Un pino tagliato al Pincio. Foto di Italia Nostra
Il taglio di quindici pini, a Villa Borghese, non è passato di certo inosservato.
L’azione delle motoseghe ha scatenato la pronta reazione di comitati ed associazioni che, da anni, sono in prima linea in difesa degli alberi.
Il taglio di alberi considerati monumentali
Da Italia Nostra al Gruppo d’Intervento Giuridico (Grig), passando per l’associazione Amici di Villa Borghese, sono stati in tanti a stigmatizzare l’operato del Campidoglio.
Per l’associazione fondata da Giorgio Bassani quello avvenuto “senza un comunicato del Comune e senza una spiegazione adeguata”, rappresenta “l’ultimo oltraggio” del Campidoglio.
Perché tra i 15 alberi abbattuti sul piazzale del Pincio, c’erano “6 pini colossali che costituiva l’essenza stessa della spettacolare esposizione arborea” del colle che domina piazza del Popolo.
Perché, è stato fatto notare sempre da Italia Nostra “ciascuno di quei pini era un vero monumento”.
La richiesta di trasparenza
Sui tagli, ha rilevato il Gruppo d’intervento giuridico, “si ignora l’esistenza o meno delle necessarie autorizzazioni amministrative”.
E poiché “l’area è vincolata con un vincolo paesaggistico e culturale” mentre “gli alberi adulti sono tutelati dal regolamento del verde”, l’associazione ha deciso di presentare un’apposita “istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti” per il taglio dei pini.
Anche perché, ha ricordato sempre Grig, “ormai è in corso la nidificazione dell’avifauna selvatica e:la distruzione di nidi e qualsiasi attività di disturbo della nidificazione sono vietate”.
Un taglio prescritto dall’agronomo
Ma perché, in piena primavera, le motoseghe sono rimaste in azione?
La risposta è stata fornita a Romatoday, per le vie brevi, dall’assessorato all’ambiente.
Su Villa Borghese è stato spiegato che “anche quest’anno abbiamo provveduto alla ormai consueta potatura e con essa alla verifica speditiva e strumentale di circa 1000 alberi.
Da queste verifiche, così come prescrittoci dall’agronomo incaricato di monitorare insieme al personale del Servizio Giardini tutto il nostro verde – ha dichiarato l’assessorato – è emersa purtroppo la necessità di abbatterne 70 e, per la sicurezza di tutti, stiamo procedendo in questi giorni”.
La sostituzione degli alberi tagliati
Quindi non ci sono soltanto i 15 alberi di piazzale del Pincio ad essere interessati dai tagli.
Le ragioni di sicurezza, in definitiva, andrebbero in deroga ai vincoli paesaggistici ed alle tutele previste dal regolamento del verde.
Quest’ultimo prevede anche la sostituzione degli alberi tagliati.
Al riguardo l’assessorato di Sabrina Alfonsi ha ricordato che “lo scorso anno abbiamo piantato oltre 50 lecci, altrettanti cipressi alcuni pini della specie pinus pinea e 4 cedri.
Nell’autunno che ci siamo appena lasciati alle spalle abbiamo piantato 70 pinus pinea e 12 pinus halepensis, 30 lecci, 6 ippocastani, alcuni pioppi e 1 platano al galoppatoio”.
Le piantumazioni, fatte durante la fase di riposo vegetativo degli alberi, dovrebbero aver compensato gli abbattimenti avviati, e non ancora conclusi, di questi giorni.
“Sentiamo addosso tutta la responsabilità di dover fare bene – è stato aggiunto dall’assessorato all’ambiente – Per cura del verde di oggi e per le generazioni che ne godranno domani”.
(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 16 aprile 2024 sul sito online “Roma Today”)