato nei giorni scorsi dal primo cittadino: “Puntiamo ad avviare gli atti amministrativi per richiedere con forza al Demanio, come già fatto dalla postazione del I municipio, la porzione dell’area pertinente al parco di via Teulada, passaggio che aumenta le possibilità che non si vada a occuparlo con altre opere“.
Buttare in mezzo questa mozione, però, è stato sufficiente per spaccare, di nuovo, la maggioranza.
Si spacca la maggioranza: AVS contro Pd
Al momento del voto, infatti, con i Cinquestelle e Fratelli d’Italia fuori dall’aula, 13 consiglieri tra Pd e Roma Futura si sono astenuti.
A loro si sono aggiunti Nanni (Gruppo misto) e Di Stefano (Noi Moderati-FI).
Contrari hanno votato Trabucco e Amodeo della civica Gualtieri.
A favore, oltre a Italia Viva e alla lista Calenda sindaco, anche Alleanza Verdi-Sinistra (Bonessio, Luparelli e Cicculli).
D’altronde la formazione di sinistra aveva già partecipato al sit-in contro la cementificazione di via Teulada organizzato da diverse associazioni di quartiere, insieme a esponenti del I municipio (innanzitutto la presidente, Lorenza Bonaccorsi, Pd) e di Azione Roma.
E con le parole di Bonessio in aula motiva ulteriormente: “Votiamo a favore perché questo atto potenzia ulteriormente l’azione del Sindaco, che già in sede di firma del protocollo ha ben fatto nel distinguersi da quanto invece detto da Nordio e Salvini, che considerano le necessità della pubblica amministrazione sufficientemente valide per travalicare ogni vincolo ambientale“.
Trombetti: “Così prendiamo in giro i cittadini”
Yuri Trombetti, presidente della commissione patrimonio ed esponente Pd, durante il suo intervento in aula si è scagliato contro Italia Viva senza risparmiare aspre critiche agli alleati di Avs: “Una mozione inutile – ribadisce al telefono – presentata a cose fatte, con il protocollo già firmato.
Così è solo strumentale, un modo per fare contenti i cittadini un giorno e basta.
Mi dispiace molto che Avs (in consiglio li ha chiamati scherzosamente “Avis”, ndr) l’abbia votata, perché sanno benissimo che non aveva senso.
Il lavoro vero da fare è quello iniziato con la presenza del Comune nel tavolo di confronto, tramite il quale si può e si deve modificare il progetto.
Anche in conferenza dei servizi potremo far sentire il peso di Roma Capitale.
La Regione e il Governo vogliono fare qualcosa di pericoloso, le parole di Rocca e Salvini le abbiamo sentite, per loro gli ambientalisti sono un fastidio“.
Le accuse di Italia Viva e Azione
Italia Viva, però, non ci sta: “La bocciatura che è avvenuta in aula mette in evidenza le contraddizioni di questa maggioranza – dicono Casini e Leoncini – con il Pd che si astiene e Avs che vota a favore. Era importante dare un segnale dopo la firma del protocollo, che fosse preciso e univoco politicamente.
Invece il Pd capitolino non ha dato retta sia a noi, sia alla giunta del I municipio a guida Pd, che condivide la nostra posizione“.
Concordano De Gregorio e Carpano di Azione: “Ennesima occasione persa da parte della maggioranza – sottolineano – per fermare la cementificazione del Parco di Monte Mario. Le stesse forze politiche che ieri erano in sit-in con i cittadini, e che quando c’è da votare in aula si astengono“.
Caudo: “Serve mozione d’aula che indirizzi il ruolo di Roma nel progetto”
Il riferimento è anche a Roma Futura, dalla quale però si leva la voce del capogruppo Giovanni Caudo: “L’assemblea deve anche governare i processi e non solo presidiare l’emotività della città.
E’ assolutamente necessario uno spazio aggiuntivo alle funzioni giudiziarie di Roma, è un accordo che risale al 2019.
In quella scelta non c’è stata una valutazione di merito sulle conseguenze di un carico ulteriore di quell’area, dove non arriva la metro tanto per fare un esempio.
Però ci troviamo davanti a una scelta fatta e maturata anche per interessi nazionali.
Ciò che vedo di diverso rispetto al 2019 è che se leggiamo il protocollo, è un passo indietro rispetto alle decisioni configurate precedentemente, perché prima c’era già un disegno di come doveva essere ampliata la cittadella.
Ora noi abbiamo un margine ulteriore per riflettere nel merito.
Il tavolo che sarà istituito consente di aprire questa riflessione un po’ più ampia.
Considero utile presidiare ogni argomento, ma in questo momento la mozione non tocca il merito.
Come dice Trombetti va fatta una mozione d’aula che indirizzi il tavolo interistituzionale“.
La senatrice FdI “contro” il suo partito
Ma non solo nel centrosinistra ci sono agitazioni varie.
Ieri, giovedì 11 luglio, la senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni ha diffuso una nota che non va proprio nella stessa direzione dei suoi colleghi di partito e del “suo” presidente di Regione.
Sull’ampliamento della cittadella giudiziaria, infatti, l’ex consigliera capitolina (residente nel II municipio), ha espresso diverse perplessità: “Per me è possibile conciliare le legittime esigenze dell’amministrazione giudiziaria con la tutela paesaggistica e ambientale – ha detto Mennuni -. Nel 2022 sottoscrissi l’appello dei comitati contrari all’ampliamento sull’area verde.
Sono certa che le istituzioni valuteranno adeguatamente le altre possibili soluzioni alternative, come il mercato dei fiori in primis, evitando che l’intervento accada in pregiudizio dell’area verde, che arrecherebbe gravi conseguenze per il prezioso ecosistema del parco“.
Ma questa opzione non è sul tavolo di Rocca, di Nordio e del leghista Salvini.
(Articolo di Valerio Valeri, pubblicato con questo titolo il 12 luglio 2024 sul sito online “Roma Today”)