Cinque lecci, due platani ed un cipresso.
Sono otto gli esemplari arborei a cui l’Esquilino, negli ultimi giorni, ha dovuto rinunciare.
Motoseghe in azione
Gli alberi, per i quali il dipartimento ambiente ha disposto il taglio, si trovano tutti tra via Carlo Felice ed il giardino piazza di Santa Croce in Gerusalemme.
Lungo le mura che fanno da confine tra i municipi I e VII, gli otto alberi sono risultati “gravemente danneggiati” e quindi, trovandosi in una zona “ad alta frequentazione”, ne è stato deciso l’abbattimento.
Perché vengono abbattuti
Gli otto alberi che salutano l’Esquilino, stando alle informazioni diffuse da Roma Capitale, erano “non più conservabili” perché dal colletto al fusto erano stati attaccati da xilofagi che ne avevano causato rigonfiamenti, lesioni aperte e, alla chioma, delle cavità nelle branche.
L’unico esemplare che non ha presentato queste caratteristiche è il cipresso: l’amministrazione, in questo caso, non ha fornito motivazioni relative alle condizioni di “grave danneggiamento” che ne stanno comportando il taglio.
25 alberi in meno all’Esquilino
L’addio agli 8 alberi arriva ad una dozzina di giorni di distanza da un altro importante taglio, eseguito sempre nel rione Esquilino.
In quell’occasione le motoseghe hanno interessato 17 olmi, situati su viale Manzoni.
Le piante, è stato comunicato nel caso degli olmi, verranno “tutte rimesse a dimora a partire da ottobre, nell’ambito dei molti interventi che saranno effettuati in vista del Giubileo, quando le temperature permetteranno di riprendere le piantagioni senza danneggiare le nuove essenze”.
Anche i lecci, il cipresso ed i platani dovranno essere sostituiti.
In base al regolamento cittadino sul verde il comune è tenuto a farlo entro un anno dal loro abbattimento.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 29 maggio 2024 sul sito online “Roma Today”)