Repertorio
In una città sempre più affollata da airbnb, bed&breakfast e affitti brevi, il dibattito politico sulla modifica delle NTA (norme tecniche di attuazione) contenute nel Piano Regolatore del 2008 assume una grande rilevanza.
Per questo il Partito democratico di Roma sta pressando l’assessore all’urbanistica Maurizio Veloccia affinché si trovi una quadra per evitare la definitiva desertificazione del centro storico.
Il dibattito politico sul piano regolatore di Roma
Lo scorso venerdì 19 aprile a Testaccio si è tenuto un convegno, organizzato dalla commissione capitolina patrimonio presieduta da Yuri Trombetti, proprio per discutere del tema.
Ospiti docenti universitari e associazioni di quartiere, provenienti dai rioni più colpiti dallo spopolamento e dal fiorire selvaggio di attività extra alberghiere.
C’era anche l’assessore Veloccia, con alcuni esponenti della maggioranza di centrosinistra che governa la città, a partire dalla capogruppo dem Valeria Baglio.
I punti su cui il Pd romano si sta confrontando sono diversi, ovviamente il destino del centro storico non è l’unico in ballo, ma è tra i più spinosi.
La regolamentazione degli affitti brevi
Dal I municipio, infatti, arriva una certa spinta affinché nella delibera sulle norme tecniche (all’ordine dei lavori dell’assemblea capitolina, ma ancora lontana dall’essere votata in aula) si definiscano dei parametri stringenti rispetto agli affitti brevi.
“Non possiamo lasciare che sia tutto considerato residenziale e basta – specifica Trombetti – ma bisogna prendere spunto da quanto approvato a Bologna, per esempio, cioè aggiungendo delle sottocategorie.
Una di queste è quella che definisca il residenziale per affitti brevi a destinazione turistica.
In questo modo potremo inserire un comma che porti a una disciplina di queste attività“.
“Studiamo l’incentivazione della residenzialità“
Idea simile, ma da sviluppare differentemente, per Antonella Melito: “Come Veloccia – spiega la vicepresidente della commissione urbanistica – anch’io concordo sul fatto che nelle NTA non si possano imporre dei veti.
Si può però fare una distinzione nella macro categoria residenziale e lavorare successivamente ad un regolamento edilizio per regolare i B&B e gli affitti brevi in generale“.
Per esempio prevedendo un’incentivazione per chi opta per le residenze a lungo termine, favorendo il ripopolamento di quartieri oggi sempre più svuotati.
Per Trombetti “si potrebbe pensare a portare progressivamente l’Imu a zero” oppure come propone Melito “riducendo la tassa sui rifiuti, ma è un’idea, niente di ufficiale ovviamente“.
Attesa per una norma nazionale
Certo è che, senza una normativa nazionale, è tutto più complesso.
Una proposta di legge c’è, firmata dal gruppo “Alta Tensione Abitativa” (“la nostra segretaria Elly Schlein la sostiene“, specifica Trombetti), ma è ancora una bozza, realizzata ormai un anno fa da un comitato di cittadini provenienti da varie parti d’Italia e ferma a uno stato poco più che embrionale.
In ogni caso, tra i punti cardine della proposta ci sono ovviamente la limitazione degli immobili da destinare agli affitti brevi, la possibilità per i Comuni di applicare restrizioni specifiche anche limitate ad alcune zone e impedire che più autorizzazioni all’attività ricettiva siano in capo ad un solo soggetto.
“Roma non è paragonabile ad altre città d’arte“
“Io sono convinta che Roma sia un unicum – aggiunge però Melito – e che non si possano fare confronti con altre città, vedi Firenze o Bologna.
E bisogna avere bene in mente che le norme tecniche del Prg influiscono non solo sul centro storico, ma su tutta la città.
Oggi discutiamo la modifica di diversi articoli del Piano regolatore, che finora comunque non hanno impedito la crescita delle attività turistiche (su 13.700 strutture ricettive, oltre 12mila sono airbnb e b&b, ndr) e non si è quindi tutelata la residenzialità. Dobbiamo dare nuovamente la possibilità alle persone di vivere il centro storico“.
La stoccata alla Regione sul patrimonio ex Ipab
E anche su questo il presidente della commissione patrimonio non si discosta: “Nel Piano Casa approvato l’anno scorso – ricorda – abbiamo scritto che non si vendono più le case Erp in centro, perché poi diventano airbnb.
Lo ha detto anche Gualtieri no?
Bisogna portare le opere pubbliche in periferia e le persone al centro di Roma.
A mio parere andrebbe anche aperto un dialogo con la Regione Lazio, spingendo affinché le ex Ipab (oggi aziende di servizi alla persona, ndr) la smettano di mettere all’asta le locazioni e le vendite di immobili di loro proprietà a scopi extra alberghieri.
E’ un continuo, ultimamente solo l’Asilo Savoia ha pubblicato bandi per diverse unità in zona San Giovanni.
In passato si è commesso questo errore anche da parte dell’amministrazione, basti vedere a via Giolitti dove le case del Comune sono diventati bed&breakfast.
Si apra un tavolo tra I municipio e assessorati competenti per trovare una soluzione e studiare nuove regole per tutti“.
Il che significherebbe far sedere insieme commercio (Monica Lucarelli), urbanistica (Maurizio Veloccia), turismo (Alessandro Onorato) e patrimonio (Tobia Zevi), cosa finora mai successa per quanto riguarda il tema della trasformazione della città e l’attuazione del Prg.
Nessun percorso partecipativo (per ora)
Non è nemmeno mai successo che si sia iniziato un iter partecipativo e di informazione alla città, rispetto alla delibera che andrà al voto in aula “Giulio Cesare” prima dell’estate.
Oltre alle audizioni delle associazioni in commissione urbanistica – dove la delibera non è mai tornata per un parere dei consiglieri – non ci sono mai stati incontri pubblici organizzati da Roma Capitale.
Quello di luglio 2023 alla Festa dell’Unità e l’ultimo alla Città dell’Altra Economia, stando alla normativa (richiamata più volte da Carteinregola), non valgono.
(Articolo di Valerio Valeri, pubblicato con questo titolo il 24 aprile 2024 sul sito online “Roma Today”)