Foto di Renato Sartini
La cittadella giudiziaria nel pratone di via Teulada si farà.
Mercoledì 10 luglio è prevista la firma del protocollo di intesa tra i ministeri della Giustizia e delle Infrastrutture e dei trasporti, la Regione Lazio e Roma Capitale per “l’ampliamento della città giudiziaria piazzale Clodio”.
Interverranno i ministri Carlo Nordio e Matteo Salvini, il presidente della Regione Francesco Rocca e il sindaco, Roberto Gualtieri.
Una doccia fredda per i residenti, che in quell’area, alle pendici della riserva di Monte Mario, avrebbero voluto realizzare un parco.
Soprattutto dopo che, nel febbraio del 2022, il consiglio regionale aveva approvato una mozione per impegnare la giunta a una revisione del progetto, che salvaguardasse il “Pratone” di via Teulada.
Azione: “Atto illegittimo”
Tra i primi a scagliarsi contro la firma del protocollo, Valentina Grippo, deputata di Azione e prima firmataria della mozione: “Ieri (4 luglio, ndr) la Giunta regionale del Lazio ha varato una delibera con la quale si impegna a firmare un protocollo con Roma Capitale e il Ministero della Giustizia che prevede l’allargamento della città Giudiziaria, includendo la possibilità di edificare nella porzione della Riserva Naturale denominata ‘Parco di Via Teulada’ – spiega -. Non solo il presidente Rocca ripropone un protocollo che era stato pienamente bocciato dai cittadini e dai loro rappresentanti, con la mozione che proposi nel 2022 e che tutte le forze politiche votarono all’unanimità, e non lo riformula nel senso richiesto dal consiglio.
Ma compie un atto illegittimo, dal momento che per modificare l’assetto di quell’area serve un passaggio del Consiglio regionale che modifichi il Piano Territoriale con la riperimetrazione del Parco di Monte Mario e non può essere sufficiente un passaggio dell’esecutivo.
Infatti, i 238 ettari di cui fa parte l’area di Piazzale Clodio e via Teulada, così come tutto il parco, ricadono nel Sistema ambientale ed agricolo parchi istituiti e Tenuta Castelporziano di cui agli articoli 68 e 69 delle Norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore Generale”.
Da qui l’appello, al presidente Rocca, al sindaco Gualtieri e al ministro Nordio affinché non firmino il protocollo.
Anche Giuseppe Lobefaro, capogruppo della Lista Calenda nel municipio I condanna la scelta di tirare dritto con il progetto e invita a organizzare iniziative di protesta contro la realizzazione: “L’ultimo pratone del quartiere Prati a Roma verrà mangiato dal cemento – sottolinea -. Quando si tratta di costruire, destra e sinistra si stringono la mano alle spalle dei cittadini che pagano gli effetti di scelte disastrose.
Serve una forte mobilitazione per impedire il disastro ai piedi della riserva naturale di Monte Mario”.
La mozione del 2022
Nel febbraio il consiglio regionale aveva approvato una mozione con cui si impegnava la giunta regionale “a rimodulare, a fronte dei vincoli evidenziati e delle novità intervenute il protocollo d’intesa firmato il 16 maggio 2019 con il Ministero di Grazia e Giustizia e Roma Capitale, in modo da salvaguardare l’area verde”; a non modificare la destinazione a verde pubblico dell’area del “Pratone” e a “a favorire un dialogo tra i soggetti istituzionali e i cittadini coinvolti affinché la fruizione del verde pubblico e la valorizzazione degli spazi destinati alla giustizia della Capitale siano entrambe funzioni pubbliche strategiche da garantire ai cittadini”.
Da qui l’accusa di Azione, in una nota a firma di Lobefaro, della capogruppo in Campidoglio, Flavia De Gregorio e delle consiglieri municipali De Dominicis e Cicconi: “Piuttosto che rivedere il progetto, si va verso un’unica direzione: preferire la colata di cemento alla salvaguardia di un’area verde già vincolata in quanto parte integrante di una riserva naturale”.
Una posizione ribadita anche dal consigliere regionale di Azione, Alessio D’Amato: “Rocca e Gualtieri devono ascoltare i cittadini.
Rispetto all’ipotesi dell’ampliamento della città giudiziaria di Piazzale Clodio inserita nel nuovo protocollo, è fondamentale salvaguardare l’area, rivedendo il progetto, meglio il riuso delle caserme che togliere l’unico spazio verde”.
Contro la firma del protocollo si schiera anche Alleanza verdi e sinistra, che precisa: “Salvaguardare le aree non edificate all’interno del tessuto urbano serve a contenere le emissioni inquinanti, combattere i cambiamenti climatici e contrastare le isole di calore. Inoltre temiamo che la decisione di cementificare un territorio così ricco di biodiversità possa portare a un pericoloso precedente ossia quello di rivedere la destinazione delle aree a verde tutelato e protetto“.
Da qui l’appello: “Ci auguriamo che si possa aprire un confronto con gli abitanti di quella zona e supportare la scelta del Municipio I che in modo bipartisan ha deciso di valorizzare l’area del pratone, finanziando lo svolgimento di attività socioculturali.”
Roma Capitale: “Nostra presenza necessaria per tutelare il parco di Monte Mario“
Il Comune di Roma, in una nota, ha spiegato le motivazioni della sua partecipazione al protocollo come azione mossa dalla “necessità di presidiare in modo efficace un procedimento di grande rilevanza, la cui finalità pubblica non è mai stata in discussione, per cercare di governarlo e indirizzarlo verso soluzioni che siano il meno impattanti possibile su una zona di grande pregio ambientale come il parco di Monte Mario“.
Nel nuovo protocollo, inoltre, proprio su richiesta di Roma Capitale – sottolinea la nota – è stato inserito un passaggio molto sintetico ma di grande rilevanza, che va incontro alle richieste avanzate dalle associazioni del territorio, nel quale si specifica che il nuovo edificio a servizio della città giudiziaria – il quale per ragioni di efficienza, efficacia ed economicità deve essere situato nelle immediate vicinanze delle attuali strutture di piazzale Clodio – dovrà essere realizzato minimizzando il consumo di suolo e privilegiando le aree già coperte, ossia asfaltate, inclusi il parcheggio e la stazione di servizio.
“La nostra presenza al Tavolo Tecnico servirà per garantire che questo indirizzo venga effettivamente perseguito, e che il progetto venga rivisto per adeguarlo alle indicazioni contenute nel testo del Protocollo“.
Il progetto della cittadella giudiziaria
La realizzazione di una cittadella giudiziaria dovrà essere attuata, complessivamente attraverso una nuova edificazione pari a 24.400 metri quadrati.
Queste superfici servono in parte, per collocare circa 500 persone.
In parte per offrire al personale impiegato dei servizi, come la mensa, l’asilo nido, punti ristoro e delle aule.
Contro il progetto si battono però i residenti del territorio dell’ex XVII municipio, che comprende il rione Prati, il quartiere Della Vittoria e il quartiere Trionfale, ormai inclusi nel municipio I centro.
Un territorio che, complessivamente, è abitato da più di 60.000 cittadini e in cui sono attivi molti comitati e associazioni, che vorrebbero trasformare quell’area alle pendici della riserva di Monte Mario in un parco.
(Articolo di Giulia Argenti, pubblicato con questo titolo il 6 luglio 2024 sul sito online “Roma Today”)