Stefano Violati aveva 58 anni.
È morto nella serata di domenica 9 giugno quando, a 50 metri da casa, con il suo scooter Honda Sh ha travolto un cinghiale in via di Santa Cornelia.
Se l’è trovato davanti all’improvviso e non ha potuto fare niente per evitarlo.
Lì, in quella strada sulla Cassia, dove l’illuminazione scarseggia.
Una drammatica vicenda che ricorda quella di Nazzareno Alessandri morto nel 2017.
Anche lui era a bordo di uno scooter. Anche lui nel quadrante nord della città. Marciava in un tratto di strada che attraversa il parco dell’Inviolatella Borghese, tra l’Insugherata, Tomba di Nerone e Due Ponti, in zona Grottarossa.
Per quell’incidente mortale furono indagati un vice capo di gabinetto con delega alla sicurezza, e due funzionari del Simu, il dipartimento per la manutenzione urbana del Campidoglio.
Ora le indagini della polizia locale dovranno fare chiarezza anche sulla drammatica morte di Violati, figlio di Fabrizio, fino al 1987 patron delle acque minerali Ferrarelle e Sangemini.
Stefano Violati era anche cugino di Giulio Violati, marito dell’attrice Maria Grazia Cucinotta.
Era un pilota esperto che aveva partecipato alle Mille Miglia e guidato alla scuola di Vallelunga.
La mamma Franca su Facebook ha scritto: “Addio amore infinito, non sappiamo più cosa fare senza di te.
Eri un grande dal cuore buono.
Solo chi ti ha amato veramente conosceva il tuo animo.
I tuoi amici sono disperati insieme a tutti noi“.
Nel 2017 dopo l’incidente mortale con il coinvolgimento di un cinghiale, la procura aveva aperto un’inchiesta per verificare se fossero state rispettate tutte le normative riguardanti il controllo degli animali selvatici.
Eppure gli incidenti che vedono soprattutto scooteristi imbattersi contro gli animali selvatici continuano.
L’anno scorso, sulla Cassia Nuova, un uomo rimase gravemente ferito in un incidente.
E ancora l’anno prima quanto un uomo in sella al suo scooter fu travolto dal branco e raccontò la sua scioccante esperienza al nostro quotidiano sottolineando di sentirsi un miracolato.
(Articolo di Lorenzo Nicolini, pubblicato con questo titolo l’11 giugno 2024 sul sito online “Roma Today”)