Promettono “battaglia” per evitare che le concessioni vadano a bando.
Del resto, sono convinti che la direttiva Bolkestein non riguardi il commercio su strada.
A Roma, infatti, ci sono già tante postazioni libere e, per questo, gli ambulanti sono contrari al nuovo bando annunciato dall’assessora alle attività produttive di Roma, Monica Lucarelli.
Una novità che andrà a riassegnare le concessioni in tutta la città, dopo la stesura dei piani del commercio avvenuta negli ultimi mesi da parte dei Municipi.
Una vera e propria rivoluzione della quale, però, i commercianti non vogliono sentir parlare.
Il bando
Roma, andando anche contro quanto previsto dal governo nel ddl Concorrenza, vuole mettere fine alla stagione delle proroghe, mandando a bando dodicimila licenze di vendita, con concessione di suolo pubblico, entro la fine del 2025.
Nelle intenzioni dell’amministrazione i nuovi bandi dovranno servire sia a dare certezze agli operatori, finora legati a strumenti emergenziali come quello, appunto, delle proroghe.
Uno strumento, però, utile anche alla città, profondamente ridisegnata nel corso degli ultimi anni, con il conseguente bisogno di rivedere gli spazi occupabili da banchi e banconi.
Ambulanti contrari
Ora che il bando, più volte annunciato, sembra ormai cosa certa, i sindacati promettono battaglia.
Addirittura, parlano di “un atto grave nei confronti di una categoria in crisi, che ha subito gli effetti devastanti della pandemia, della esplosione delle vendite on-line, della concorrenza delle grandi strutture di vendita ed infine della perdita del potere di acquisto delle famiglie”, dicono, in una nota congiunta, i vertici nazionali di Ana-Ugl, Ivano Zonetti, presidente nazionale, Angelo Pavoncello, vicepresidente nazionale, e Marrigo Rosato, segretario nazionale.
Crisi economica
Tutto questo ha determinato, secondo i rappresentanti dei lavoratori, la chiusura di oltre 35.000 piccole attività ambulanti in Italia, di cui circa 4.000 nella sola Regione Lazio, molti dei quali proprio nella città di Roma, “creando disponibilità di spazi assegnabili sin da subito, nel rispetto della Legge sulla Concorrenza 2022 n. 214/2023, e che oltretutto, dimostrano la mancata scarsità di risorse, prerogativa per mettere in campo i bandi con la direttiva Bolkestein”.
La tesi, infatti, è molto semplice.
La Bolkestein prevede la messa a bando delle licenze quando la risorsa “è scarsa”.
Secondo gli ambulanti ci sono tantissimi posteggi vuoti a Roma e, per questo, la direttiva europea non si dovrebbe applicare nel contesto romano.
Ddl Concorrenza
Andare a gara vorrebbe dire che Roma “disapplicherà” il comma 5 dell’articolo 11 del ddl Concorrenza, ovvero quello che permette una proroga delle attuali licenze per altri 12 anni.
Una strada percorribile secondo l’assessora anche alla luce della recente pronuncia sul tema del Consiglio di Stato e delle parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Una scelta che, inevitabilmente, porterà a ricorsi nei tribunali e proteste nelle piazze
Di parere contrario rispetto al Campidoglio l’Ana Ugl: “Proprio per questo ribadiamo con forza che la Capitale d’Italia deve attenersi alla legge e non applicarla secondo criteri astratti” procedendo come previsto dall’articolo 11 comma 5 del DL Concorrenza al rinnovo al 2032 dei titoli scaduti il 31 dicembre 2020.
“La crisi del nostro settore sta determinando anche la crisi delle filiere produttive, come ha segnalato l’ISTAT nei giorni scorsi con un -9,14% del settore tessile, con gravi ricadute occupazionali. L’amministrazione comunale invece di preoccuparsi di come aiutare il nostro settore ad uscire dalla crisi, a come evitare l’impatto sociale della applicazione della direttiva Bolkestein, e di preoccuparsi della coesione sociale, parla di decoro e di trasformare Roma in una città dinamica ed innovativa”.
Proteste
Gli ambulanti promettono battaglia.
“Reagiremo con ogni mezzo contro queste decisioni, scellerate e pericolose” tuona il sindacato che già ad inizio anno aveva contestato l’assessora Lucarelli e il sindaco Gualtieri: “Invece che rispettare i principi fondativi della Costituzione italiana e come previsto dalla nostra Repubblica, il diritto al lavoro, le politiche sociali e la tutela della dignità umana, Roma Capitale sposa le politiche liberiste che hanno prevalso in Europa e che ritengono la concorrenza la base dello sviluppo economico.
Ma in questo modo si getta nel baratro un’intera categoria, si privano del futuro intere famiglie”.
(Articolo di Matteo Torrioli, pubblicato con questo titolo il 27 maggio 2024 sul sito online “Roma Today”)