Antichi argini del Tevere in tufo risalenti al I secolo a.C., un tratto dell’antica via Flaminia con il tradizionale basalto imperiale e un tratto di sanpietrini del ‘900.
Nuovi tesori di Roma sono stati portati alla luce.
Nell’ambito dei lavori per la realizzazione del Parco d’affaccio “Oasi di Ponte Milvio”, nel XV municipio, i tecnici all’opera hanno fatto delle importanti scoperte archeologiche.
I cittadini, però, possono stare tranquilli: i lavori non dovrebbero, condizionale d’obbligo, subire ritardi.
Parco d’affaccio
L’Oasi di Ponte Milvio è uno dei cinque Parchi d’affaccio fluviali di Roma Capitale per i quali sono stati stanziati, complessivamente, 3 milioni di euro.
Fondi previsti dal programma degli interventi in preparazione del Giubileo 2025.
Il cantiere, partito a fine marzo, prevede una bonifica dei luoghi e la riforestazione oltre alla realizzazione di un percorso pedonale e di belvedere di affaccio sul fiume con pavimentazione in legno.
In una delle aree di sosta la vasca preesistente sarà trasformata in giardino acquatico con specie fluviali caratteristiche del Tevere e nelle altre saranno valorizzati gli elementi archeologici come il Cippo terminale del Tevere e un frammento del muro di contenimento dell’antica via Flaminia.
Ritrovamenti
Già nel corso delle indagini archeologiche preventive si era individuata un’area di particolare interesse caratterizzata dal già citato cippo di età romana e un muro in blocchi di tufo, parzialmente affiorante tra la vegetazione.
Al di sotto di sedimenti alluvionali recenti è stato, inoltre, riportato in luce un complesso di strutture poste a ridosso della sponda destra del Tevere, afferenti un’antica sistemazione dell’argine databile probabilmente al I secolo a.C.
Le opere menzionate sono state parzialmente esposte nel corso di alcuni lavori realizzati nel 1947.
Negli anni Sessanta risultavano ancora visibili, ma successivamente se ne era persa memoria e traccia, poiché completamente sommersi dal limo e, successivamente, dalla terra.
Reperti valorizzati
L’intervento in corso, oltre ad integrare la documentazione di queste strutture con un corretto posizionamento, offre la possibilità di recuperare fasi di frequentazione più antiche testimoniate da lacerti di strutture in opera reticolata e due basoli individuati sotto la fondazione del muro settentrionale.
Il progetto a cura del dipartimento tutela ambientale valorizzerà tali ritrovamenti che rimarranno scoperti e inclusi nelle lavorazioni in corso.
I lavori di realizzazione del parco, ha reso noto il Comune di Roma in una nota, non dovrebbero subire rallentamenti.
Agli scavi, insieme al personale di Roma Capitale, hanno partecipato tecnici della Sovrintendenza Capitolina e della Soprintendenza di Stato.
Il progetto di rigenerazione, quindi, non cambierà e i novi tesori entreranno a far parte del parco.
“Vogliamo che la città si riappropri del suo fiume e questi reperti daranno l’opportunità di caratterizzare uno splendido parco, anche sul piano archeologico e storico, oltre che su quello naturalistico – ha dichiarato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri – questo luogo rappresenta uno degli snodi più importanti dell’antica Roma e noi vogliamo valorizzarlo ancora di più.
Questo sarà un Parco d’affaccio unico, su cui stiamo investendo 1 milione di euro, grazie alla particolarità di reperti archeologici che riporteremo alla luce”.
“I lavori per la realizzazione del Parco d’Affaccio Oasi di Ponte Milvio continuano regolarmente – ha sottolineato l’assessora all’ambiente, Sabrina Alfonsi – ciò che presentiamo incrementa ulteriormente il valore di questo straordinario parco. I ritrovamenti archeologici saranno parte integrante della fruizione dei cittadini, che potranno godere delle bellezze naturalistiche, archeologiche e del paesaggio romano.
I lavori si completeranno entro gennaio del 2025.
Da un’area oggi del tutto inaccessibile e sottoposta al degrado, al termine del nostro intervento avremo 6,5 ettari di superficie, di cui 1 ettaro di bosco, completamente bonificati e riqualificati.
È previsto un percorso di attraversamento in legno antiscivolo e tre aree di sosta attrezzate: una prima area, sotto pioppi e salici, permetterà di godere di un giardino acquatico; una seconda area, al centro del parco, dotata di pavimentazione in legno, sarà un luogo per attività didattiche, in cui dar vita ad una vera ‘aula verde’; e, infine, una terza area, di rilevante interesse archeologico che potrà unire storia e presente.
Il progetto dell’Oasi, come spazio fluviale completamente riqualificato, offrirà ai cittadini l’opportunità di godere davvero del fiume, della sua storia e della sua bellezza.
Lavoriamo – ha concluso Alfonsi – per far sì che il Tevere diventi il più grande parco lineare della città, una vera infrastruttura ambientale a disposizione di tutte e tutti”.
(Articolo di Matteo Torrioli, pubblicato con questo titolo il 29 maggio 2024 sul sito online “Roma Today”)