Papa Francesco é arrivato in Campidoglio.
Il pontefice è stato salutato dagli squilli di tromba dei fedeli di Vitorchiano, facendo il suo ingresso nel Tabularium, dove ha ammirato i resti della Roma antica.
Ad accoglierlo, il sindaco Gualtieri: i due hanno fanno sosta al primo arco che si affaccia sul Foro Romano.
Dopo aver raggiunto in ascensore il primo piano di Palazzo Senatorio, il papa è entrato nello studio del sindaco per l’incontro privato.
Il programma della giornata
Durante la visita, il pontefice ha alternato momenti in piedi e altri sulla carrozzella.
Al termine del colloquio con il sindaco, ha apposto la sua firma sul “Libro d’Oro del Comune di Roma”, lasciando anche una sua dedica con una frase tratta dall’Eneide: “Et sublato patre montem petivi: con questa decisione é nata Roma, nata da lontano, nata in cammino.
A Roma, al Sig. Sindaco, ai suoi lavoratori, la mia gratitudine.
Il vostro Vescovo Francesco” .
Quindi è entrato in Aula Giulio Cesare per l’incontro con i consiglieri, gli assessori e le altre autorità invitate.
Qui, dopo i saluti di Svetlana Celli, presidente dell’assemblea capitolina e di Gualtieri, il pontefice ha tenuto un discorso, a cui è seguito lo scambio dei doni.
Gualtieri ha donato al papa la medaglia d’argento a ricordo della visita, e un documento di istituzione di alcune iniziative di carattere sociale.
Papa Francesco ha regalato al Comune un mosaico raffigurante l’Arco di Tito; al sindaco Gualtieri un trittico di medaglie e agli assessori e ai consiglieri, che saluterà singolarmente, medaglie e la bolla di indizione del Giubileo.
Infine il momento più atteso dai fedeli: papa Francesco si è affacciato con il sindaco dalla Loggia di Palazzo Senatorio per salutare i cittadini e alcuni lavoratori delle municipalizzate di Roma.
“Mi permetto di fare una preghiera per la nostra città”, ha detto.
Celli: “La sua attenzione alle periferie è il messaggio più bello”
Prima dell’inizio della cerimonia ufficiale, in assemblea capitolina, il papa si è fermato tra i banchi della maggioranza, dove sedeva la consigliera di Avs, Michela Cicculli, con in braccio la sua bambina.
Il pontefice ha accarezzato e benedetto la piccola, avvicinata dalla mamma, e si è trattenuto per qualche istante, sorridendo teneramente, con la consigliera capitolina.
“La sua presenza per noi è stimolo e motivo per rafforzare il nostro impegno e realizzare con piccole e grandi azioni quella che nell’enciclica ‘Fratelli Tutti’ è stata definita ‘la migliore politica’ – ha detto la presidente dell’assemblea capitolina Celli, in apertura della cerimonia ufficiale -. Mettendo al centro, e prima di tutto, la persona e il bene comune, guardando ai grandi obiettivi e alle sfide per lo sviluppo generale e, allo stesso tempo, ai più fragili, agli ultimi, con misure e interventi volti a garantire i diritti a chiunque.
La sua attenzione alle periferie, come ha fatto qualche giorno fa nel quartiere di Palmarola – ha aggiunto Celli – è il messaggio più bello e concreto che il vescovo di Roma possa far arrivare a ognuno di noi in termini di umanità e generosità. Siamo felici della sua visita oggi in Campidoglio: è la testimonianza più autentica e tangibile dell’affetto e della vicinanza alla città di Roma che si prepara in questi mesi all’Anno Santo.
Insieme, stiamo mettendo in campo ogni sforzo per accogliere al meglio milioni di pellegrini“.
Gualtieri: “Roma ha sete di speranza”
“Roma ha un’enorme sete di speranza” ha detto il sindaco Gualtieri, in apertura del suo discorso, prima di quello del pontefice.
“La ascolteremo quindi con il cuore aperto, certi di poter raccogliere dalle Sue parole uno sprone a costruire con fiducia nuovi percorsi di pace e dialogo, di inclusione e attenzione agli ultimi, ai fragili, agli indifesi, di amore e rispetto per la Terra che ci ospita.
Dalla sua visita in Campidoglio sono passati 5 anni – ha ricordato Gualtieri -. Sono stati tempi densi, segnati da eventi che hanno scosso il mondo e ci hanno mostrato tutti più fragili e vulnerabili.
Dalla pandemia, e resta impressa nella nostra memoria l’immagine di Sua Santità che prega sotto la pioggia, in una piazza San Pietro deserta, ai venti di guerra che hanno ripreso a soffiare con forza“.
E ancora: “In questo tempo così complesso, eppure così ricco di opportunità, la sua presenza e la sua voce sono per noi romani motivo di conforto e una spinta decisiva a metterci in gioco, a `remare insieme’ – ha sottolineato il sindaco – a fare ciascuno la propria parte per imprimere un corso diverso alla nostra storia comune.
Il Suo appello accorato alla responsabilità tocca nel profondo chi, come noi, ha l’onore di amministrare una grande città del mondo come Roma.
Santità, grazie ancora per il suo Magistero e per la sua visita.
Roma e i Romani le vogliono bene“, ha concluso Gualtieri.
Papa Francesco: “Roma simbolo di universalità e accoglienza“
Dopo il discorso del sindaco, è arrivato l’atteso momento delle parole del pontefice: “Vengo a incontrare voi e, tramite voi, l’intera città, che pressoché dalla sua nascita, circa 2.800 anni fa, ha avuto una chiara e costante vocazione di universalità” ha detto.
Un ruolo universale, quello della Città Eterna, ha ricordato Francesco parlando nell’aula Giulio Cesare, che per i cristiani ha assunto un particolare significato perché visto, non come “frutto del caso“, ma di un “disegno provvidenziale.
Roma antica, a causa dello sviluppo giuridico e delle capacità organizzative, e della costruzione lungo i secoli – ha infatti ricordato Francesco – di istituzioni solide e durature, divenne un faro a cui molti popoli si rivolgevano per godere di stabilità e sicurezza“.
Un processo che “le ha permesso di essere un centro irradiante di civiltà e di accogliere persone provenienti da ogni parte del mondo e di integrarle nella sua vita civile e sociale, fino a far assumere a non pochi di loro le più alte magistrature dello Stato“.
L’appuntamento con il Giubileo
Un tema centrale nella visita è stato, com’è ovvio, il prossimo Giubileo che, secondo il pontefice avrà certamente “ricadute positive” sulla città di Roma ma dovrà avere anche un occhio particolare per gli ultimi e le fasce svantaggiate: “Roma è una città dallo spirito universale – ha sottolineato -. Questo spirito vuole essere al servizio della carità, al servizio dell’accoglienza e dell’ospitalità.
Pellegrini, turisti, migranti, quanti si trovano in gravi difficoltà, i più poveri, le persone sole, quelle malate, i carcerati, gli esclusi siano i più veritieri testimoni di questo spirito.
Possano testimoniare che l’autorità è pienamente tale quando si pone al servizio di tutti, quando usa il suo legittimo potere per venire incontro alle esigenze della cittadinanza e, in modo particolare, dei più deboli, degli ultimi.
Continui Roma a manifestare il suo vero volto, un volto accogliente, ospitale, generoso, nobile“.
E, a questo proposito, papa Francesco ha annunciato che aprirà una Porta Santa in carcere.
“Anche il prossimo Giubileo – ha aggiunto il pontefice – potrà avere una ricaduta positiva sul volto stesso della città, migliorandone il decoro e rendendo più efficienti i servizi pubblici, non solamente nel centro ma favorendo l’avvicinamento tra centro e periferie.
È impensabile che tutto questo possa svolgersi ordinatamente e nella sicurezza senza l’attiva e generosa collaborazione delle Autorità del Comune capitolino e quelle nazionali“.
Sempre a proposito del Giubileo, Gualtieri ha annunciato la partenza di due nuove iniziative per i più fragili “che abbiamo immaginato come doni per la sua visita e come impegno della città a produrre segni tangibili di speranza, in vista del Giubileo – spiega il sindaco -. Per prima cosa una nuova dimora destinata alle anziane e agli anziani, in un immobile confiscato alla criminalità nel quartiere Ostiense, alla quale abbiamo voluto dare il nome ‘Casa Speranza’: perché è con la forza della comunità che si combattono le solitudini e si dà sostegno concreto alle fragilità.
E poi – ha aggiunto – un progetto di formazione ed avviamento al lavoro destinato alle persone private di libertà della casa circondariale di Rebibbia, che abbiamo voluto chiamare ‘Fratelli tutti’, perché il valore fondamentale della fratellanza a cui ci richiama deve tradursi in azioni concrete per garantire ai detenuti dignità e futuro.
Al tempo stesso siamo pronti a raccogliere e rilanciare il richiamo di Sua Sanità alla vocazione di Roma come città universale accogliente e aperta“.
I precedenti
È la seconda volta che il papa si reca in visita al Campidoglio.
Era già successo il 26 marzo del 2019, quando c’era la sindaca Virginia Raggi.
In occasione della visita sono possibili ripercussioni per la viabilità nell’area tra piazza Venezia e i Fori Imperiali.
Già dalla notte scorsa, tra domenica 9 e lunedì 10 giugno, sono scattati i divieti di sosta su via di San Pietro in Carcere, via delle Tre Pile, via di Monte Tarpeo, via del Campidoglio, via del Tempio di Giove, piazza dell’Avvocatura, rampa Caffarelli, via di Villa Caffarelli e piazzale Caffarelli, Vico Jugario, piazza e via della Consolazione.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 10 giugno 2024 sul sito online “Roma Today”)