Pini tagliati in piazza Aracoeli dopo il crollo di luglio 2023. Foto S.Alfonsi
Non sono passati inosservati gli alberi tagliati, di domenica mattina, nelle adiacenze di piazza Venezia.
Le immagini delle lame in azione sulle piante simbolo della Capitale, sono state registrate e diffuse, sulle pagine social, da attiviste in prima linea nella difesa degli alberi, come Jacopa Stinchelli e Francesca Marranghello.
Sono arrivate anche all’attenzione del sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi che, ripostandole, ha stigmatizzato la gestione capitolina del verde verticale.
L’accusa di Sgarbi ed i tagli effettuati in 2 anni
“Non si può consentire al Comune di Roma di devastare la città in questo modo – ha commentato il noto critico d’arte – Gli alberi sono sacri. Chi abbatte un albero – ha subito dopo aggiunto Sgarbi – uccide una vita”.
Alle immagini degli abbattimenti è stata associata anche una tabella: è quella che riepiloga gli interventi eseguiti tra il 2021 ed il 2023.
“Sono cifre aggiornate al 26 settembre – ha spiegato Stinchelli – ma sono molti di più se si conta anche quelli effettuati ad Ostia ed in generale quelli successivi” alla fine di settembre.
A fronte di 2403 piantumazioni – riportate in tabella – sono stati eseguiti 17.835 tagli.
Il saldo quindi, come negli ultimi anni, resta negativo anche se la tabella fa riferimento solo al bando triennale, da 60 milioni, che venne lanciato durante l’amministrazione Raggi.
E quell’appalto, diviso in 8 lotti, salutato come una “svolta storica“, era incentrato soprattutto su potature e tagli.
Le piantumazioni, soprattutto in questi ultimi due anni, sono state effettuate con altri progetti, come quello della forestazione urbana.
La replica di Alfonsi
“Il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi, accusa il Comune di Roma di ‘devastare la città’ con argomentazioni secondo le quali ‘chi abbatte un albero uccide una vita’.
Ma proprio perché gli alberi sono organismi viventi – ha sottolineato l’assessora all’ambiente Sabrina Alfonsi – il loro ciclo vitale comporta un inizio e una fine.
Non si tratta, quindi, di creature immortali.
Gran parte degli alberi di Roma ha almeno settant’anni di età e ogni anno che passa, anche a causa dei cambiamenti climatici, vi è un inevitabile peggioramento della stabilità delle alberature, con una inevitabile ricaduta sui rischi potenziali per la pubblica incolumità”.
I pini di piazza Venezia e le indagini della procura
Alfonsi cita proprio il caso di piazza Venezia ricordando quanto avvenuto lì vicino lo scorso luglio quando si registrò “lo schianto di pini centenari risultati, tra l’altro, danneggiati da lavori stradali che, negli anni, ne hanno reciso le radici”.
Un episodio che, sommato ad altri schianti accaduti nello stesso periodo, fece partire un’indagine della procura contro ignoti, ora terminata.
A seguito di quell’iniziativa sono stati posti sotto sequestro gli alberi che, in quel periodo, sono stati interessati da crolli totali o parziali.
Il loro dissequestro è avvenuto negli ultimi giorni, anche se molti dei rami e dei tronchi, precedentemente nastrati di giallo, devono ancora essere rimossi.
Il rischio dei crolli e le necessarie sostituzioni
Tornando alla questione che ha scatenato la reazione di Sgarbi, e quindi agli alberi abbattuti a piazza Venezia, l’assessora ha garantito che “saranno tutti sostituiti in accordo con la soprintendenza di Stato e la sovrintendenza capitolina”.
Contestualmente Alfonsi ha rivendicato le azioni messe in campo perché “amministrare una città con la convinzione che i suoi alberi siano intoccabili, anche a rischio della sicurezza” non può essere accettato da chi mira a governare “con responsabilità”.
Resta da chiarire il numero dei tagli che, nell’appalto triennale sul verde verticale, ha superato quello delle piantumazioni.
Un dato da sovvertire con una strategia di medio termine, perché non è facile reperire tanti alberi che non siano semplici piantine forestali.
E, d’altra parte, il saldo negativo apre una questione: il mancato rispetto di quanto disposto dal regolamento capitolino per il verde.
Prevede infatti che, ogni pianta abbattuta, debba essere sostituita da un nuovo esemplare.
(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 5 dicembre 2023 sul sito online “Roma Today”)