Giorgia Meloni e Roberto Gualtieri (immagine d’archivio)
Lo scontro si accende dopo il no della Soprintendenza allo spostamento degli autodemolitori alla Barbuta.
A difesa dell’area, confinante con il comune di Ciampino, e schierato con le richieste degli abitanti e della sindaca Emanuela Colella (del Pd) interviene il vicepresidente della Camera di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli.
“Da tempo si progetta l’annessione di quel terreno al sistema di zone protette che circondano l’area e si ritiene, dopo lo sgombero di un campo nomadi divenuto tra i più grandi centri di smistamento di merce trafugata e snodo di roghi adibiti alla ripulitura del rame e del ferro da collocare nel mercato illegale, di dover trasformare in foresta urbana con fattoria didattica connessa” dichiara l’esponente del governo Meloni.
“Questo è emerso nelle varie assemblee di quartiere tenute nella zona, a cui ho personalmente partecipato“.
Una stoccata alla scelta di Gualtieri di spostare qui le 20 attività di autodemolizione presenti oggi nel parco archeologico di Centocelle.
Qui non possono stare, perché sull’area insiste un vincolo paesaggistico, e considerando che il parco è oggetto di un maxi piano di riqualificazione ed è stato scelto dal sindaco Gualtieri tra le location per il Giubileo, trasferire i rottamatori è diventato di massima urgenza.
Da qui la scelta della Barbuta, dove nel 2021 è stato sgomberato il campo rom.
La Soprintendenza però ha bloccato l’operazione accogliendo positivamente le istanze di associazioni e comitati che si sono mobilitati in questi mesi.
E rispondendo al mittente la richiesta di parere arrivata dal sindaco commissario.
Quella della Barbuta sarebbe “un’area di eccezionale interesse paesaggistico, mentre l’impianto di autodemolizione andrebbe a deturpare il decoro e la vocazione a verde mantenendone la destinazione a parco“.
“A primo decreto utile – prosegue Rampelli – presenterò un emendamento che prescriva per le aree che hanno sofferto almeno dieci anni attività impattanti da un punto di vista ambientale e sociale una bonifica e una riqualificazione che non possa prescindere dal miglioramento della qualità della vita per i residenti della zona oggetto di degrado.
Cosicché a nessuno possa venire in mente di fare un inceneritore dove c’era una discarica (il riferimento è all’impianto di Santa Palomba e alla scelta di un’area non lontana da Malagrotta, ndr) o capannoni di autodemolizione dove c’era un campo nomadi, rispettando i cittadini e il loro diritto a vivere in un ambiente sano e sicuro“.
Insomma, “ora il sindaco Gualtieri deve individuare un’area alternativa per gli autodemolitori i quali hanno allo stesso modo il diritto di svolgere il loro lavoro in sicurezza, in attesa da decenni di una localizzazione dignitosa”.
La partita di Centocelle
Ma non c’è tempo.
I lavori nel parco di Centocelle sono già iniziati e non potranno completarsi come promesso se non verranno spostati gli autodemolitori.
Ripartire oggi con la ricerca di un’area vuol però dire aggiungere, nella migliore delle ipotesi, diversi mesi all’iter, mandando in tilt tutto il cronoprogramma su cui il sindaco ha messo la faccia con i cittadini, che aspettano la riqualificazione di quel parco da secoli.
Una partita che non si può perdere e che spiega i toni agguerriti provenienti dal Campidoglio.
“Questa scelta registra senz’altro un colpo a favore del partito del localismo e del ‘no’ a qualsiasi cambiamento nella città” tuona Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica.
“Stiamo predisponendo una nota da inviare alla Soprintendente Dott.ssa Porro, con la quale puntiamo a riaprire l’interlocuzione e ottenere la revisione del parere, che non può non destare sorpresa quando definisce questa area di eccezionale interesse paesaggistico, senza valutarne a pieno l’attuale stato di compromissione e trasformazione” prosegue Veloccia in una nota congiunta con l’assessora ai Rifiuti Sabrina Alfonsi.
“Se così non dovesse essere, ci aspettiamo che il Ministero sia pronto a intervenire direttamente o a mettere a disposizione dell’amministrazione di Roma Capitale le ingenti risorse necessarie a effettuare le bonifiche e i ripristini ambientali necessari per risollevare una delle aree maggiormente degradate di tutto il territorio di Roma“.
(Articolo di Ginevra Nozzoli, pubblicato con questo titolo il 22 aprile 2024 sul sito on line “Roma Today”)